Quando il gioco si fa duro, la UnipolSai non sbaglia mai: è ancora finale tricolore




Altra grande prova dei brianzoli. Orgoglio e grinta nella bella contro il Santa Lucia Roma. Ora la Champions prima della sfida a Giulianova
È la sesta finale scudetto consecutiva della UnipolSai Briantea84 di basket in carrozzina. Dal 2013 la squadra canturina è sempre in corsa per il tricolore, questa volta al termine di una serie di semifinale fatta di sudore, errori, giornate no, fatica, grinta e determinazione. Contro un avversario che ha spinto al massimo per rientrare nelle sfide che contano, un Santa Lucia Roma che per tre volte ha provato a spodestare i biancobù, l’ultima nel decisivo match di Seveso finito 64-55 per gli uomini di coach Marco Bergna.
La UnipolSai ancora una volta ha saputo risorgere, ripartendo quando le cose prendevano una brutta piega, compensando i tiri storti con una difesa impenetrabile, credendoci fino alla fine. Cifra distintiva di una stagione con molte più incognite del passato, con avversari sempre più competitivi e sorprendenti. Top scorer di gara 3 Adolfo Berdun, in campo dopo un infortunio in allenamento, anche se gli episodi decisivi sono transitati dalle mani di Alberto Esteche con la bomba del 56-52 e Ian Sagar che a +1 (2’ alla sirena) ha inventato il canestro più fallo che ha spento i sogni di Roma.
“Sapevamo che sarebbe stato difficile, Roma è venuta per darci filo da torcere – ha ammesso Bergna -, come sempre in questa serie semifinale la partita è stata altalenante con momenti di grande margine per noi e rientri da parte del Santa Lucia. Consumiamo moltissime energie in una difesa impeccabile e ogni momento di allentamento è stato pagato. Li abbiamo rimandati indietro anche quando alla fine sembravano davvero intenzionati a farci uno sgambetto: tutti i ragazzi hanno fatto uno straordinario lavoro, le rotazioni sono servite a trovare tutti pronti. Una grande impresa compiuta da una grande squadra. Ora ci aspetta una settimana di pausa che in realtà ci permetterà di spegnere per un attimo i riflettori sul campionato italiano e concentrarci sulla Champions League. Prima di pensare a Giulianova, a cui facciamo i nostri complimenti per la finale conquistata dopo 35 anni di lavoro, dovremo mettere la testa sull’Europa. Non c’è tempo per fermarsi e compiacersi, ora viene il bello e dovremo farci trovare pronti”.