Hanne Ørstavik, dalla Norvegia al Lario: grande protagonista a Parolario 2018

21 giugno 2018 | 10:05
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Hanne Ørstavik, dalla Norvegia al Lario: grande protagonista a Parolario 2018

Autrice di 12 romanzi di successo, la scrittrice è considerata una star nel suo paese. Prima volta sul lago

A Bordeaux c’è una grande piazza aperta è uno dei primi romanzi della scrittrice norvegese ad arrivare in Italia e gli organizzatori di Parolario non hanno voluto perdere l’occasione di ospitarla a Como. Autrice di 12 romanzi di successo, è oggi considerata una delle scrittrici scandinave più famose e celebrate (basterebbe enumerare i tantissimi premi vinti), ma da noi è un’acquisizione estremamente recente, questo romanzo è il primo ad essere tradotto da noi, risultato possibile grazie all’impegno dell’editore Ponte delle Grazie, della traduttrice Sara Culeddu e della stessa Ørstavik che ha attivamente partecipato alla trasposizione del romanzo in lingua italiana. Infatti da poco l’autrice ha scelto proprio il Bel Paese come dimora e durante l’incontro non ha mancato di spiegare quali sono per lei i vantaggi di vivere qui.
Sala piena, come c’era da aspettarsi, grazie alla magistrale conduzione di Katia Trinca Colonel, Ørstavik, che ha preferito parlare in piedi, ha raccontato il tema principale del romanzo: «L’incontro, che è anche un dono. Possiamo desiderarlo, sognarlo, averne bisogno, ma in realtà non possiamo forzarlo, né pretenderlo. Possiamo solo osare, sperare e aspettare. La grande piazza aperta la penso come questo posto – fuori e dentro – dove l’incontro può avvenire». Per questo, spiega l’autrice, il romanzo è ambientato a Bordeaux, città di porto e quindi luogo di incontro per antonomasia, ma anche crocevia tra il fiume e l’oceano, acque profondamente diverse, fin nella loro chimica, che si incontrano e si fondono. «La grande domanda del romanzo – fin dall’incipit – è se sia possibile incontrarsi per davvero». Ovviamente la risposta a questo quesito non arriva durante la presentazione di Parolario, dovete leggervi il libro, però una cosa Ørstavik ce la preannuncia: l’incontro è anche «l’evento più spaventoso che possiamo affrontare, perché per accettarlo è necessario essere aperti e nell’apertura siamo anche vulnerabili, accettiamo consapevolmente il rischio di essere feriti».

Sarebbe sbagliato classificare l’autrice come una scrittrice di romanzi rosa. Non che questo ne sminuirebbe il valore, ma nei romanzi della norvegese c’è anche qualcos’altro, una ricerca profonda del sé, che fa sfociare domande universali, riguardo alla più profonda intimità personale.
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