“Ladri di bicilette”, il capolavoro del neorealismo, torna al cinema restaurato

6 febbraio 2019 | 08:53
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“Ladri di bicilette”, il capolavoro del neorealismo, torna al cinema restaurato
“Ladri di bicilette”, il capolavoro del neorealismo, torna al cinema restaurato
“Ladri di bicilette”, il capolavoro del neorealismo, torna al cinema restaurato

Il Festival Il cinema ritrovato  proposto dal Circolo Arci Xanadù in collaborazione con la Cineteca di Bologna, prosegue, giovedì 7 febbraio ore 21, allo Spazio Gloria con il film Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, vincitore del Premio Oscar come miglior film straniero nel 1950.Occasione unica e imperdibile per vedere sul grande schermo un capolavoro del cinema italiano in una nuova versione restaurata.

ladri di biciclette

Settant’anni fa Vittorio De Sica di trasforma da divo brillante della commedia anni Trenta in maestro del cinema e gira Ladri di biciclette ispirato all’omonimo romanzo di Luigi Bartolini. La sceneggiatura  è dello stesso Vittorio De Sica e di Cesare Zavattini, ma ci sono anche le firme di Oreste Biancoli, Suso Cecchi d’Amico, Adolfo Franci, Gherardo Gherardi, Gerardo Guerrieri. Il film, affidato a un cast di attori non professionisti, è nella storia del cinema mondiale “Il centro ideale attorno al quale orbitano le opere degli altri grandi registi del neorealismo” come lo ha de finito il critico André Bazin.

La storia è ambientata nella Roma del dopoguerra, quando gli uomini si ritrovano in piazza così da essere selezionati per un lavoro. Le disavventure di Antonio cominciano nel momento in cui, dopo aver occupato un posto vacante come attacchino ed aver riscattato la propria bicicletta, questa gli viene rubata da un malvivente di fronte all’indifferenza delle persone che non tentano di aiutarlo. Prossimo al licenziamento, Antonio cerca in tutti i modi di rientrarne in possesso dovendosi arrangiare da solo seguito a ruota dal figlio, in quanto anche le autorità si dimostrano inefficienti. Indifferenza, ingenuità si alternano a scene di dolcezza e compassione. «Rintracciare il drammatico nelle situazioni quotidiane, il meraviglioso nella piccola cronaca», ecco come lo stesso De Sica spiega il significato più profondo del suo capolavoro.

Ingresso € 5 – Riservato ai soci ARCI