Prevenzione del territorio: se ne parla in un convegno pubblico con l’Ordine degli Ingegneri

L’Ordine degli Ingegneri della provincia di Como è attento alla cura del territorio e in particolare alla prevenzione del dissesto idrogeologico e del rischio sismico. I recenti fatti di cronaca mostrano ancora una volta come sia necessaria un’ulteriore riflessione su queste tematiche. Per questo motivo è in programma sabato prossimo, 24 novembre, il convegno dal titolo “PREVENZIONE DEL TERRITORIO: RISCHIO SISMICO E DISSESTO IDROGEOLOGICO”.
L’evento, aperto a tutta la cittadinanza, si terrà alle 17.30 nell’Auditorium “Scacchi” della Camera di Commercio di Como
(via Parini, 16). Relatori dell’iniziativa saranno Massimo Mariani, consigliere nazionale degli ingegneri e esperto di rischio idrogeologico e sismico, Vincenzo Giovine, geologo e vice presidente del Consiglio Nazionale Geologi e Tiziana Arena, responsabile provinciale della Protezione Civile. Moderatrice sarà la giornalista Francesca Indraccolo.
“Lo scopo del convegno è di favorire la cultura della prevenzione sismica e idrogeologica per un concreto miglioramento delle condizioni di sicurezza della popolazione e del patrimonio immobiliare – spiega Mauro Volontè, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Como –.Il territorio comasco è caratterizzato da una bassa pericolosità sismica, classificato come zona 4 in una scala da 1 a 4, e tale da non generare allarmismo. Nonostante ciò, si deve porre attenzione e far comprendere al cittadino quali siano i possibili rischi per la propria abitazione”.
Le recenti tragedie causate dal maltempo, purtroppo iniziano a ripetersi ogni anno con triste regolarità e dimostrano come anche il territorio comasco non sia immune dal dissesto idrogeologico. “Come più volte sostenuto dal Consiglio Nazionale degli ingegneri – aggiunge Volontè – occorrono politiche e norme di accompagnamento che innalzino da subito la sicurezza della popolazione”.
Tra le soluzioni servono investimenti per realizzare tutte le opere di adeguamento e contenimento del rischio idraulico e per il monitoraggio del rischio idrogeologico.
Questo infatti, non è un rischio statico, ma un rischio dinamico che investe in primo luogo le competenze dell’ingegnere idraulico, ma non solo. “Serve anche una attenta e costante manutenzione del territorio per ridurre gli eventi come frane e alluvioni che mettono a rischio l’incolumità della popolazione, degli edifici e dei beni culturali – spiega Volontè -. Grazie alla Protezione Civile e ai Vigili del Fuoco abbiamo un’ottima macchina dell’emergenza, ma si deve invertire la marcia, passare dall’emergenza alla prevenzione. La vera rivoluzione riguarda la prevenzione che è il modo migliore per spendere oggi i soldi che risparmieremo domani”.
Ruolo fondamentale nelle emergenze è quello della Protezione Civile. “Cosa è esattamente questa Protezione Civile di cui tanto si sente parlare, ma che in realtà non è così facile definire? In che modo la Protezione Civile, che tutti conosciamo come una macchina discretamente efficace nel prestare soccorso ed assistenza in caso di disastro, può e deve agire nel campo della prevenzione dei rischi? – aggiunge Tiziana Arena -. Queste sono alcune delle domande alle quali si cercherà di rispondere nel corso del convegno tentando nel contempo di evidenziare cosa è stato fatto, cosa si sta facendo e cosa sarebbe indispensabile riuscire a fare, nei prossimi anni, anche nella nostra provincia, per cercare di mitigare il rischio”.
Numerosi studi sono stati fatti per prevedere rischi e conseguenze ma spesso il lavoro degli ingegneri e di altri esperti resta su documenti mai messi in atto. “Ma se sappiamo, perché non interveniamo? – spiega Massimo Mariani – . Purtroppo il tema si scontra da sempre con la volontà da parte della politica, in genere, di manifestare la propria disponibilità successivamente all’evento luttuoso e non in termini di prevenzione, perché da sempre la politica ha evitato di fare programmi. Ci sono stati tentativi di organizzare dei sistemi di verifica e prevenzione sulla base dei riscontri, come nella precedente legislatura con il provvedimento Italia Sicura, poi però tutto si è fermato. Quando si fanno programmi su questi temi, la politica parla sempre di grandi cifre, conteggiando miliardi e miliardi per sistemare. Questo è uno sbaglio perché i soldi non ci sono e quindi la
promessa diventa demagogia. Si dovrebbe creare, sia dal punto di vista sismico che idrogeologico, un censimento nel quale si faccia una gerarchia delle necessità, partendo dalle più importanti, iniziando così da ciò che potrebbe causare danni seri”.
Gli eventi alluvionali connessi con gli intensi fenomeni meteorologici che si sono verificati all’inizio del mese di novembre, che hanno riguardato tutto il territorio nazionale, hanno riportato così l’attenzione sul tema del dissesto idrogeologico. “Insieme agli altri esperti del territorio e della gestione delle emergenze – dice Vincenzo Giovine – cercherò di illustrare, da geologo, un quadro generale delle problematiche e delle fragilità tipiche di un territorio, cercando di contestualizzare, per quanto possibile, nell’ambito della provincia di Como”.
Per tutti gli esperti resta una prevenzione attenta e ben organizzata un passo fondamentale, anche alla luce di cambiamenti climatici. “L’argomento principale rimane la prevenzione, che non può prescindere dalla conoscenza del territorio e delle sue peculiarità, nonché dal corretto utilizzo delle informazioni tecniche acquisite e contenute nei Piani di Governo del Territorio, nei Piani di emergenza comunale – conclude il geologo -. Tali elaborati per essere efficaci ed utili strumenti di prevenzione devono essere diffusi e conosciuti a tutti i livelli, in modo tale che le istituzioni, gli enti locali, soprattutto i cittadini, siano consapevoli e in grado di convivere con le criticità del territorio”.