Dalla paura nucleare all’ironia dell’inessenziale, i quadri di Max G.Rusca in mostra da Art Company

30 gennaio 2019 | 17:45
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Giovedì 31 gennaio alle 18.30, The Art Company Como, in via Borgovico 163 a Como, inaugurerà la mostra MAX G.RUSCA – L’ironia dell’inessenziale curata da Roberto Borghi. La mostra è la prima dell’anno nello spazio espositivo di via Borgovico 163 a Como e inaugura non solo il 2019, ma anche quella che gli organizzatori vorrebbero diventasse una tradizione di Art Company, ovvero una retrospettiva dedicata ad un artista poco rappresentato o, addirittura dimenticato. Meglio se ha un legame con il nostro territorio. come nel caso di Max Rusca che fu esponente del Movimento Nucleare, corrente artistica milanese e che per lungo tempo soggiornò e lavorò in un cascinale di Cantalupo, frazione di Montano Lucino.

Roberto Borghi, curatore della mostra comasca, fa da cicerone in un’amteprima per i lettori di Ciaocomo.it

Era l’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki avevano innescato l’ipotesi di un conflitto nucleare totale. Nell’arte questa minaccia diede origine al Movimento Nucleare fondato da Enrico Baj, Sergio Dangelo, Joe C. Colombo con l’intenzione di studiare ed analizzare i rapporti tra scienza, arte e tecnologia. Il “Manifesto Bum” polemico e provocatorio, raffigura l’immagine di un fungo atomico, il potere distruttivo dell’energia atomica, e quella di un feto allo stato embrionale, la capacità di rinascita della scienza.

max g rusca mostra

Nato a Legnano nel 1925, Max G. Rusca si è spento a Milano nel 2002. Nel 1952, dopo aver conosciuto Enrico Baj, ha aderito al Movimento Nucleare. La prima esposizione di Rusca con i Nucleari risale al settembre del 1953 in occasione della ‘Mostra del Movimento Nucleare’ alla Galleria B24 di Milano. Lascia il gruppo l’anno successivo dopo la rassegna ‘Arte Nucleare’ tenutasi nella Sala degli Specchi di Ca’ Giustinian a Venezia.

Dagli anni Sessanta in poi tiene numerose personali nella Galleria Montenapoleone di Milano. Il suo lavoro viene inoltre presentato in parecchie collettive, ma anche in alcune personali, a Hong Kong e in Giappone. Nel 1984 allestisce una personale alla Doctor Dog Gallery di San Francisco intitolata ‘Frammenti di ricordi del luogo perduto’.

Le sue opere del periodo nucleare sono state esposte successivamente nelle mostre ‘Arte Nucleare 1951-1957′ a cura di Giovanni Anzani e ‘Il Movimento Nucleare’, a cura di Martina Corgnati tenutesi rispettivamente nel 1980 e nel 1998 presso la Galleria San Fedele di Milano. La pittura di Rusca, già durante il periodo nucleare, si distingue per la raffinatezza formale, per la capacità di effigiare paesaggi visionari, per alcuni stilemi che sembrano essere stati attinti dalla tradizione artistica dell’estremo Oriente.

max g rusca mostra

Dagli anni Sessanta in poi, l’artista compie un personale “ritorno alle origini” dell’arte nucleare approfondendo e citando il Surrealismo. Le sue opere divengono sempre più oniriche e ironiche allo stesso tempo: nascono così alcuni dei cicli documentati dalla mostra, come le ‘Città volanti‘, gli ‘Ex voto‘, le ‘Anticone‘.

max g rusca mostra

Parallelamente alla pittura inoltre Rusca si dedica alla scrittura di testi caratterizzati da un umorismo grottesco che vengono poi raccolti pubblicati in libri d’artista tirati in un unico esemplare. Una selezione di questi singolari volumi sarà esposta presso The Art Company.

La mostra sarà visitabile fino al 28 febbraio dal lunedì al venerdì ore 15:00-18:30, il sabato su appuntamento. Info https://www.facebook.com/theartcompanycomo/

In occasione di MAX G.RUSCA – L’ironia dell’inessenziale Carlo Pozzoni Fotoeditore ha realizzato una pubblicazione con testi di Franco Cerofolini e Roberto Borghi. Parallelamente alla mostra saranno organizzati piccoli eventi collaterali per approfondire la figura di Rusca con chi l’ha conosciuto e per dialoghi sull’arte. Durante l’inaugurazione di giovedì 31 gennaio ore 18.30 un piacevole rinfresco sarà offerto da Tenuta de l’Annunziata