Danza o muori: La storia del ballerino Ahmad Joudeh alla Libreria Colombre

Sabato 16 marzo alla Libreria Colombre di Erba si parlerà di libri, come avviene quasi tutti i sabati pomeriggio, ma anche di passione, riscatto e, purtroppo, anche guerra. Ospite per presentare il suo libro “Danza o muori” (De Agostini), sarà Ahmad Joudeh, nato nel 1990 da padre palestinese e mamma siriana, e cresciuto nel campo profughi palestinese Yarmouk, a Damasco, in Siria, diventato celebre, e con lui la sua storia, dopo la performance nella trasmissione di Roberto Bolle.
“Danza o Muori” è quella storia, quella di un ragazzo appassionato di ballo fin dalla più tenera età che ha frequentato lezioni di danza in segreto a causa dell’opposizione del padre, arrivato a bastonarlo alle gambe per impedirgli di ballare. A rendere tutto ancora più difficile, la guerra (le bombe hanno distrutto la sua casa, il suo quartiere, e ucciso cinque membri della sua famiglia).“Sono un siriano palestinese cresciuto nel campo profughi di Yarmouk, a Damasco. A danzare cominciai presto, era il mio sogno, ma lo facevo di nascosto, perchè tutta la mia famiglia era contro. Studiavo sul tetto di casa. Una volta che mio padre mi scoprì presi tante di quelle bastonate. Ma io andavo avanti”. Ma Ahmad Joudeh ha continuato a ballare e a studiare danza sul tetto della casa di amici, un muro come sbarra, tra le pallottole e le esplosioni non troppo lontane, e a dare lezioni di danza ai bambini del campo.”Nessuno poteva fermare il mio sogno. -dice Ahmad in un’intervista riportata dalla Repubblica- Sempre di nascosto facevo gli allenamenti all’Enana Dance Theatre, mi sono diplomato all’Higher Institute for Dramatic Arts, a Damasco e dall’età di 17 anni davo lezione ai bambini. Poi nel 2011 la guerra”. La casa di Ahmad viene bombardata quasi subito, muoiono cinque membri della sua famiglia, lui trova ricovero in una tenda nel tetto della casa di amici.

Nel 2014 partecipa alla versione araba del reality ‘So You Think You Can Dance’: arriva in semifinale, ma non vince perché senza nazionalità.“Ma nel frattempo ero ricercato dall’Isis, perchè non solo danzavo ma insegnavo ai bambini a farlo. Inaccettabile. Per reazione mi sono tatuato la scritta “Dance or die” sul collo, dietro la nuca dove i loro boia infilano la lama del coltello per tagliare la testa, così lo avrebbero saputo anche loro:non ci sono altre strade per me, se non la danza”. L’apparizione in questo programma lo rende celebre sia in Siria sia all’estero ma gli procura l’odio degli estremisti.
Ma nemmeno questo lo ha fermato e negli ultimi anni Ahmad si è esibito sui palchi di tutta Europa, portando ovunque il suo messaggio di pace grazie a diverse performance dedicate ai tanti artisti meno fortunati di lui costretti a restare in Siria.
Il suo sogno è fondare e dirigere il Syrian National Ballet in una Siria finalmente libera e pacificata.
Ahmad Joudeh: ”Danzo per la Siria, danzo per la vita”.
A soli 28 anni il ballerino siriano palestinese Ahmad Joudeh ha una storia da brivido, oltre che un curriculum artistico che parla da sé. Il suo sogno di diventare un professionista della danza classica e la sua determinazione gli hanno permesso di vincere su tutto: sulla resistenza e sulle violenze domestiche del padre, sulle bombe della guerra in Siria e le minacce degli estremisti. Kaboly gira un documentario su di lui. La sua storia varca i confini del Medio Oriente. Ahmad porta in scena una sua coreografia sul palco dell’antico teatro romano di Palmira, lo stesso dove Isis ha costretto 25 ragazzini a uccidere altrettanti prigionieri. Sempre più su, fino a quando viene ammesso al Dutch National Ballet di Amsterdam. ”«Quando sono arrivato in Olanda ero sotto choc. Non ero abituato a tanta libertà e ad esprimere me stesso», confessa in un’intervista per il Corriere. Ma l’elenco dei sogni da realizzare non è finito: manca un incontro con Roberto Bolle e Amsterdam è il luogo giusto. «Per 11 anni, ogni sera ho guardato i suoi video su YouTube, avevo le sue immagini come desktop del computer. Quando è entrato nella stanza sono scoppiato a piangere. Lui è il mio modello, mi ha ispirato in tutto quello che ho fatto». Passata l’emozione Ahmad e Roberto sono diventati amici, Bolle gli ha chiesto di ballare insieme, (i due ballerini saranno ospiti il 10 dicembre di «Che tempo che fa» su Rai Uno e il 1° gennaio 2018 Ahmad si esibirà sul palco di «Roberto Bolle-Danza con me» in onda in prima serata su Rai Uno) . «Quando l’ho detto a mia madre, ha lanciato un grido. Anche lei sa quanto Roberto sia importante per me». La sua storia ha fatto il giro del mondo. Ora vive ad Amsterdam con lo status di rifugiato, grazie alla fondazione The Dance for Peace Fund, creata per sostenerlo negli studi e aiutarlo a realizzare il suo sogno. Ha danzato davanti al Parlamento europeo a Bruxelles per celebrare la giornata mondiale del rifugiato. Ahmad Joudeh è un personaggio fortemente mediatico con un seguito sempre maggiore, che lo ha portato a duettare con Roberto Bolle accompagnati da Sting (DANZA CON ME, Rai1, 1 gennaio 2018), ad apparire più volte sui giornali e le televisioni di tutto il mondo (CHE TEMPO CHE FA, Rai1, 10 dicembre 2017) e a essere protagonista di un documentario olandese a lui interamente dedicato.
”Quando ballo mi sento libero, mi sento completo, sento di esistere e questa è la sensazione per cui combatterò. Se non preserviamo la cultura del nostro paese per cosa stiamo combattendo? Cosa stiamo salvando?”.
Sabato 16 Marzo, ore 16.00
Incontro con Ahmad Joudeh
e presentazione del libro
Danza o muori
(De Agostini Editore)
Ingresso fino a esaurimento posti
Per prenotazioni e informazioni: 031.610.999 – info@colombre.org
Libreria Colombre
via Plinio 27 Erba