Rovello Porro, trovato il capannone per la coltivazione della marijuana: due fratelli in carcere

25 ottobre 2017 | 19:08
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Rovello Porro, trovato il capannone per la coltivazione della marijuana: due fratelli in carcere
Rovello Porro, trovato il capannone per la coltivazione della marijuana: due fratelli in carcere
Rovello Porro, trovato il capannone per la coltivazione della marijuana: due fratelli in carcere

Brillante operazione dei carabinieri. Dettagli ed immagini. Inchiesta partita dalle segnalazioni di alcuni residenti.

Brillante operazione del Nucleo Operativo della Compagnia carabinieri di Cantù nell’ambito di un’attività di contrasto del fenomeno della produzione e del traffico di sostanze stupefacenti.  Questa mattina, all’alba, i militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Como, arrestando due fratelli 30enni di Rovello Porro (F.S., 34 anni e D.M. A.R., 30 anni), ritenuti responsabili del reato di produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini avevano inizio intorno alla metà dello scorso mese di settembre, allorquando, su segnalazione di alcuni cittadini,  gli inquirenti avevano appreso di strani movimenti di personaggi sospetti in via Manzoni a Rovello Porro. I militari hanno così eseguito numerosi appostamenti nella zona al fine di accertare la fondatezza della notizia ricevuta e, soprattutto, di comprendere quale fosse la meta di tale afflusso. Fruttuose le energie spese dagli investigatori, che hanno individuato la base operativa dello spaccio: un capannone dismesso all’interno di una corte.

Nei giorni scorsi, pertanto, è stato organizzato l’intervento: i Carabinieri facevano irruzione nel capannone rinvenendovi una vera e propria serra professionale per la coltivazione di marijuana, composta da decine di grossi vasi, terriccio idoneo alla coltivazione dello stupefacente, concime specifico, potenti lampade per la riproduzione della luce solare complete di costosi pannelli riflettenti per la diffusione del calore e della luce. Una parte del capannone, inoltre, risultava essere adibita ad essiccatoio; qui era stata opportunamente oscurata una finestra sulla quale era stato praticato un foro di aereazione con un tubo collegato ad un termoconvettore ed un diffusore, per l’aereazione del locale. Sul soffitto erano stati applicati dei fili metallici ove venivano appese le piante per essere essiccate.

Al momento dell’intervento, le piante erano già state estirpate e “lavorate”. In alcuni armadi venivano rinvenuti sacchetti di plastica sottovuoto contenenti il prodotto finito. Venivano altresì rinvenute diverse cassette in plastica, a chiusura ermetica, contenenti altri sacchetti sottovuoto della capienza di circa gr. 200 ciascuno, colmi di marijuana pronta per la commercializzazione, oltre a numerosi sacchetti vuoti, bilance e tutta l’attrezzatura per il confezionamento in sottovuoto. L’operazione, nel complesso, ha portato al sequestro di circa 22,200 chilogrammi di marijuana  pronta per essere posta in commercio. Al momento dell’irruzione, all’interno del capannone non venivano rintracciate persone, ma in poche ore i militari risalivano agli autori del reato,  acquisendo nei loro confronti gravi indizi di colpevolezza. I due sono ora al Bassone.