Alcool e nuove droghe, a Como un convegno per conoscere e saper intervenire



E’ in programma per lunedì prossimo in Camera di commercio. Molte sostanze disponibili sul web, si beve fin dall’adolescenza.
La familiarità con le droghe del mercato illegale (disponibili nel web) e con l’abuso di alcool si è estesa oggi tra gli adolescenti e i giovani con modalità e frequenza d’uso un tempo non rilevabili, caratterizzate da diffusione capillare e nuove modalità di assunzione. L’estensione del fenomeno, che oggi interessa i giovanissimi in numero inquietante, già a partire dalla scuola media inferiore (Report European School Survey Project on Alcohol and other Drugs, 2015), determina la “selezione” di soggetti vulnerabili in numero crescente; per essi l’esperienza si traduce in un disturbo da uso di sostanze con dipendenza e abuso, anche per le droghe erroneamente considerate ricreazionali e incapaci di creare dipendenza. Accanto alla novità “chimica” di alcune delle sostanze utilizzate, si evidenziano oggi nuove modalità di consumo, favorite dalla spinta del mercato a promuovere atteggiamenti mentali illusori che si abbia a che fare con consumo voluttuario-ricreazionale, del tutto controllabile e che non crei dipendenza. Tutto ciò, favorito anche da formulazioni attrattive di pasticche colorate e ingentilite da simboli “simpatici”, ha aperto la strada a sostanze di sintesi dalla potenza di sballo e pericolosità crescenti (Nuove Sostanze Psicoattive), in costante associazione con le sempreverdi bevande alcoliche.
Ai clinici e ai ricercatori è rimandato oggi il tema degli effetti delle nuove sostanze sui lunghi tempi; la comparsa sulla scena di composti di estrema potenza, capaci di superare le vulnerabilità individuali, con effetti rapidi e devastanti apre alla domanda su scenari futuri di alterazioni permanenti in termini quali/quantitativi. Famiglie, educatori, amministratori, professionisti che a diverso titolo operano nel campo della salute in generale – e della salute mentale in particolare – si misurano oggi con nuovi scenari contraddistinti da bisogni emergenti, che rompono le tradizionali aree di intervento, le nosografie, i modelli “storici” e i luoghi tradizionali di intervento.