L’urna con la sfinge, la spada gli amuleti, a San Pietro in Atrio un viaggio nel tempo “Prima di Como”

15 ottobre 2017 | 09:16
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Armi, monili e utensili, l’intero corredo funerario ritrovato in una tomba durante recenti scavi per la costruzione della Pedemontana a Grandate, altri reperti dal cantiere del nuovo Ospedale Sant’Anna, il sottosuolo comasco continua a restituire le tracce di chi abitava questi luoghi intorno al VI- V secolo a.C., 600 anni prima di Cristo, 400 prima che arrivassero i Romani ad instaurare l’oppidum divenuta poi Novum Comum, esposti a San Pietro in Atrio per la mostra “Prima di Como” fino al 10 novembre.

L’articolata rassegna contempla nuove scoperte archeologiche dal territorio che la Soprintendenza Archeologica e i Musei Civici di Como hanno voluto mettere in mostra in un luogo diverso dalle sale del Museo Giovio allo scopo di avvicinare cittadini e turisti al grande patrimonio storico e culturale della nostra città. Curatrici della mostra “Prima di Como” sono Lucia Mordeglia e Marina Uboldi, archeologa, che ci ha accompagnato in una visita guidata esclusiva per i nostri lettori.

prima di como mostra

Questi ultimi ritrovamenti contribuiscono ad accrescere il ricco patrimonio archeologico del centro protostorico che ha preceduto la fondazione di Como, le cui origini risalgono al I millennio a.C. Infatti, prima della città romana, i rilievi attorno alla città attuale vedono l’insediamento di villaggi e gruppi di abitazioni: diversi reperti e resti di tombe ne conservano la testimonianza. Nei secoli successivi, in particolare il VI e il V a.C., l’abitato raggiunge la sua massima espansione e ricchezza, concentrandosi soprattutto lungo il versante meridionale della Spina Verde, il parco regionale che si estende sulla fascia collinare a nord-ovest di Como. Fondamentale per lo sviluppo del nucleo abitativo è il suo ruolo di centro di contatto e scambi tra la Pianura Padana, stabilmente occupata dagli Etruschi, e il mondo celtico e quello hallstattiano (dalla cittadina di Hallstatt, nei pressi di Salisburgo) del Centro Europa.

L’ininterrotto stanziamento delle popolazioni nella medesima area fino ai giorni nostri, unito all’intensificarsi delle attività edilizie del secondo dopoguerra, ha nascosto o cancellato segni dell’insediamento antico. Tuttavia, l’attività di tutela svolta dalla Soprintendenza Archeologica in sinergia con le Amministrazioni Comunali, consente di recuperare sempre nuove testimonianze del passato della città e dei suoi abitanti, garantendone la salvaguardia.

La ricerca scientifica – che di recente si è avvalsa della collaborazione con importanti centri di studio internazionali, quali il CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) e le Università di Berlino e di Mainz – permette ora di porre in risalto il ruolo della civiltà di Golasecca (cultura preromana che si sviluppa nel I millennio a.C. nel territorio della Lombardia occidentale, Piemonte Orientale, Canton Ticino, che deriva dalla località di Golasecca, sulla sponda varesina del fiume Ticino) nel quadro delle relazioni con le coeve civiltà mediterranee e mitteleuropee.

La mostra è inoltre un invito a visitare i beni archeologici presenti in città e nei dintorni: il Museo Civico cittadino (Piazza Medaglie d’Oro, 1), dove sono conservati l’originale del Carro celtico e i reperti dei passati rinvenimenti nella necropoli della Ca’ Morta, il Parco della Spina Verde, il Circolo dell’Ospedale di S. Anna e infine, per l’epoca romana, l’area delle Terme di Viale Lecco e Porta Pretoria.

Coordinate mostra

Prima di Como. Nuove scoperte archeologiche dal territorio

A cura di Lucia Mordeglia e Marina Uboldi

Sede Chiesa di S. Pietro in Atrio, via Odescalchi 3, Como

Date 30 settembre – 10 novembre 2017

Orari martedì – domenica, ore 10-18; lunedì chiuso

Ingresso mostra gratuito

Info pubblico Tel. 031 252550 – musei.civici@comune.como.it