Lunedì del Cinema: la formazione di un giovane uomo nella Turchia contemporanea





Nuri Bilge Ceylan, pluripremiato autore insignito della Palma d’Oro a Cannes per Il regno d’inverno, firma il film in programma il 28 gennaio allo Spazio Gloria per i Lunedì del Cinema. L’albero dei frutti selvaticiracconta una storia complessa che nasconde più strati di quanto la sua superficie apparentemente semplice, lasci sospettare.
È nella narrazione delle storie semplici, quasi ordinarie che si rivelano, a volte, i più grandi capolavori della cinematografia. Questo naturalmente accade quando gli autori riescono a descrivere personaggi ed eventi scavando nelle pieghe più intime delle loro anime, dando loro credibilità e consentendo ai fruitori dell’opera un’identificazione personale.
Sinan si è appena laureato e torna a casa, nel villaggio turco di Can. Il suo sogno è pubblicare il manoscritto su cui ha lungo lavorato e che racconta il suo mondo in maniera fortemente personale. Ma poichè non è un racconto spendibile a scopo turistico nessuno sembra interessato a pubblicarlo. Inoltre il padre di Sinan, il maestro elementare Idris, ha accumulato debiti attraverso le scommesse sulle corse dei cavalli e i suoi creditori si rivolgono continuamente al figlio per ottenere una restituzione.
Ed è il malinconico resoconto di un comune destino per due generazioni nel contesto di una Turchia che sta cambiando volto e che continua a raccontarsi come democratica, anche se è popolata da poliziotti cui è data mano libera per compiere qualsiasi nefandezza. Anche il tentativo di Idris di scavare un pozzo insieme al proprio padre e al proprio figlio per trasformare la campagna inaridita in un posto verde è destinato a fallire, ennesima illusione di un uomo che ha sempre privilegiato la bellezza al denaro, a scapito di ogni pragmatismo.
Idris, nelle parole della moglie oberata dai debiti del marito, è una figura che suscita contemporaneamente rabbia e compassione, e anche suo figlio non può fare a meno di amarlo e allo stesso tempo disprezzarlo, temendo di riconoscersi nella sua caccia all’impossibile. Per questo Sinan cerca di superare l’esame di stato che gli consentirebbe di diventare insegnante come il padre e allo stesso tempo si sforza ostinatamente di raccogliere il denaro per pubblicare il suo romanzo, Ahlat Agaci (che significa “l’albero delle pere selvatiche”) nella speranza di ottenere quel riscatto pubblico e privato che a suo padre è mancato.

Nelle tre ore e dieci di film, Sinan ingaggia con il genitore un confronto continuamente rilanciato: il padre è l’origine del suo malessere, la forma della sua vergogna, il destinatario del suo libro, l’unico a leggerlo. Più ancora, però, egli è un avversario da amare e combattere, nel nome di un’idea di vita non più segnata da legami di sangue, ma da un destino scelto consapevolmente, mai accettato. Se ogni creazione è l’espressione di una possibile e parziale versioni del reale, così per Ceylan di Sinan, e di riamando quella di chiunque si riconosca nei suoi tormenti universali: molteplice, fallimentare. La vita che ha, quella che avrebbe scelto, quella che avrebbe desiderato: una a fianco dell’altra, senza ordine. Sinan vive, si racconta e si guarda mentre vive. Come ognuno di noi, dentro e fuori di sé. Come il cinema, che osserva la realtà e ne penetra il segreto in una delle sue infinite, parziali versioni.
Spazio Gloria via Varesina – Como
28 gennaio ore 21
L’ALBERO DEI FRUTTI SELVATICI
di Nuri Bilge Ceylan
Interpreti: Serkan Keskin, Dogu Demirkol, Ahmet Rifat Sungar, Murat Cemcir, Akin Aksu, Bennu Yildirimlar
TURCHIA FRANCIA 2018
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Le proiezioni sono riservate ai soci ARCI
Spazio Gloria via Varesina, 72