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Via per San Fermo il giorno dopo: solo silenzio e dolore. Il papà aveva chiesto aiuto

21 ottobre 2017 | 20:36
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Una lettera spedita a metà settembre al quotidiano “La Provincia” con accuse pesanti verso i servizi sociali. Ecco le sue parole. Le immagini della palazzina dopo 24 ore dal dramma.

C’è silenzio. Un silenzio che colpisce 24 ore dopo il dramma di via per San Fermo a Como. La palazzina della sconvolgente tragedia di ieri – con il 49enne padre marocchino, rimasto senza lavoro e soldi da mesi e che ha deciso di fare fuoco al suo appartamento mettendo fine alla sua vita e quella dei suoi quattro figli – mostra ancora qualche segno del fuoco e del fumo. Ma per il resto (video sopra) ecco l’assordante silenzio.

E intanto emerge un’altro particolare che lascia allibiti e sconvolge ancora di più. E’ la lettera – tramite la pagine di Facebook del quotidiano – che l’uomo che ieri ha deciso di incendiare la casa messa a disposizione dal Comune ha spedito alla metà del mese di settembre a “La Provincia di Como”. Nella quale – foto sotto per gentile concessione dei colleghi del quotidiano – chiede un disperato aiuto. Arriva ad ammettere che le sue condizioni economiche lo costringono spesso a lasciare a digiuno i figli, che quattro forse sono troppi. Chiama in causa pesantemente l’assessorato ai servizi sociali di Como, spiega che nessuno è mai andato a vedere la grave situazione di disagio sua e della famiglia. La moglie era già ricoverata, per depressione, in ospedale. Insomma, letta ora fa venire i brividi.

lettera papà marocchino a la provincia per chiedere aiuto

I colleghi de “La Provincia” ci hanno confermato di averlo contattato quasi subito (aveva lasciato il suo cellulare) e che l’uomo aveva spiegato il perchè non poteva mandare a scuola i suoi figli: non aveva i soldi per acquistare il materiale didattico di base, neppure per mensa e bus (cosa che il Comune assicura ha proposto gratuitamente). Letta adesso suona proprio come un disperato, drammatico, tentativo di chiedere un aiuto: nell’ultimo mese, pare per motivi burocratici, l’assegno famigliare per acquistare la spesa non era arrivato. E così l’uomo era rimasto senza più nulla. Aiutato solo – sostiene lui in questa lettera piena di disperazione – da una ex maestra di una delle figlie. Stop.