Strage di Erba e l’inchiesta delle “Iene”, rabbia dei Castagna:”Torbide menzogne”

28 ottobre 2018 | 10:45
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Sfogo sui social dei fratelli di una delle vittime di via Diaz. La loro presa di posizione. Leggi tutto qui

Adesso basta. E così dopo tante puntate fatte di ricostruzioni e di insinuazioni decisamente devianti rispetto alla verità dei giudici di Como, di Milano e di Roma, ecco che anche loro hanno detto basta. I fratelli Pietro e Beppe Castagna utilizzano i social (Facebook in particolare) per far sentire la loro rabbia e la loro indignazione per quello che l’inchiesta della trasmissione “Le Iene” di Italia 1 sta facendo da alcune settimane. Una ricostruzione che i Castagna definiscono piena di “torbide menzogne ed attacchi personali fatti per avere audience o crearsi visibilità”.

E sui social, dopo lo sfogo dei Castagna, esplodono le reazioni. Moltissimi con loro. Ed allora ecco che vogliamo riportare integralmente il loro pensiero e le loro riflessioni su questo delicato argomento.

Purtroppo la superficialità è meno faticosa del pensiero consapevole, ed essendo quindi più facile, trova spesso terreno fertile in persone incapaci di capire che qualcuno sta vendendo delle menzogne spacciandole per verità, 
manipolando, omettendo, ricucendo ad arte, … 
perchè è più facile farsi convincere che capire

Abbiamo vissuto anni di processi, visto decine di periti,
ascoltato centinaia di ore di dibattiti,
non dieci minuti di trasmissione tra uno stacchetto della Marcuzzi e l’altro,
ma davanti a una corte di primo grado a Como, 
di secondo grado a Milano, una corte di cassazione a Roma 
in anni di processo, tre gradi di giudizio davanti a 26 giudici, davanti a noi parenti delle vittime,
non davanti ad una telecamera, non davanti a quel perverso meccanismo che deve solo “vendere” non verità, 
ma torbide menzogne,
menzogne tanto vigliacche che insinuano, 
tanto vigliacche da parlare di noi
e che d’ora in poi non lasceremo più impunite

Il problema è che in questo meccanismo perverso
ci sono vittime, persone e sentimenti, 
non un prodotto, non una nomination del Grande Fratello, 
non una discussione da bar, non un rigore mancato su un campo di calcio,
ma delle persone, con una vita o quello che ne rimane di essa, e sopravvivere, da anni, a questo meccanismo 
non solo è difficile, ma profondamente ingiusto

-premiditazione
-movente
-confessioni ( che io chiamerei rivendicazioni ) 
-testimone oculare
-tracce ematiche
-intercettazioni
-ammissioni annotate in carcere
potreste anche non essere convinti di qualcuna di queste cose, ma non potete credere che tutto sia davvero frutto di un complotto

Ora, non sta a noi, né difendere la procura né gli inquirenti né il loro operato,
consentiteci di difendere però la verità, 
che per noi è solo una, 
consentiteci di essere indignati e increduli nel sentire gente che definisce i colpevoli come innocenti vittime di una giustizia sommaria e faziosa, definiti addirittura come 
“un gigante buono e una gracile signora” 
questo gigante buono e questa gracile signora hanno ucciso brutalmente nostra madre, nostra sorella, nostro nipotino, la signora Valeria, hanno tentato di uccidere il signor Mario, spezzando pochi anni dopo la sua vita e pochi mesi fa la vita di nostro padre, facendo vivere a me e a Beppe, a Elena e Andrea Frigerio un incubo continuo .

La superficialità è meno faticosa del pensiero consapevole
e chi sfrutta questa debolezza di molti
solo per fare audience o per crearsi carriere o visibilità, 
è un vigliacco

Pietro e Beppe Castagna