Borghese senza documenti, maxi-attesa a Sesto: il precedente di Lombardi a Milano



Campionato 78/79, il centrocampista non può scendere in campo. Ieri il direttore di gara, di Pisa, ha aspettato quasi 40 minuti
Uno dei pochi casi fino ad ora registrati nei vari campionati di calcio: quello che Pro Sesto e Como hanno vissuto ieri pomeriggio allo stadio Breda di Sesto. Con le due squadre che hanno atteso quasi 40 minuti (37 per la precisione) prima di scendere in campo. E questo perchè il direttore di gara (Marco Emmanuele di Pisa), durante l’appello prima della gara, si è accorto che il difensore del Como Borghese era senza documento d’identità. Panico. Che fare ? Come poter fare ? Impossibile rientrare a Como a prendere il documento, alla fine ha vinto il buonsenso: il ragazzo è stati identificato dalla polizia presente allo stadio, circostanza accettata anche dalla formazione di casa con grande sportività.
Ma cosa dice il regolamento per le gare di campionato ? Ecco qui, di seguito, il dettaglio4
Se un giocatore è sprovvisto di documento o non ha un documento valido, non può giocare, salvo il diritto della sua Società di usufruire del tempo d’attesa per poter reperire il documento.
Vediamo dunque quali sono gli unici documenti di identificazione che il regolamento ritiene validi :
A) attraverso la propria personale conoscenza;
B) mediante un documento di riconoscimento ufficiale rilasciato dalle Autorità competenti;
C) mediante una fotografia autenticata dal Comune di residenza o da altra Autorità all’uopo legittimata o un notaio;
D) Mediante apposite tessere eventualmente rilasciate dalle Leghe , dal Settore per l’Attività Giovanile e Scolastica e dai Comitati.
Le fotocopie dei documenti sono accettate purché autenticate: stesso discorso vale per le scannerizzazioni a colori.
Una denuncia di smarrimento del documento non può essere ritenuta un documento valido per l’identificazione poiché sprovvista di fotografia, nemmeno il fatto che il documento sia stato smarrito o rubato poche ore prima può servire come giustificazione.
L’abbonamento dell’autobus, la tessera sanitaria o la tessera della palestra non sono documenti validi anche se contenenti fotografie, poiché non rilasciati dalle Autorità competenti.
Le dichiarazioni sull’identità di un calciatore firmate dai dirigenti servono solo se “IN PRESENZA DI UN DOCUMENTO VALIDO” l’arbitro non riesca a riconoscere il calciatore che ha davanti, supponiamo che il calciatore abbia la carta d’intentità rilasciata 5 anni prima e dalla foto non si sia certi dell’identità dello stesso, in questo caso oltre all’eventuale richiesta di un ulteriore documento (che non necessariamente potrà essere disponibile), l’arbitro dovrà mettere in atto ogni metodo che ritiene idoneo per identificare il calciatore che comunque deve essere ammesso al gioco.
Quest’ultimo punto riguarda solamente i calciatori che hanno un documento valido dal quale non sia possibile identificarli.
IL PRECEDENTE: LOMBARDI NON GIOCA MILAN – AVELLINO
Campionato di serie A 78/79, a Milano arriva il neo-promosso Avellino. Il tecnico della formazione irpina, Marchesi affida il numero dieci sulle spalle di Adriano Lombardi, storico capitano, anche ex leader del Como, poi stroncato dalla Sla. Poiché non ci sono ancora i cartellini federali (non ancora pervenuti alle società) la distinta è compilata tramite documenti d’identità, manca, però, quello di Lombardi:<<L’avrete voi>> incalza il rosso di Ponsacco nei confronti di Stazi (dirigente accompagnatore) che ribatte: <<Te l’abbiamo restituito>>. Mentre la polemica interna resta, bisogna trovare una soluzione.
Negli spogliatoi si presenta un notaio di Avellino per il riconoscimento, ma non può testimoniare perché fuori dal distretto di competenza. Nel concitato pre-match si cerca anche una polaroid in modo da preparare una foto per chissà quale documento. Lombardi perde la pazienza. Mattei è inflessibile e, secondo la Gazzetta dello sport, dichiara: <<Lombardi, la conosco benissimo, però a norma di regolamento senza un documento ufficiale di riconoscimento non posso autorizzarla ad andare in campo>>. Nascono contraddizione e smentite. La lega, in una comunicazione del 26 luglio 1978, scrive: Per i giocatori sprovvisti di tessera federale e di un documento d’identità è necessario, sempre che gli stessi siano riconosciuti personalmente dall’arbitro, una dichiarazione scritta dell’arbitro stesso. Se Mattei ha veramente detto tale frase a Lombardi, avrebbe dovuto, e potuto, farlo giocare tramite una sua dichiarazione. Lombardi non gioca, si parla addirittura di una ripetizione della gara in quanto l’Avellino, forzatamente, ha dovuto rinunciare al suo capitano. La società, volontariamente, non attua nessun ricorso e Iapicca, al termine della gara, commenterà: <<Siamo sportivi e accettiamo il verdetto del campo>>.