Davide Marranchelli racconta di migranti economici giornalieri in “Così lontano, così Ticino”

26 aprile 2018 | 08:08
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Davide Marranchelli racconta di migranti economici giornalieri in “Così lontano, così Ticino”

Abbiamo anche noi comaschi i nostri bei clandestini, Davide Marranchelli, autore, regista e interprete di “Così lontano, così Ticino”,  al debutto nazionale sabato 28 aprile al Teatro San Teodoro, racconta di come i bambini italiani clandestini in Svizzera, erano sepolti vivinei loro bugigattoli alle periferie delle città industriali. Coi genitori che, terrorizzati dalle denunce dei vicini, raccomandavano loro: non fare rumore, non ridere,non giocare, non piangere. Il fenomeno dei Versteckte Kinder, bambini nascosti, è proseguito con numeri diversi fino agli anni ’90: bambini costretti a seguire in Svizzera i genitori lavoratori stagionali, ma per legge clandestini, impossibilitati al ricongiungimento famigliare.

E se questo è il passato, i 60.000 italiani che ogni giorno varcano il confine come frontalieri, cui vanno sommati i 500000 residenti stabilmente oltreconfine, sono i migranti nord italici. “Così lontano, così Ticino” è il racconto di una follia che diventa realtà, un gioco teatrale che sviscera, esasperandolo, il rapporto controverso che hanno con la Svizzera i nostri migranti economici, la frustrazione e l’ ammirazione verso un paese che gli dà da mangiare e lo detesta allo stesso tempo.

Per allestire lo spettacolo Marranchelli ha pensato di far parlare due Versteckte Kinder, bambini nascosti. Loro sono i protagonisti di questa commedia grigio/nera, cresciuti in una situazione di disagio, senza poter vedere la luce del sole, studiare, giocare al parco come i loro coetanei, profonde paure, da un folle desiderio di rivalsa verso una Svizzera che non li voleva e che non li vuole ancora oggi.

Il 25 settembre 2016, il Canton Ticino ha approvato, tramite referendum, l’articolo costituzionale “Prima i nostri”, che invita a privilegiare, nelle assunzioni, la manodopera indigena. Cosa fare per vendicarsi, per dare un segnale forte, segnare una volta per tutte l’animo e l’opinione pubblica Svizzera? Rapire Mina, ecco la soluzione. Mina, la tigre di Cremona.  Nata a Busto Arsizio. Residente a Lugano. Riportarla a casa, come la Monna Lisa.

Teatro Comunale San Teodoro di Cantù

Sabato 28 aprile ore 21.00

COSì LONTANO COSì VICINO

Testo e regia Davide Marranchelli

Con Davide Marranchelli, Stefano Panzeri

COSTO DEL BIGLIETTO

INTERO | 15 €

RIDOTTO | 13 €

RIDOTTO 50% (under 14, portatori di handicap)| 7,5 €

RIDOTTO SOCI BCC (presentando tesserino soci in biglietteria) | 12 €

PRENOTAZIONI E ACQUISTO BIGLIETTI

Mail:biglietti@teatrosanteodoro.it

Biglietteria: lun/mar/giov dalle 17 alle 20; merc/ven dalle 10 alle 13

Sito:www.teatrosanteodoro.it

davide marranchelli

Notarella aggiuntiva di Davide Marranchelli

Da comasco ho sempre vissuto il fatto di vivere nel ricco nord come un gap teatrale: la Lombardia non ha “sfighe” conclamate, siamo l’eccellenza d’Italia come organizzazione, occupazione, qualità dei servizi. Siamo ricchi!

Quindi? Quale conflitto può raccontare il teatro in un posto dove va tutto bene?

Eppure siamo cresciuti immersi in una realtà incredibilmente diversa dal resto d’Italia, quasi senza accorgercene. Per noi delle province di confine è semprestato normale avere lo zio a Basilea, il cugino a Ginevra, una sorella o una fidanzata lavoratrici in Svizzera, i nonni ex dipendenti dellaLindt, la nonna contrabbandiera di sigarette.

Como, la ricca Como, minacciata dalle orde migratorie è essa stessa una città di migranti giornalieri, lo è sempre stata, e non me ne ero mai accorto. Finalmente posso raccontare qualcosa che conosco da vicino: un rapporto, quello con il Ticino, molto controverso. Se da una parte i frontalieri “portano a casa i soldi”, dall’altra spesso nascondono l’insofferenza per essere trattati da “Italiani”, lavoratori che si accontentano di un salario basso, spesso accompagnati dai classici pregiudizi, espressi dalla barzelletta raccontata serenamente dall’ex sindaco socialista di Berna, Alexander Tschappat.

“Sapete perché «gli italiani sono così bassi»?

«La mamma dice di non crescere, altrimenti, se diventano alti , devono andar e a lavorare».”