Lady D arriva a Chiasso. Un inno all’amore nel musical con Serena Autieri

24 ottobre 2017 | 17:29
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Lady D arriva a Chiasso. Un inno all’amore nel musical con Serena Autieri
Lady D arriva a Chiasso. Un inno all’amore nel musical con Serena Autieri
Lady D arriva a Chiasso. Un inno all’amore nel musical con Serena Autieri
Lady D arriva a Chiasso. Un inno all’amore nel musical con Serena Autieri

Arriva mercoledì 25 ottobre sul palcoscenico del Cine Teatro di Chiasso “Diana & Lady D” con Serena Autieri, primo spettacolo teatrale al mondo sulla vita della principessa triste, scritto e diretto da Vincenzo Incenzo e prodotto da Engage.

L’ Autieri inscena una performance verbale e fisica dai contrasti sorprendenti, facendoci rivivere l’ultima notte della principessa del popolo in un flusso di coscienza intenso e poetico, dove lampeggiano l’infanzia difficile di Diana, la stagione felice dell’adolescenza, la vita controversa con Carlo, le maestose cerimonie reali, le raggianti apparizioni nella moda e nella mondanità, il volontariato spettacolare, i discutibili amanti, la solitudine e il dramma. Fino al sorprendente, spettacolare epilogo, che colpirà il cuore di ogni spettatore.

teatro chiasso lady d

31 agosto, è la sera dell’incidente; Diana sta per lasciare l’appartamento all’Hotel Ritz di Parigi e raggiungere Dodi in macchina; un ultimo colpo di cipria allo specchio ed ecco l’immagine riflessa, l’altra parte di se’: Lady D. E’ l’occasione per confessarsi definitivamente una all’altra lontano da tutto e tutti, e mettere sul piatto senza più nessuna riserva le loro vite inadeguate. E’ un susseguirsi di colpe, un turbinìo di accuse, fino addirittura allo scontro fisico, ma è anche il tentativo estremo di essere ascoltate, comprese, abbracciate. Per arrivare al perdono, alla ricomposizione del se’; dopo di cui tutto, anche la morte, può essere accolta con illuminata leggerezza.

Il palco si fa luogo dell’anima e nostalgico dopovita grazie al disegno scenico del Premio Oscar Gianni Quaranta, le luci di A J Weissbard, inventano suggestioni intense sdoganando spazio e tempo, la musica di Maurizio Metalli a raccontare un cuore e un’epoca con inediti e successi planetari,  infine le cadute e le resurrezioni vengono tratteggiate dalle ballerine di Bill Goodson

teatro chiasso lady d

Mercoledì, 25 ottobre ore 20.30

cinema teatro chiasso

Diana & Lady D                                                                                                                                        L’amore ti trova sempre

con Serena Autieri

Ensemble Cristina Da Villanova, Ginevra Campanella, Giusy Chianese, Gina Boccia, Giada Maguolo, Simona Carofiglio

testo e regia Vincenzo Incenzo scenografia Gianni Quaranta lighting design A.J.Weissbard coreografie Bill Goodson costumi Silvia Frattolillo

direzione musicale Maurizio Metalli

una produzione Engage Srl

durata: 90 minuti senza intervallo

BIGLIETTI:
Primi posti: Chf/Euro 40.– / *35
Secondi posti: Chf/Euro 35.–/ *30
Diritto di prenotazione telefonica Chf/Euro 2.– (a biglietto).

PREVENDITA:
La cassa del Cinema Teatro è aperta al pubblico per informazioni, prenotazioni, acquisto biglietti e
abbonamenti da martedì a sabato dalle ore 17.00 alle 19.30.
Questo servizio è anche disponibile telefonicamente negli stessi orari: 0041 91 6950916 o
cassa.teatro@chiasso.ch.
I biglietti sono acquistabili anche sul sito www.teatri.ch.

Cinema Teatro di Chiasso, Via D. Alighieri 3b
tel. +41/ 91/ 695 09 14 / 17  – www.centroculturalechiasso.ch

teatro chiasso lady d

NOTA DELL’AUTORE-REGISTA

Diana & Lady D, il dialogo per voce sola in ognuno di noi. 

