Lunedì del Cinema: l’inferno quotidiano di Mirko e Manolo ne “La terra dell’abbastanza”




Ultimo mese del 2019 la rassegna dei Lunedì del Cinema allo Spazio Gloria va verso il girodi boa il 3 dicembre con “La terra dell’abbastanza” dei registi Damiano e Fabio D’Innocenzo, premiati con il Nastro d’Argento per il miglior esordio.
Il film fotografa la periferia romana come già altre pellicole (Fiori, Cuori Puri ecc..), hanno già fatto. Una suburra di crimine e degrado alla quale “La terra dell’abbondanza” aggiunge la versione dei gemelli D’Innocenzo che hanno rovesciato il senso di questa nuova corrente cinematografica con un’opera ruvida, mai consolatoriao vanagloriosa, piena di realtà di una terra abbandonata in cui non ci sono eroi che sparano o ragazzi col destino segnato, ma giovani uomini destinati ad andare inesorabilmente nella direzione sbagliata.
Mirko e Manolo sono amici, vivono in un quartiere periferico di Roma e frequentano la scuola alberghiera, che sperano di finire al più presto per poter fare i bartender. Una sera, a bordo della loro utilitaria, investono un uomo e scappano senza prestargli soccorso. Dopo gli iniziali sensi di colpa i due amici scoprono che quell’evento tragico può essere un’opportunità per loro. L’uomo investito, come rivela Danilo, padre di Manolo, era un “pentito” del piccolo clan dei Pantano, criminali della zona, e Mirko e Manolo si guadagnano il diritto di entrare nel clan, ottenendo il rispetto e il denaro che non hanno mai avuto. Un biglietto d’ingresso per l’inferno che scambiano per un lasciapassare verso il paradiso
Sotto la guida del malavitoso Angelo, i due amici iniziano a lavorare per il clan come killer, uccidendo alcuni debitori per conto dello stesso Angelo, senza la reale consapevolezza delle loro azioni. Il potere che ottengono dai soldi non impedisce però che Mirko si allontani sempre di più dai suoi affetti: si separa dalla sua fidanzata Ambra e litiga con sua madre Alessia. Dopo un po’ di tempo, Manolo e Mirko ottengono un altro incarico da Angelo: uccidere un ex-pugile rifugiatosi nel reatino. Manolo riesce ad uccidere il pugile senza problemi, ma un istante dopo si punta la pistola alla tempia e si uccide. Mirko, sconvolto per l’estremo gesto dell’amico, decide dopo una lunga riflessione di andare alla polizia a denunciare tutto, ma un istante prima di entrare in caserma, viene freddato da un colpo di pistola proveniente da un’auto.
Nella terra dell’abbastanza dove si ritrovano a vivere Mirko e Manolo, non c’è nulla di epico, non c’è la voglia di arraffare, di avere tanto e in modo semplice, non c’è sfarzo, non c’è vizio. Ci sono due ragazzi di diciotto anni che entrano in un mondo malavitoso e squallido, nel quale agiscono privi di una reale volontà.

Per questo loro lungometraggio d’esordio, i romani Fratelli D’Innocenzo, classe 1988, cresciuti tra pittura e fotografia, citano nelle note di regia le parole di Italo Calvino: “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, dargli spazio”.
Dalla teoria alla pratica, il passo qui è breve, e la periferia romana, assurta ormai a genere a sé tra amore e crimine, drammi e passioni, noir e commedia, realismi e neorealiasmi vari, diventa nella Terra dell’Abbastanza territorio esplorativo, dimostrativo, tuttavia non didascalico. L’inferno dei due ragazzi ha i contorni e le viscere, la carne di un corpo e di un luogo tanto anonimo quanto brutale; concreto e astratto, sospeso. Pesa tantissimo, allora, quell’abbastanza, perché non definisce, non caratterizza nulla, e così l’inferno sa normalizzarsi, formalizzarsi magari in un selfie meno infernale, in mezzo a un male inghiottito e poi continuamente riprodotto nel quotidiano.
Spazio Gloria via Varesina – Como
3 dicembre ore 21
LA TERRA DELL’ABBASTANZA
di Damiano e Fabio D’Innocenzo
Interpreti: Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Luca Zingaretti, Max Tortora, Milena Mancini, Giordano De Piano
Nastro d’argento al miglior regista esordiente
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Le proiezioni sono riservate ai soci ARCI
Spazio Gloria via Varesina, 72