Tour de nocc, Davide Van De Sfroos torna al Sociale vent’anni dopo la prima volta

22 marzo 2019 | 08:15
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Tour de nocc, Davide Van De Sfroos torna al Sociale vent’anni dopo la prima volta
Tour de nocc, Davide Van De Sfroos torna al Sociale vent’anni dopo la prima volta
Tour de nocc, Davide Van De Sfroos torna al Sociale vent’anni dopo la prima volta

Questa sera alle 21 i fari sul palco del Teatro Sociale illumineranno la “Nocc” di Davide Van De Sfroos, si chiama Tour de Nocc quello che, partito alla fine del 2018, sta rimettendo in circolo il cantautore del lago di Como dopo un anno di inattività. Un sold out quasi ad ogni tappa, e anche stasera, mettetevi l’anima in pace, biglietti non ce ne sono più, se si fa in fretta, forse c’è ancora qualche posto per il ritorno a Como il 16 aprile.

C’era voglia di De Sfroos e la gente, non solo la sua, è contente di tornare sotto il palco a cantare e ballara nel dialetto della Tremezzina e, magari, annusare qualche brano dell’atteso nuovo album che dovrebbe, condizionale d’obbligo, arrivare entro l’anno. Intnto ieri è uscito il suo nuovo libro, il secondo in pochi mesi, “Taccuino d’ombre” .

davide van de sfroos tour de nocc

Il nuovo tour teatrale Davide Van De Sfroos propone uno spettacolo unico in grado di ricreare una suggestiva atmosfera teatrale notturna, ideale per una chiacchierata musicale tra amici. Una serata dove intonare le pagine meno ritmate del repartorio. I ann selvadegh del Francu, La nocc, La figlia del tenente e tanti altri brani, rivisitati con sfumature swing e jazz, in aggiunta ad alcune ballate inedite mai eseguite prima. Ancor più delle canzoni, è quella sua lingua a tenere insieme un pubblico variegato composto da nonni con i nipotini per mano, donne di mezza età (abbondante) ricoperte dei simboli defrosiani con i mariti artigiani strappati alla scala 40 del venerdì sera al bar, giovani barbuti dalle valli e barbuti di città, ragazzi di periferia, ragazze cyber-punk e tifosi della curva lariana, in pochi la sanno parlare e molti faticano anche a comprenderla, ma tutti ci si ritrovano.

Per l’occasione, Davide è accompagnato sul palco dai musicisti Angapiemage Galliano Persico (violino, tamburello, cori), Riccardo Luppi (sax tenore e soprano, flauto traverso), Paolo Cazzaniga (chitarra elettrica e acustica, cori) e Francesco D’Auria (batteria, percussioni, tamburi a cornice, hang).

«Voglio celebrare il mio passato nascosto proponendo delle ballate dimenticate sotto i lampioni e dare uno sguardo al futuro – racconta – un viaggio notturno alla ricerca dei brani nei cassetti dimenticati. Una musica che cercherà di ritracciare ombre familiari con tinte nuove». Davide Van De Sfroos torna al Teatro Sociale vent’anni dopo la sua prima volta.

davide van de sfroos tour de nocc

Il Teatro Sociale e Davide, un amore che non finisce mai. Quante volte ha calcato quel palco, da solo o in compagnia. Quello che da sempre è il “tempio della lirica” è stata la sua prima conquista e, per un ragazzo partito dai concertini nei locali del centro lago, arrivare al grande teatro di città fu come andare sulla Luna (citazione usata poi dallo stesso Davide all’annuncio del concerto allo stadi San Siro).

Si può dire che nella storia di Davide Van De Sfroos c’è un prima e un dopo il concerto al Teatro Sociale di Como del 26 marzo 1999. I De Sfroos erano finiti, non senza dolore, in archivio e il poco più che trentenne Davide Bernasconi coltivava, ancora, l’idea del gruppo rock, perciò aveva messo su la Davide Van De Sfroos Band (Nonu Aspis suonava ancora i suoi zufoli su questa terra), con la quale aveva appena registrato l’album Breva e Tivan che di li apoco avrebbe vinto la sua prima Targa Tenco. Per l’occasione il palco del Sociale era stato arredato come una ca’ de lacc mentre poltroncine e palchi traboccavano dei fans della prima ora, increduli nel rotrovarsi in quel luogo per un concerto del Davide.

Personalmente ricordo benissimo quel concerto visto dal palco della stampa. Molti colleghi non nascondevano scetticismo (e anche di più) nei confronti di un ruspante strimpellatore dalla parlata greve tanto sfrontato da salire su quel palco. Bastarono poche canzoni per far ricredere i più e la Ninna nanna del contrabbandiere cantata con un coro di trenta bambini per far innamorare anche gli ultimi ritrosi.  Conoscevo Davide da qualche anno e la sua anima poetica mi aveva conquistato,  piansi di commozione e di gioia. Il Van De Sfroos ce l’aveva fatta.