WORLD SLEEP DAY: al Sant’Antonio Abate i consigli degli esperti sulle apnee notturne

Come evitare nelle persone che russano le conseguenze di un sonno poco ristoratore e le apnee notturne? La risposta è stata data stamattina dagli esperti dell’Asst Lariana all’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù per l’evento informativo “Chi russa non piglia pesci”.
L’evento di prevenzione, a cui hanno partecipato 30 persone – è stato organizzato in occasione del World Sleep Day dall’Unità Operativa di Riabilitazione Respiratoria, diretta da Antonio Paddeu, che vanta un centro di riferimento nazionale accreditato dall’AIMS – Associazione italiana di Medicina del Sonno, in collaborazione con il Goip (Gruppo operativo interdipartimentale permanente), di cui è referente Luigi Colombo, primario della Chirurgia Maxillo-facciale del Sant’Anna, costituito da specialisti in pneumologia, chirurgia maxillo-facciale, otorinolaringoiatria, odontoiatria, medicina legale oltre che da psicologi e nutrizionisti.
“Chi russa – ha spiegato Paddeu – può avere seri problemi di salute. Un sonno disturbato dalla respirazione che si interrompe una o più volte oppure è eccessivamente rallentata non è ristoratore e favorisce la comparsa, tra l’altro, di sonnolenza diurna, cefalea, astenia, riduzione della memoria, difficoltà di concentrazione, rallentamento dei tempi di reazione, decadimento delle funzioni psico-cognitive, difficoltà a svolgere il proprio lavoro.Diagnosticare le apnee e trattarle è molto importante perché il paziente, se la problematica non è compensata, può essere soggetto a colpi di sonno durante la guida, ha ridotte capacità di concentrazione e di reazione al pericolo. Il nostro gruppo di lavoro si basa su un’esperienza ventennale che prevede visite collegiali e percorsi specifici”.

Dopo una breve relazione tenuta dagli specialisti, sono stati avviati i colloqui gratuiti. Tutti i cittadini che hanno accolto all’invito del presidio canturino hanno compilato un test per valutare il sospetto di apnee nel sonno. Per quattro dei partecipanti è stato necessario indicare le indagini a cui dovranno sottoporsi per arrivare alla diagnosi e attivare il percorso di cura.
La diagnosi
La diagnosi si basa sull’individuazione degli episodi di apnea-ipopnea che si possono verificare per ora di sonno mediante monitoraggio cardiorespiratorio completo, abbinato eventualmente a polisonnografia. Quest’ultima è utilizzata nei casi di difficile diagnosi, di difficile interpretazione, di particolare gravità clinica caratterizzati da una complessa comorbilità.
Terapia
La scelta terapeutica deve essere il frutto di una concorde valutazione da parte degli specialisti coinvolti nel servizio ambulatoriale specialistico per la gestione e presa in carico dei casi di Osas e deve tener conto dell’accettazione e dell’aderenza del paziente.
Le cure principali sono rappresentate da un programma educazionale e terapia comportamentale (ad esempio, controllo del peso corporeo), dal trattamento con pressione positiva continua (Positive Airway Pressure – PAP) che prevede l’utilizzo di una mascherina, da dispositivi odontoiatrici di avanzamento mandibolare, dalla chirurgia otorinolaringoiatrica o maxillo-facciale. I pazienti a cui è stata prescritta la mascherina sono stati nel 2018 circa 1.600.