5Stelle e Lega, accordo quasi fatto. Due comaschi nel toto-ministri: Molteni e Borghi
Giornata convulsa, ma forse decisiva per l’intesa. Resta l’incognita sul Premier.
Mentre tecnici e parlamentari di Lega e M5S cercano di trovare la quadratura per stilare un contratto di governo che permetta di aprire le porte di Palazzo Chigi, crescono i rumors sui possibili nomi che andranno a riempire le caselle ministeriali del governo che si profila all’orizzonte. Tra quelli che circolano in queste ore, si fanno spazio Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, già indicati nella squadra di governo presentata da Di Maio prima delle elezioni. Fraccaro, nel frattempo, è stato nominato questore anziano alla Camera, impegnato in prima linea sulla partita vitalizi, dunque le sue quotazioni in un eventuale esecutivo Lega-M5S sono date in calo. Il nome di Bonafede, invece, è in ascesa, ma il grillino potrebbe contendersi il ministero di via Arenula con Giulia Bongiorno, al suo secondo mandato in Parlamento, stavolta in quota Lega.
Sul fronte Lega, tra i nomi più gettonati quello di Giancarlo Giorgetti, il Richelieu di Salvini: scendono le quotazioni da premier ma salgono quelle che lo vorrebbero al ministero dell’Economia, uno dei dicasteri più complicati sul percorso ad ostacoli dell’accordo Lega-M5S. In ascesa anche il nome di Armando Siri, ispiratore della legge sulla flat tax, per lo Sviluppo Economico o i Trasporti, di Claudio Borghi, consigliere comunale a Como, per l’Agricoltura e dell’economista Alberto Bagnai per l’Istruzione. Altro veterano spendibile per un governo ‘giallo-verde’, Roberto Calderoli, già ministro con Silvio Berlusconi e con il quale ha sempre mantenuti canali aperti. Oggi Calderoli era presente al tavolo tecnico sul contratto di governo. Circolano inoltre i nomi di due parlamentari molto vicini a Salvini: Nicola Molteni, canturino, attualmente a capo della commissione speciale di Montecitorio, e Raffaele Volpi, parlamentare di vecchio corso e ‘artefice’ dell’approdo della Lega nel Meridione: per quest’ultimo crescono i rumors di un ruolo da ministro dei Rapporti con il Parlamento.