Un luogo comune e abusato considera doppie le personalità eccellenti. Parte pubblica e parte privata da sempre generano suggestioni di contrasti forti, violenti, talvolta fatali. Due anime in lotta, una fragile, l’altra invincibile, che condividono un unico corpo.

Mai come nel caso di Diana però tutto questo è stato così trasparente. La principessa e la maestrina d’asilo, la bulimica e la filantropa, la mamma e l’amante si sono ostacolate e combattute fino all’ultimo giorno, bruciando una il terreno dell’altra e rivendicando la loro impossibilità di coesistere mentre incessanti scorrevano copertine patinate, sorrisi, onorificenze ed applausi.

Da qui l’idea di un monologo verbale e fisico che potesse, entrando con violenza e tenerezza negli aspetti emotivi e nelle dinamiche psicologiche della complessa personalità di Diana, scardinare l’esteriorità per portare alla luce i lati più nascosti o taciuti di un personaggio ancora tutto da scoprire, e, con quel personaggio, il percorso duplice e misterioso che ognuno di noi attraversa oscillando tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere. Strappare le radici di noi stessi per farle brillare senza paura al sole, nell’illusorio quanto coraggioso tentativo di fare un piccolo passo in avanti nella conoscenza dei nostri abissi e dell’origine ignota delle nostre lacrime e dei nostri sorrisi.

Ho pensato ad una lettura verticale del palco, concepito su due altezze differenti, perché il tracciato oculare dello spettatore potesse abituarsi ad una lettura “alto-basso” facilmente associabile a una bipolarità riflettente all’impatto l’essere e l’apparire.

Da qui ho immaginato una serie di suggestioni sceniche, con oggetti fuori scala, immagini sdoganate dall’arte classica e riformulate, perché tutto potesse apparire come filtrato dallo sguardo tormentato di Diana, nel tentativo di avvicinare il pubblico al suo paesaggio interiore, assediato da tutte le sue indotte o inseguite incoerenze. Gianni Quaranta ha dato forma ai miei sogni, e fondamentale sono state la presenza di Bill Goodson, le intuizioni di A J Weissbard, le proposte di Silvia Frattolillo, l’esperienza attoriale di Fioretta Mari.

Mancava la protagonista, un’attrice cantante tanto forte e incosciente da prendersi sulle spalle le due anime e vomitarle sulla scena. Mancava un’anima sicura e fragile, com’era Diana.

Dalla prima lettura del testo Serena era la principessa triste, come catturata da un richiamo; con una passione e una volontà commoventi giorno dopo giorno ne ha edificato la sua verticalità. Senza rete, senza ricette. Occorrevano, le viscere, più che il cervello. E cuore infinito. Nessuno specchio, nessun ologramma, nessun trucco di scena. Semplicemente il continuo errare a vista di un’anima da un involucro all’altro, dal pianto alla ragione, dalla tenerezza alla follia, dalla ribellione alla resa.

I forti contrasti, il personaggio e il suo doppelganger, la presenza solitaria sul palco, il ritmo serrato, portano Serena ad una prova d’attrice cantante assoluta, dove tutti i climi emozionali vengono sviscerati, con la volontà di consegnare al pubblico un tracciato di parola e di corpo che mi auguro lasci tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo sorprendente quadro.

Diana & Lady D è la favola amara della principessa scomparsa, ma è anche il grido di ogni donna inascoltata, schiacciata nei suoi intendimenti, mortificata nella propria femminilità; un inno alla differenza, la celebrazione di un bene superiore, la promessa di fiducia e di pace alla donna che verrà. Perché ancora oggi, in una società devota alla religione dell’individualismo, la libertà femminile è una libertà spesso non prevista. Perché ancora oggi alle donne è rimproverato di non imparare a leggere in tempo i segnali della violenza per garantirsi una salvezza.

Ma è la donna, nella Storia del mondo a sovvertire sempre le regole, spesso attraverso il suo sacrificio estremo.

Dopo di cui niente può, o deve, essere più come prima.