Stalking e maltrattamenti alla compagna: operaio comasco finisce in carcere




Ha 32 anni, è accusato di aver picchiato la donna anche davanti ai figli minorenni. E lei, esasperata, ha chiesto aiuto alla Polizia.
Stalking e maltrattamenti nei confronti della compagna, comasca, classe 77. La polizia ha tratto in arresto un 30enne comasco, classe 87, operaio. Brutta storia quello che lo ha visto protagonista e lo ha fatto finire in carcere
Tutto ha inizio il 30 ottobre del 2018, quando è accolta negli uffici della II Sezione della Squadra Mobile, una donna, in evidente stato di paura, la quale aveva bisogno di aiuto perché ripetutamente minacciata e picchiata dal compagno. Messa a suo agio, con non poche difficoltà, ha deciso di raccontare tutto ciò che le stava accadendo e soprattutto di sporgere denuncia. In particolare ha riferito che ha conosciuto il compagno nel mese di ottobre 2016 e dopo un periodo di frequentazione, hanno iniziato a convivere nel mese di gennaio 2017. Lei ha già due figli, nati da una precedente relazione, uno maggiorenne e un minorenne di anni 12.
All’inizio i rapporti tra i due andavano bene, poi, lui è cambiato: prima si è trattato solo di maltrattamenti di carattere psicologico, consistiti in ripetute offese e umiliazioni, a ciò si associavano scenate di gelosia. Poi, a tali comportamenti, si sono aggiunte minacce di vario genere, anche di morte, e percosse. Nel frattempo, dalla loro convivenza, nasceva, nel mese di marzo 2018, una bimba; ciò portava a un breve periodo di pace. Purtroppo, qualche mese dopo le condotte riprendevano. In più occasioni la donna è stata presa a schiaffi e ha subito forte tirate di capelli. Fino a quando, decideva di prendere coraggio e gli riferiva che il rapporto tra loro era finito, scelta da lui per nulla accettata e che ha scatenato ira e ulteriori minacce. Per questi motivi l’unica cosa da fare era chiedere aiuto e, pertanto, si recava in Questura.
A destare maggiore preoccupazione da parte degli operatori che acquisivano la denuncia, era anche il fatto che la maggior parte di questi episodi, erano avvenuti in presenza del figlio minore oltre che della piccola da poco nata. Nel frattempo gli investigatori, su disposizione del PM titolare delle indagini raccoglievano ulteriore elementi a carico del soggetto: messaggistica dal cellulare della vittima e ascoltavano diversi testimoni.
Nei giorni scorsi il GIP presso il Tribunale di Como, su richiesta della locale Procura, ha emesso, nel mese di novembre scorso, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, nonché del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte lesa e di comunicazione con qualunque mezzo. Atto a cui è stata data immediata esecuzione. Purtroppo ciò non è bastato, perché, non troppo tempo dopo, lui ha continuato a contattarla, alternando momenti di pentimento a momenti di rabbia, ma soprattutto nell’ultimo periodo aveva anche iniziato a farsi trovare sotto casa o sul luogo dove lei lavora. Ciò ha portato inevitabilmente, sulla base delle segnalazioni effettuate dalla Squadra Mobile, il Pm a chiedere l’aggravamento della misura al Gip, che, in data 22 febbraio, ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere.