Dall’uomo col materassino a “Pacincia”, rivediamo i Filmlakers 2017





Tra i souvenir da conservare del luglio 2017 che sta per terminare mettiamoci Filmlakers, il concorso per giovani cineasti che, invitati sul Lario, hanno il compito di realizzare un video raccontando il territorio. All’insegna del numero :7 troupe cinematografiche, 7 comuni del Lago di Como, 7 cortometraggi di 7 minuti, Filmlaker è arrivato quest’anno alla quarta edizione e, come ha sottolineato il direttore artistico del Lake Como Film Festival Alberto Cano, sono ormai ventotto i corti in magazzino che vanno ad incrementare l’heritage dei nostri luoghi.
Per questa edizione del concorso è stato aggiunto un elemento di difficoltà in più: non solo i ragazzi non conoscono i luoghi fino al giorno stesso in cui iniziano a lavorare, non solo è obbligatorio il coinvolgimento della popolazione, ma, con l’introduzione del genere, gli autori sono obbligati a trovare chiavi narrative diverse. I generi, assegnati a sorte, sono stati: romantico/sentimentale/erotico per raccontare Torno, SciFi/Fantasy/Epico per Gravedona, Zelbio con un Biopic/Road Movie, mentre per Lezzeno l’ Horror/Thriller/Noir. Ad Albese è toccato il Western/Buddy Movie/Wuxia, Carate Urio il Documentario/Mockumentary, infine per Cernobbio, Avventura/Azione/Supereroi. Sono generi cinematografici conosiuti dai giovani partecipanti che vengono tutti da scuole di cinema.
Nella serata finale in Riva a Cernobbio, tra il consueto tifo strapaesano che è il folklore di Filmlaker, è risultato vincitore, secondo il giudizio della giuria qualificata, il corto prodotto dalla troupe EX MATE. A Carate Urio. Sofia, Silvia e Alessio, i tre giovanissimi film maker hanno dovuto raccontare il luogo usando il registro del documentario o del suo esatto contrario il mockumentary, ciò un’assoluta fiction, ma raccontata con il linguaggio filmico del documentario. Il piccolo film che ne è venuto fuori e che ha conquistato la giuria, entra nello spirito del luogo attraverso il corpulento Giancarlo Bernasconi, il “Berna” di Carate Urio.
Attaccato ad un materassino da spiaggia color verde pisello il protagonista di “Comunemente conosciuto come” è un pedante, ossessivo, uomo di mezza età felice di ritrovare, dopo tanti anni, un suo omogeneo amico. Chi si somiglia si piglia, è un detto che sul lago è ricorrente. Interessanti nell’incedere filmico i “fuori e dentro ” tra fiction e making off. Bravi i ragazzi di EX MATE che la giuria ha giudicato “Libero da cliché e immagini consuete ha saputo raccontare il luogo con ironia e originalità”, come scritto nella motivazione del premio.
Parallelamente alla giuria anche il pubblico presente alla serata finale ha espresso il suo giudizio mediante cartolina. Dalla votazione popolare è risultato vincitore il corto intitolato “Répondez s’il vous plait” della troupe COMO CE PARE che, confrontandosi con il genere fantasy, ha imbastito una storia ambientata a Gravedona dove fantasia e realtà nei giochi di bimbi si mischiano. RSVP per capire dove inizia una e finisce l’altra
Sia il corto di Carate Urio che quello di Gravedona hanno fruttato alla troupe che li ha realizzati 1.500 euro di premio.
Niente soldi, ma un riconoscimento, invece per DREAMS’ COLLECTORS che hanno operato a Lezzeno ricevendo una menzione speciale per la regia al corto in chiave horror “El danaa” .
Gli altri mini film presentati per questa quarta edizione di Filmlaker sono stati, in orfine alfabetico dei comuni ospitanti:
Albese con Casano dove EINA, trouple franco-italiana, se l’è dovuta vedere con il western e ne è nato “L’amicizia è una cosa gli affari un’altra” con non pochi accenni ai film di Sorrentino
I POWER RANGERS hanno girato a Cernobbio confrontandosi con un genere molto amato: super eroi/azione. Il tenero mini eroe alle prese con il terribile “Pacincia”, pur giocando in casa, non ha ottenuto i favori ne della giuria, ne del pubblico. A noi è piaciuto anche, e soprattutto, per il messaggio anti-fumo.
Torno e la troupe BOJA dovevano raccontarsi con un film romantico/sentimentale. Gli attori ageè di “Ritorno” hanno dato una buona prova con un finale amaro.
Infine a Zelbio con i DDC. Per loro si prospetta un film road movie e di strade nel piccolo paese del triangolo lariano non ce ne sono e, purtroppo, non hanno nulal a che vedere con i paesaggi americani famosi nel genere. Comunque “Non c’è sigaro che tenga” la prende con ironia, e fa bene.