Cirolo Arci Xanadù lancia Manchi-TU-nell’aria, il progetto per preservare il cinema Gloria. Intervista



Il Gloria, o Spazio Gloria come è stato ribattezzato 12 anni fa quando alla gestione privata è subentrato il Circolo Arci Xanaù, è in vendita. La proprietà non rinnoverà il contratto d’affitto e l’edificio di via Varesina, che per sette decadi è stato contenitore di cultura, si trasformerà in metri cubi edificabili per un condominio o l’ennesimo maxi store. Il Circolo Arci, e molti sostenitori, non vogliono perdere quello che per Como è un luogo di socializzazione prezioso ove si fa cultura indipendente. Per comprare il vecchio cinema ci vogliono 750mila euro, l’idea è semplice: raccoglierne 350’000 sotto forma di azionariato popolare. Per farlo c’è tempo fino a maggio 2020.
L’intero progetto d’acquisto che comprende l’accensione di un mutuo, un fondo societario e, soprattutto, la raccolta fondi che inizierà l’1 marzo, è stato presentato oggi dal presidente Enzo D’Antuono con il titolo Manchitunell’aria. D’Antuono è intervenuto in diretta nella trasmissione Conversescion di Ciaocomo Radio e ha lanciato Manchitunell’aria con una precisazione: è un’azione non per salvare, ma per preservare un bene, che appartiene a una regione.
Qui l’intervista
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La raccolta fondi Manchitunell’aria verrà lanciata ufficialmente venerdì 1 marzo alle 21 allo Spazio Gloria in una serata evento a cui sono invitati tutti coloro che hanno a cuore un luogo che significa libertà di espressione, verranno spiegati i dettagli del progetto nonchè raccolte idee e pareri. Una serata che sarà anche di festa e di musica con la partecipazione straordinaria dei Settegrani. “Vogliamo essere in tanti quella sera e vi invitiamo caldamente ad esserci – chiude D’Antuono – la sala piena sarebbe il miglior viatico per un’impresa che sarà lunga e impegnativa ma, come tantissimi di voi hanno detto, possibile!”

La storia del Gloria
Como, alla fine del 2005 soffocato dall’apertura contemporanea di due multisala, chiudeva il cinema Gloria. Con esso chiudeva uno degli ultimi cinema storici della città e veniva a compimento il processo di erosione del significato di cinema inteso come un luogo del vissuto, trasformato in puro luogo di consumo. Avveniva per il cinema ciò che avviene in ogni aspetto del vivere umano nelle attuali società cosiddette avanzate.
Il Cinema Gloria oltre che avere una propria programmazione di qualità, aveva ospitato per anni cineforum molto seguiti in città, era stato spesso luogo per iniziative pubbliche di associazioni e sindacati; insomma un cinema storico nel vero senso della parola
La sua chiusura si inseriva così in un panorama cittadino che negli anni era andato sempre più impoverendosi di spazi e occasioni di incontro e di cultura, che aveva reso Como una sorta di non luogo fatto di una periferia abbandonata a se stessa e un centro completamente piegato al commercio e alla finanza.
Agli inizi del 2007 il cinema Gloria riapre e rinasce ad opera del neocostituito circolo ARCI Xanadù, un gruppo di “visionari” convinti che si potesse non subire il declino civile e culturale della città ma rilanciare con una esperienza che potesse rappresentarne una controtendenza; con la convinzione che ciò fosse necessario ma anche vincente perché esistente in città e nella provincia una ampia area di persone e un vasto tessuto associativo in sintonia con questo pensiero e quindi in grado di sostenerne la progettualità.
Così il cinema Gloria diventa Spazio Gloria, in un progetto che abbiamo definito Il cinema post cinema, cioè un vero e proprio spazio polifunzionale in cui il cinema di qualità si intreccia con attività di teatro, musica dal vivo, reading e incontri. Un luogo di fruizione di eventi artistici, ma anche laboratorio di progetti ed esperienze artistico-culturali, luogo di incontro e socialità, spazio disponibile anche per associazioni, scuole, comunità di immigrati e istituzioni stesse.
Sono trascorsi dodici anni da allora, dodici anni intensi e ricchi durante i quali il progetto ha preso sempre più corpo, ha rotto le diffidenze e i pregiudizi che lo circondavano conquistandosi la stima di gran parte della città.
