Il coraggio di mamma-Silvia:”Voglio giustizia per mio figlio: si poteva anche salvare…”

23 gennaio 2018 | 15:58
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Silvia Nocito, di Cabiate, racconta la sua tremenda esperienza a CiaoComo. “La ginecologa ha sentito il battito rallentato, ma non ha avuto le accortezze necessarie per evitare la tragedia”

Il coraggio di andare avanti. Il coraggio di voler diventare mamma anche dopo uno choc difficile da metabolizzare, ancora di più da spiegare. Lo ha fatto oggi davanti alla videocamera di CiaoComo per dare speranza a chi è magari nelle sue stesse condizioni, ma anche per fare capire che da ogni tragedia ci può essere un appiglio positivo: il figlio che aveva in grembo morto a pochi giorni dal parto. La ginecologa che la visita – “una cosa di routine…” assicura Silvia – che si accorge che il battito del piccolo è rallentato, ma la manda in ospedale senza alcun codice di urgenza.

Restano dolore e tante domande (ancora senza risposta). Ai primi di marzo il processo in Tribunale a Como nella quale Silvia Nocito, da Cabiate, chiede giustizia e non vendetta:”Giustizia perchè i nostro periti – spiega il suo avvocato, Elisa Grosso – ci hanno detto che con adeguate manovre, tempestive, il figlio che Silvia aveva in grembo – ed ora alla 39esima settimana di gravidanza – si poteva anche salvare. Invece non è stato così…..“. Choc su choc per la giovane mamma di Cabiate perchè dopo la tremenda notizia è stata anche costretta a partorire il figlio morto. E’ tuttora seguita dagli psicologi anche se dopo la disgrazia ha trovato forza e coraggio per una nuova gravidanza. Stavolta portata a termine senza intoppi.