Attilio Terragni: “Ecco perchè l’Asilo Sant’Elia è un patrimonio per tutta la città”
Da qualche giorno l’asilo Sant’Elia in via Alciato a Como è aperto al pubblico per eventi culturali che continueranno fino alla ripresa dell’attività didattica. L’apertura della struttura segna un importante passo nell’ambito del protocollo d’intesa tra l’associazione Archivio Terragni e il Comune di Como per la valorizzazione e promozione dell’architettura di Giuseppe Terragni, percorso finalizzato all’ottenimento da parte dell’Unesco del riconoscimento di “Patrimonio Culturale dell’Umanità” per l’architettura Razionalista della Città di Como. La collaborazione tra Comune ed Archivio Terragni sarà occasione per migliorare la manutenzione degli edifici razionalisti e per individuare soluzioni condivise sul loro utilizzo.
Inaugurato nell’ottobre del 1937 su progetto di Giuseppe Terragni, l’asilo è un edificio di rilievo nel panorama architettonico italiano, un esempio concreto di come l’architettura possa avere anche una funzione pedagogica come scrive Luigi Cavadini nel suo testo “Architettura Razionalista nel territorio comasco”: Questa tensione verso la libertà e a favore di un nuovo approccio (ancora oggi moderno) ai problemi pedagogici si sente appieno nella articolazione degli spazi interni che non confinano (le pareti che separano le aule sono mobili), ma tendono a confluire gli uni negli altri. Questa logica trova rispondenza negli innesti delle varie parti che si inseguono e si incontrano in un gioco capace di rendere la contiguità non necessità, ma felice esito di una intuizione.
L’architetto Attilio Terragni, nipote di Giuseppe e archivista con la sorella Maddalena dell’eredità scientifica del celebre architetto razionalista, partendo dalla sua personale esperienza con l’asilo Sant’Elia, ci ha parlato del luogo, di felici illuminazioni e di bambini.