Traglio contro Magatti:”Ecco come è andata: con lui accordo non possibile”




E’ la nota ufficiale di un Maurizio Traglio ancora amareggiato per l’esito del ballottaggio di domenica. IL candidato dell’area centrosinistra spiega come si sono svolti incontri e accordi con chi avrebbe potuto – visto che è della stessa area politica – portare a lui i voti necessari per recuperare il disavanzo da Landriscina
Un po’ sul giornale, un po’ attraverso Facebook, Bruno Magatti dà la sua personale lettura dell’esito del ballottaggio. E lo fa, c’era da aspettarselo, cercando di addossare
la colpa ad altri per la frattura che si è consumata nel centrosinistra e che,
presumibilmente, se non ci fosse stata, avrebbe reso più equilibrata la sfida finale con
il centrodestra. Lascio le analisi più sottili e complesse a Magatti, il quale non perde l’occasione per
ergersi a solo vero grande politico in circolazione a Como, e, scusandomi con chi
preferisce il politichese, vado alle cose concrete.
La prima di queste è dirimente: Magatti sostiene che io non avrei offerto
l’apparentamento e Civitas e che lui non ha mai avanzato alcuna richiesta in tal senso.
Ecco, qui è doveroso essere chiari. L’impossibilità di iniziare un nuovo percorso
comune con Magatti è dovuta proprio al fatto che per lui e per i suoi di Civitas nessun
tipo di ragionamento sarebbe stato possibile senza la premessa di un apparentamento
in vista del ballottaggio.
Questa è la pura verità.
Per chi non conoscesse i meccanismi elettorali, apparentarsi con Civitas avrebbe
significato, in caso di vittoria, buttare a mare tre consiglieri eletti al primo turno nella
coalizione che mi ha sostenuto, per lasciare posto a tre di Civitas, non eletti, che al
primo turno avevano fatto apertamente campagna contro la coalizione.
Come ho detto a Magatti, questa cosa non era possibile.
Non sono la persona che sacrifica chi l’ha sostenuto e ha dato tutto per una causa
comune, solo per un mero calcolo politico in vista di un ballottaggio. Non l’avrei fatto
nemmeno nei confronti di Magatti, se fosse stato con me al primo turno.
D’altro canto, se davvero Magatti avesse voluto iniziare un percorso di confronto e di
condivisione all’interno di un nuovo centrosinistra, i modi per farlo ci sarebbero stati,
anzi, ci sono, al di là dell’apparentamento e al di là di quello che lui ha definito il
mercato delle poltrone, altro ambito a cui non sono mai stato interessato.
“Bisognava partire prima con questo ragionamento”, mi è stato detto. È vero. Vorrei
però ricordare a Magatti che il mio primo approccio nei suoi confronti risale al 26
marzo scorso e che, di fronte a mie ripetute aperture al dialogo, lui, pubblicamente, ha
dichiarato di non volermi nemmeno parlare, relegandomi al ruolo di alieno in cui,
tuttora, preferisce lasciarmi, per opportunismo e per sfuggire dalle proprie
responsabilità.
Insomma, se non si è trovata una strada di condivisione, parola tanto cara a Magatti
quanto a me, non è certo perché da questa parte non si è stati disposti al confronto.
Detto ciò, credo che questo non debba essere il tempo delle rese dei conti, della fuga
dalle responsabilità e del rancore personale.
Credo, al contrario, che sia un momento di eccezionale importanza per ritrovare,
insieme, onestamente e umilmente, la strada verso una società più coesa, più giusta,
più partecipe e più consapevole.
Sono certo che questo sia anche l’obiettivo di Magatti, al quale rinnovo l’invito a
lasciare alle spalle le polemiche e a tornare al tavolo di un confronto di cui la nostra
Como ha più che mai bisogno.
Maurizio Traglio
Como, 27 giugno 2027