Finisce la decima legislatura della Regione: ultimo giorno di lavoro, adesso tutti a casa

17 gennaio 2018 | 09:43
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Termina l’esperienza al Pirellone per i cinque comaschi eletti cinque anni fa. Da capire ora se si ricandideranno: la Maroni si, pure Fermi in lizza.

Ultimo giorno di lavoro, con seduta iniziata alle 10 di stamane, per la decima legislatura della Regione Lombardia. In serata la conclusione dei lavori e tutti liberi. A casa da domani ufficialmente, liberi di iniziare la nuova campagna elettorale per la ricandidatura oppure iniziare a fare altro. Tra di loro anche i cinque consiglieri eletti nel comasco cinque anni fa che portano a casa una esperienza importante e di valore. Quattro della maggioranza (Dario Bianchi Lega Nord, Alessandro Fermi – sottosegretario – di Forza Italia e Daniela Maroni della lista omonima del Governatore e Francesco Dotti – Fratelli d’Italia) ed uno dell’opposizione (Luca Gaffuri del Pd). La Maroni ha già annunciato formalmente l’intenzione di ricandidarsi, dovrebbe fare la stessa cosa anche Fermi. Nessuna certezza per gli altri consiglieri regionali uscenti.

LA SEDUTA DI IERI, I PROVVEDIMENTI

Unanime via libera in Consiglio regionale alla legge che dimezza il numero delle firme necessarie per la presentazione delle liste elettorali alle elezioni regionali: il provvedimento sarà effettivo e avrà valore anche per quelle indette per il prossimo 4 marzo. Nelle circoscrizioni fino a 100mila abitanti saranno sufficienti 350 firme valide, che diventano 500 nelle circoscrizioni fino a 500mila abitanti, 750 in quelle fino a 1 milione di abitanti e mille in quelle con un numero di abitanti superiore al milione. Le varie liste provinciali dovranno essere presentate alla cancelleria del tribunale dalle ore 8 del trentesimo giorno alle ore 12 del ventinovesimo giorno antecedenti quello della votazione.
Restano esonerate dalla sottoscrizione degli elettori le liste espressione delle forze politiche corrispondenti ai Gruppi regionali, escluso il Gruppo Misto, costituiti in Consiglio regionale al momento dell’emanazione del decreto di indizione delle elezioni.

Approvata quindi a maggioranza con 41 voti a favore (per introdurre modifiche alla legge elettorale è necessaria la maggioranza assoluta dei Consiglieri) la legge che stabilisce l’incompatibilità tra la carica di Assessore e quella di Consigliere regionale. L’incompatibilità fra i due ruoli, che vale anche per il Vice Presidente della Giunta, prevede che il Consigliere regionale nominato Assessore sia sospeso dalla carica di Consigliere per la durata dell’incarico di Assessore. Il Consiglio provvede nella prima seduta dopo la nomina alla sua sostituzione temporanea, affidando la supplenza al primo dei non eletti della lista cui appartiene l’eletto divenuto Assessore. Respinto l’emendamento che chiedeva di estendere l’incompatibilità anche ai Sottosegretari.

Il Consiglio regionale ha poi dato il via libera all’unanimità alla legge sulla semplificazione che “taglia” il corpus legislativo regionale di 200 leggi, 158 delle quali abrogate totalmente (quasi la metà nel solo settore finanziario e di bilancio) e 42 parzialmente.
Nella X legislatura che si chiude domani, a fronte della approvazione di 189 nuove leggi, ne sono state abrogate 223. Allo stato attuale le leggi vigenti sono pertanto 411, a fronte delle 445 esistenti al termine della legislatura precedente. E’ il numero di leggi vigenti più basso in assoluto nel panorama delle Regioni italiane, paragonabile solo a quello di una provincia autonoma. Il lavoro di semplificazione e di delegificazione si conferma in linea con il tasso di abrogazione medio del 79% (2350 leggi approvate, 1939 abrogate) registrato dalla nascita dell’istituzione regionale nel 1970.

LA GIORNATA CONCLUSIVA

Si è chiusa ufficialmente oggi la X legislatura regionale, segnata sin dall’inizio da impegni precisi e ambiziosi assunti con i cittadini lombardi. “Nel mio discorso di insediamento –dice il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneoposi l’accento sulla necessità di ridare dignità e prestigio al parlamento lombardo, anche attraverso una più intensa attività di ascolto del territorio e aprendo le porte di Palazzo Pirelli a cittadini e studenti. Oggi possiamo registrare risultati importanti, testimoniati da numeri che rappresentano dei record in ambito nazionale: il Consiglio regionale in questi cinque anni ha lavorato di più a un costo che abbiamo ridotto a soli 2,46 euro per cittadino. Si tratta per i lombardi di un piccolo investimento per una grande causa: far vivere il “luogo della democrazia” e permettere che i problemi trovino una soluzione il più possibile condivisa”.

Le spese del parlamento lombardo in questi cinque anni sono state ridotte per 8,5 milioni: un risparmio che ha consentito misure solidaristiche a favore delle popolazioni colpite dal terremoto, ha permesso il finanziamento di borse di studio per neo-laureati e contributi alle mense sociali. Nel 2017 le spese del parlamento lombardo rispetto al 2016 hanno fatto registrare un ulteriore calo di 500mila euro e per la prima volta il bilancio di previsione del Consiglio è sceso sotto i 60 milioni. Sul fronte dei vitalizi, già aboliti nella precedente legislatura, per chi invece aveva precedentemente già maturato il diritto a percepirli, è stato introdotto un taglio del 10% che resta in vigore fino al 31 dicembre di quest’anno: sarà compito del nuovo Consiglio regionale assumere nel merito le decisioni per gli anni successivi.