Atti sessuali su una bambina di quattro anni e foto compromettenti: finisce in carcere
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La Polizia ferma un 50enne di Brescia. Indagine iniziata ad ottobre dopo la preoccupata denuncia dei genitori della piccola.
Ancora un fermo della Polizia di Como per atti sessuali su una minorenne. In questo caso si tratta di una bambina di appena quattro anni, si avete letto bene. Quattro anni appena. Gli agenti della Questura in queste ore hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di 50 anni, nato a Rovato e residente a Brescia. E’ ora al Bassone con questa severissima accusa.
LE INDAGINI INIZIATE AD OTTOBRE
L’attività d’indagine ha avuto inizio nell’ottobre 2017, quando si presentavano presso gli uffici della Squadra Mobile di Como, due genitori alquanto preoccupati per la propria figlia. Gli stessi raccontavano che da tempo frequentavano una coppia di amici, conosciuta ai tempi dell’università, con la quale trascorrevano spesso i fine settimana, avendo entrambi bambine della stessa età. In tali occasioni, però, notavano che l’amico manifestava attenzioni “particolari” nei confronti della propria figlia, soprattutto nell’ultimo incontro, durante il quale lo stesso più volte era stato sorpreso in atteggiamenti sospetti. Decidevano, pertanto, di rivolgersi direttamente alla figlia di quattro anni la quale riferiva che l’uomo era stato molto gentile con lei e che l’aveva riempita di carezze, riferendosi in particolare alle parti intime.
Acquisita la notizia e coordinati dalla Procura, il personale della Seconda Sezione della Squadra Mobile avviava l’attività di indagine. Fatti i primi accertamenti, venivano prese testimonianze che fornivano conferme e portavano il PM, titolare delle indagini, ad emettere un decreto di perquisizione nei confronti dell’indagato. L’atto di P.G. consentiva di sequestrare, all’interno dell’abitazione, diversi dispositivi elettronici che, dopo essere stati analizzati, rendevano il quadro probatorio più completo. Nello specifico venivano acquisite, grazie all’estrapolazione dei dati all’interno del suo telefono cellulare, immagini di carattere pedo-pornografico, nelle quali è raffigurata una bambina la cui età si ritiene non superi gli anni otto/dieci. Scatti fotografici eseguiti durante il sonno.
Le prove raccolte in capo all’indagato e il concreto pericolo di reiterazione del reato per cui si procede, hanno così determinato l’emissione della misura cautelare della custodia in carcere.