Macbettu, l’audace Shakespeare in sardo, al Teatro Sociale




Immaginiamo per un momento che William Shakespeare, anzichè nascere ai bordi del fiume Avon, avesse visto la luce sul Golfo Aranci di Olbia e che il suo famoso Macbeth, incontri tre Mamuthones dei carnevali in Barbagia anzichè tre streghe nella brughiera scozzese. Se così fosse il coltello insanguinato che appare a Macbeth nell’allucinazione sarebbe sa leppa, il tipico coltello sardo e tutti i personaggi della tragedia shakespereana parlerebbero in sardo.
Parafrasando la celebre pubblicità della birra “Il nostro Shakespeare si chiama Macbettu“. Il Macbeth recitato in sardo va in scena al Teatro Sociale di Como giovedì 14 marzo alle ore 20.30. Lungi dall’essere una parodia, Macbettu prende spunto da un lato dal Macbeth di William Shakespeare, dalla sua universalità e la pienezza di sentimenti, dall’altro dall’ispirazione del regista Alessandro Serra di fronte ai carnevali della Barbagia.
Un lavoro, recitato in sardo, con una forza arcaica e con l’interpretazione solo maschile, come nella più pura tradizione elisabettiana. Ogni oggetto, i costumi, le pietre, il sughero, i campanacci, è elemento coerente e contribuisce alla costruzione di uno spazio visionario ed evocativo, in cui gli otto attori si muovono, seguendo precise traiettorie coreografiche.

Macbettu valica i confini della Scozia medievale per riprodurre un orizzonte ancestrale: la Sardegna come terreno di archetipi, luogo di pulsioni dionisiache. La riscrittura del testo operata dal regista, tradotta in sardo da Giovanni Carroni, guarda a una interpretazione sonora: gli attori sulla scena decantano una lingua che è pura sonorità, si allontanano dal giogo dei significati per magnificare il senso.
“Il Macbeth di Shakespeare recitato in sardo e, come nella più pura tradizione elisabettiana, interpretato da soli uomini. L’idea nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia. – spiega il regista Alessandro Serra – I suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero. La potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti. Le fosche maschere e poi il sangue, il vino rosso, le forze della natura domate dall’uomo. Ma soprattutto il buio inverno. Sorprendenti le analogie tra il capolavoro shakespeariano e i tipi e le maschere della Sardegna. La lingua sarda non limita la fruizione ma trasforma in canto ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura. Uno spazio scenico vuoto, attraversato dai corpi degli attori che disegnano luoghi e evocano presenze. Pietre, terra, ferro, sangue, positure di guerriero, residui di antiche civiltà nuragiche. Materia che non veicola significati, ma forze primordiali che agiscono su chi le riceve.”
Il risultato è uno spettacolo colmo di una meraviglia cupa, in grado di utilizzare elementi della tradizione, senza tuttavia fermarsi a una contemplazione statica, ma utilizzando i segni in modo schiettamente contemporaneo, quindi ambiguo, tragico, affascinante.
Macbettu sta facendo il giro del mondo dal suo debutto nel gennaio 2017: una lunga tournée con numerose tappe non solo in Italia, ma anche in Europa e nel mondo, dalla Francia alla Bosnia-Erzegovina, dalla Georgia all’Argentina, fino a volare in Giappone a settembre 2019.
Nel 2017 Macbettu ha vinto il Premio di maggior prestigio del teatro italiano, premio UBU come miglior spettacolo dell’anno, Alessandro Serra ha ricevuto la candidatura come miglior regia e Leonardo Capuano come migliore attore. Nello stesso anno anche l’Associazione Nazionali dei Critici di Teatro, che rappresenta una sezione di spettatori particolarmente esigenti e preparati, ha assegnato il Premio della critica teatrale 2017 allo spettacolo, che interseca in modo originalissimo tradizione e sperimentazione, teatro classico e archetipi dionisiaci della cultura popolare, testo shakespeariano e lingua sarda.
Della vicenda narrata da Shakespeare si recupera l’universalità e la pienezza di sentimenti, millimetricamente in bilico sul punto di deflagrare, mentre dai carnevali sardi si saccheggia una visione: uomini a viso aperto si radunano con uomini in maschere tetre e i loro passi cadenzano all’unisono il suono dei sonagli che portano addosso.
TEATRO SOCIALE DI COMO
giovedì, 14 marzo – ore 20.30
MACBETTU
di Alessandro Serra, tratto da Macbeth di William Shakespeare
con Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino
Regia, scene, luci, costumi Alessandro Serra
Traduzione in sardo e consulenza linguistica Giovanni Carroni
Collaborazione ai movimenti di scena Chiara Michelini
Musiche Pinuccio Sciola
Composizioni pietre sonore Marcellino Garau
Produzione Sardegna Teatro e Compagnia Teatropersona
con il sostegno di Fondazione Pinuccio Sciola, Cedac Circuito Regionale Sardegna
INFO
Biglietti a 20€ + prevendita, in vendita presso la biglietteria del Teatro oppure online su www.teatrosocialecomo.it. Disponibilità limitata.