Lunedì del Cinema: “Un affare di famiglia” candidato all’Oscar come miglior film straniero



Per i Lunedì del Cinema arriva il 14 gennaio allo Spazio Gloria “Un affare di famiglia” del regista giapponeseKore’eda Hirokazu, il film vincitore della Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes e ora candidato all’Oscar come miglior film straniero. Come in “Ritratto di famiglia con tempesta” del 2016 e “Father and son” del 2’13, il regista torna ad analizzare i rapporti famigliari, letti alla luce del legame padre/figlio, che qui è esteso a tutta la famiglia in un’analisi dell’animo.
E’ un dramma sentimentale, commovente in cui lo spettatore entra dalla porta principale a far parte di una famiglia poco raccomandabile, nel Giappone moderno. Gli adulti, una nonna, una coppia, una giovane donna sono individui fondamentalmente buoni, non c’è violenza domestica, c’è solo povertà. Tutti convivono in un angusto tugurio. La pensione della nonna non è sufficiente per coprire le spese di 6 persone, e così l’unico uomo di casa insegna al ragazzino a compiere furterelli nei supermercati in base alla contorta, e sua personale, legge che “in un negozio finché la merce non è comprata non è di nessuno, a meno che il negozio fallisca”. Ciò non significa che la coppia non lavori: Osamu lavora in un cantiere edile, Nobuyo in una lavanderia industriale, Aki si esibisce in un locale per soli uomini.
Di ritorno dall’ennesimo furtarello in un supermercato, Osamu e suo figlio incrociano una bambina abbandonata a sé stessa per strada, decidendo di condurla con loro presso la loro piccola abitazione. La moglie di Osamu comincia a prendersi cura della piccola sino a quando non si scopre che i suoi veri genitori la maltrattano. Nonostante la povertà e la mancanza di legami di sangue, la piccola ritrova la felicità nel nuovo ambiente familiare. Ma un incidente fa emergere un terribile segreto.

Un Affare di Famiglia non fa che rimarcare la dote quasi unica che Kore-eda può vantare, la sua disarmante dolcezza, e allo stesso tempo riprende un po’ il discorso dell’appartenenza iniziato ai tempi di un altro suo film “Nessuno Lo Sa”, vivacizzandone il senso di solitudine nella prima parte così che l’ultimo atto sia ancora più tremendo.
Il film infatti trascorre circa 90 minuti ad immergere lo spettatore nella vita, nelle speranze e soprattutto nelle preoccupazioni quotidiane di questa famiglia idiosincratica (composta da nonna, padre, madre, sorella di quest’ultima, un figlio pre-adolescente e una figlia … ma fin dall’inizio si intuisce che c’è qualcosa che non va) per poi cambiare drasticamente timbro nell’ultimo atto, quando il regista prende i suoi personaggi e li stritola, come se volesse cavargli fino all’ultima goccia di umanità. A quel punto le profonde rotture emozionali covate nei precedenti due atti si trasformano improvvisamente in realtà, e tutte le briciole di pathos disseminate qua e là nella languida placidità della narrazione vengono inevitabilmente raccolte.
Quando ciò accade non è che sia inatteso, ma di certo è travolgente. Così come è travolgente la messa in scena minimalista di Kore-eda, che lascia ai suoi attori tutto lo spazio necessario per entrare nella pelle e nell’anima di questi personaggi, al punto in cui spariscono in essi.
Spazio Gloria via Varesina – Como
14 gennaio ore 21
UN AFFARE DI FAMIGLIA
di Kore’eda Hirozaku
Interpreti: Kirin Kiki, Lily Franky, Sōsuke Ikematsu, Sakura Andō, Moemi Katayama
Palma d’Oro al Festival di Cannes
GIAPPONE 2018
———————————————
Le proiezioni sono riservate ai soci ARCI
Spazio Gloria via Varesina, 72