40anni dopo torna “La febbre del sabato sera” nei cinema




La data di nascita della discoteca è difficile da stabilire, ma una cosa è certa, la “disco” è nata il 16 dicembre 1977 con l’uscita americana del film di JohnBadham “Saturday Night Fever”. In Italia, primo Paese Europeo ad acquistare i diritti di distribuzione, arriverà solo nel marco dell’anno successivo, ma nelle nascenti radio private già imperversava la colonan sonora del film.
Oltre il suo trionfo al box office, “La febbre del sabato sera” diventa soprattutto un fenomeno sociologico indiscutibile. Milioni di giovani vorranno imitare, ogni fine settimana nei club di tutto il mondo, le gesta di John Travolta sullo schermo nei panni di Tony Manero. A 40anni dall’uscita, e con una distanza siderale dalle condizioni socio economiche di quell’epoca, la pellicola torna nei cinema, a Como venerdì 8 dicembre Spazio Gloria, restaurata in 4k nel 2016 da Paramount e dal regista John Badham presso i laboratori Technicolor e Deluxe. Inizio film ore 21, ingresso 5€.
Protagonista della storia è il diciannovenne Tony Manero da Brooklin che attraversa Bay Ridge, con il passo danzante e una lattina di vernice in mano, che compra due fette di pizza da Lenny’s (esiste ancora oggi) e “prenota” una camicia vista in vetrina. Una sequenza diventata culto nella storia del cinema statunitense come il ballo solitario di Travolta che riempie la pista dello Studio 54 al ritmo di “You should be dancing” e lancia il tipico gesto a braccio alzato diventato il manifesto del film. Due scene che raccontano già tutto il film: la working class italo-americana, schiacciata tra il passato familiare e un futuro incerto, che lavora tutta la settimana sognando il sabato sera in discoteca.
La colonna sonora de “La febbre del sabato sera” che segna il ritorno dei Bee Gees finiti nell’oblio dopo gli anni ’60, sarà il successo globale più forte nella storia della musica da film (detronizzata da “The Bodyguard”), e con 40 milioni di copie è il settimo album più venduto di tutti i tempi.
Con Saturday Night i fratelli Gibbs diventano la macchina da ballo più irresistibile guidata dal loro manager Robert Stigwood. E’ proprio lui, leggendo un articolo del giornalista Nik Cohn che parla di una nuova modalità americana per cui i giovani delal classe operaia diventano i signori delle discoteche ogni fine settimana travalicando ceti e condizioni sociali, ad intuire che l’articolo potrebbe dare origine ad un film. Se Stigwood sa già chi firmerà la musica della pellicola, deve ancora trovare la stella del suo film. Lui, che non dimentica mai una faccia, si ricorda di un giovane attore visionato durante un provino per Jesus Christ Superstar pochi anni prima. E’ John Travollta.