
Alcune terre e luoghi ti restano nel cuore, anche se vieni da lontano, anzi lontanissimo. La storia di Javier Zanetti è conosciuta a tutti: il calciatore argentino classe 1973 arrivò a Milano per giocare nell’Inter nel 1995 insieme a Rambert. Dei due lui era il calciatore con meno prospettive e abilità e in pochi avrebbero potuto immaginare che, invece, sarebbe stato l’unico dei due a restare all’Inter e a concludere lì la carriera. Il suo status di leggenda nerazzurra, confermato in 18 stagioni consecutive, è così grande che la nuova proprietà cinese lo ha invitato ad occupare l’incarico di vice presidente. E, seppur sia legato sempre alla sua Argentina, dove ha fondato la Fondazione Pupi che aiuta i meno fortunati, Zanetti ha da sempre deciso di stabilire la sua residenza sul lago di Como. Il ridente ramo che parte da uno dei laghi più conosciuti d’Italia e stupisce tutti coloro che lo visitano per la sua bellezza è il luogo scelto per vivere da chi non può star lontano dallo sport.

“Cristiano Ronaldo et Javier Zanetti” by Ludovic Péron (CC BY 2.0)
Tifosissimo della nazionale argentina, che secondo William Hill è una delle nazionali dalle prospettive migliori ai prossimo mondiali di Russia, il Capitano, come lo chiamano a Milano, ha sempre spiccato per la sua massima dedizione al lavoro. Difendendo sia la maglia dell’Inter sia quella dell’Albiceleste, Zanetti si è dimostrato un professionista serio ed encomiabile in ogni partita. Raramente protagonista di match negativi e mai di episodi incresciosi, questo argentino adottato da Como è andato in goal poche volte, ma quando l’ha fatto è stato in occasioni importanti, come per esempio contro la Lazio in finale di Coppa Uefa nel 1998 e contro la Roma in una partita fondamentale per lo Scudetto. Non va dimenticato neanche il suo gol del 2-2 nell’appassionante ottavo di finale del mondiale 98 in Francia, quando di sinistro trovò il pareggio dopo una giocata programmata da Veron e Batistuta. In campo pochi correvano come lui e, soprattutto, nessuno aveva la sua duttilità tattica: capace di giocare terzino destro o sinistro indifferentemente, realizzò quella che forse fu la sua miglior stagione nell’anno 2009-10, proprio quando l’Inter vinse lo storico triplete e lui occupò il ruolo di mediano insieme al connazionale Esteban Cambiasso nel solido 4-2-3-1 di José Mourinho.

“A journey across Lago di Como LXXXVII” by Pedro (CC BY 2.0)
Amante della natura e degli animali, Zanetti decise da subito di vivere a Como sia per stare vicino al centro di allenamento di Appiano Gentile sia per poter godere delle bellezze del paesaggio circostante. Spesso, infatti, è possibile vederlo in bicicletta con la moglie Paula e i suoi due figli. Se qualcuno lo riconosce, il capitano non lesina autografi né foto: il cuore d’oro di un calciatore diverso dagli altri si vede anche in queste cose. Zanetti, figura dell’Inter di ieri e di domani, continuerà sicuramente a dare sorrisi agli appassionati di calcio e ai bambini meno fortunati grazie al suo impegno calcistico e sociale, da buon comasco qual è diventato.