Xanadù conta oggi circa 2500 soci che sono un’enormità per un luogo come Como, è aperto da settembre a maggio praticamente tutti i giorni, nel solo 2018 abbiamo proiettato 95 film, sia con la normale programmazione che con rassegne come la storica I lunedì del cinema, e ospitato 21 eventi live; abbiamo dato ospitalità a 18 associazioni e 12 scuole per realizzare proprie iniziative, abbiamo organizzato il festival di cinema indipendente Fuori mercato. Inoltre, tanto per non farci mancare nulla, da giugno ad agosto trasferiamo l’ attività all’aperto con rassegne estive come 35 mm sotto il cielo, Sdrive in, Tra la luna e le stelle per un totale nel 2018 di 45 serate di proiezioni
Tutto questo fa di Xanadù e dello Spazio Gloria un vero e proprio polmone culturale per Como e il suo territorio.
Manchitunell’aria – Il Progetto
Durante questi dodici anni abbiamo fatto fronte a diverse crisi economiche, che talvolta ci hanno portato sull’orlo della chiusura, ne siamo sempre venuti fuori guardando avanti, cogliendo in ogni crisi nuove possibilità di sviluppo, abbiamo imparato a vivere nel terremoto, portando il progetto Spazio Gloria alla sua piena maturità.
E così anche oggi a fronte della decisione della proprietà di vendere lo stabile, che decreterebbe la fine di questa esperienza abbiamo deciso di provarci.
Dodici anni fa abbiamo riaperto questo luogo coscienti della problematicità di tale operazione, lo abbiamo fatto contando sul fatto che in città e nel suo territorio ci fossero sensibilità in grado di sostenerla; il tempo ci ha dato ragione e, così come allora, pensiamo che si possa innestare un grande movimento di persone che si assumano la responsabilità non di salvare ma preservare un’esperienza viva e pulsante, e possano realizzare l’acquisto collettivo di questo luogo, preservarne la funzione e garantirlo alla città negli anni a venire
Scommettiamo su questo, sul forte legame creato col territorio in questi anni, sulla forza coinvolgente di un progetto che mette al centro il valore della cultura nella vita di una comunità e riprende il tema della mutualità e del sentirsi un noi nella società dell’io dominante. Un’operazione che non è di semplice resistenza ma che intende guardare al futuro, per sviluppare al meglio le potenzialità dello spazio e farne sempre più un luogo di fruizione e produzione culturale oltre che di incontro e socialità.
Scheda progetto
Costo
€ 750.000 comprensivo di: costo immobile, spese fiscali e notarili, interventi di manutenzione straordinaria, costi di gestione del progetto.
Ripartizione
Mutuo ventennale € 250.000
Fondo prestito sociale € 130.000
Raccolta fondi € 350.000
Coperture
Mutuo ventennale rata prevista 1.600 euro ca. per un totale di € 19.200 annui. La copertura di questa voce avviene utilizzando le plusvalenze derivanti dalla cessazione del canone d’affitto di complessivi 30.000 euro annui. La restante cifra andrà a copertura delle spese di IMU attualmente a carico del proprietario.
Fondo prestito sociale. Fondo decennale, le somme versate sono vincolate per dieci anni ed è prevista una restituzione annuale non superiore al 10% della somma versata. E’ previsto un conto corrente dedicato. La copertura di questa voce avviene in massima parte con l’acquisizione del canone d’affitto dell’antenna Vodafone (10.000 euro annui) attualmente appannaggio della proprietà.
Raccolta fondi. Prevista piattaforma crowdfunding e raccolta diretta. Vengono proposte 3500 quote da 100 euro l’una. Viene aperto un conto dedicato per raccolta fondi da iniziative o donazioni particolari.
Percorso
Il progetto si sviluppa nella arco di tempo che va dall’1 marzo 2018 al 15 giugno 2020 e prevede dei passaggi intermedi:
L’ 1 marzo prende avvio la campagna che avrà un primo step al 10 giugno 2019, a quella data, dopo i primi tre mesi della campagna, viene effettuata la verifica e una valutazione sul suo andamento , sulla base della quale si assumerà la decisione finale per andare alla firma del compromesso chiusura al 31 maggio 2020
Soggetto
Il bene viene acquisito dall’Associazione di promozione sociale Arci Xanadù; in quanto tale il bene diventa una proprietà collettiva, indivisibile e con destinazione d’uso a bene di interesse pubblico per attività culturali e destinato a restare tale anche in caso di scioglimento dell’associazione, con destinazione a soggetto analogo già esistente o di nuova costituzione.