Maxi Dellagiacoma si è diplomato cuoco professionista all’ ALMA la scuola fondata da Gualtiero Marchesi

Eccolo felice mentre mostra il diploma Massimiliano Dellagiacoma, 25 anni, di Laglio, fresco diplomato Cuoco Professionista, insieme con altri 68 ragazzi provenienti da tutta Italia per la XL edizione del Corso Superiore di Cucina Italiana all’ ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana. Massimiliano continua una tradizione comasca di studenti alla prestigiosa scuola con sede a Colorno, in primavera si è diplomato Marco Santaera di Tavernerio e, lo scorso anno, Veronica Capoti, Questo uno dei piatti preparati da Massimiliano Dellagiacomo nella prova finale.

Il miglior studente della 40^ edizione del Corso Superiore di Cucina Italiana ha 21 anni e arriva da Matera, si chiama Michele Di Già. Arrivato all’ALMA senza alcuna conoscenza specifica in cucina, è ora stabilmente nella brigata del Ristorante “Osteria Francescana”, sotto la guida dello chef Massimo Bottura, da pochi mesi tornato sul tetto del mondo, avendo conquistato per la seconda volta (dopo quella del 2016) la testa del World’s 50 Best Restaurants. A Modena, sempre al fianco Bottura, il ragazzo ha trascorso anche gli ultimi cinque mesi, nell’ambito dello stage formativo legato al Corso Superiore di Cucina Italiana. Insieme a Di Già, ALMA ha assegnato il diploma di Cuoco Professionista di Cucina Italiana ad altri 68 ragazzi (tra cui 12 donne), provenienti da tutta Italia.
A valutare il grado di preparazione dei candidati è stata una commissione mista, composta da docenti ALMA, sotto il coordinamento del Direttore Didattico chef Matteo Berti, e da 51 visiting chef, che, insieme, totalizzavano 26 stelle Michelin. Tra i giurati presenti, l’executive chef Riccardo Monco, del Ristorante tristellato “Enoteca Pinchiorri”; in rappresentanza di ristoranti bi-stellati, Valeria Piccini, chef patron del Ristorante “Da Caino”, Simone Monco, sous chef di Antonino Cannavacciuolo a “Villa Crespi” e Christian Conidi, sous chef al Ristorante “Antica Corona Reale”.
Come spiega il Direttore Generale Andrea Sinigaglia, «In virtù di un percorso didattico sfidante, della durata di 10 mesi, che è culminato nello stage prima e nell’esame finale poi, sotto lo sguardo di alcuni tra i più grandi interpreti della Cucina Italiana d’autore, i nostri diplomati sono ora pronti ad affrontare le difficoltà del lavoro quotidiano: emblematica, in questo senso, è la parabola professionale di Di Già, subito assunto da quello che è considerato dagli addetti ai lavori il miglior ristorante al mondo. Secondo la banca dati Excelsior di Unioncamere, il 69% dei potenziali datori di lavoro denuncia ancora difficoltà nel reperire personale di cucina qualificato. Nel 50,7% dei casi, l’ostacolo principale è rappresentato da una preparazione inadeguata. Studiare in ALMA garantisce l’acquisizione non solo di una forte etica e delle tecniche di lavoro corrette ma anche di competenze trasversali molto importanti per la professione di cuoco: mi riferisco, ad esempio, alla capacità di lavorare in gruppo – promuoviamo attività di team building ad hoc – e all’utilizzo di strumenti e tecnologie d’avanguardia. Per noi è poi fondamentale aiutare i ragazzi a maturare una riflessione su tematiche sensibili come quelle della sostenibilità ambientale, del risparmio energetico e del riuso: non dimentichiamo che in Italia, in media, si sprecano tuttora 110 kg di cibo all’anno a persona».