Aspettando Parolario: Vera Fisogni presenta alla libreria Feltrinelli “La profondità del bene”

31 marzo 2019 | 09:00
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Aspettando Parolario: Vera Fisogni presenta alla libreria Feltrinelli “La profondità del bene”

Il ciclo di incontri “Aspettando Parolario” prosegue venerdì 5 aprile alle ore 18.00presso la libreria Feltrinelli di Como con la presentazione di “La Profondità del bene.Etty Hillesum e la metafisica della vita buona nei tempi bui” (LuoghInteriori, 2019) di Primavera “Vera” Fisogni. L’autrice dialoga con Manuela Moretti, giornalista, laureata in Filosofia, con master in Consulenza filosofica.

L’incontro è organizzato da Parolario in collaborazione con La Feltrinelli di Como.

Ingresso libero

A due anni dal processo al funzionario nazista Adolf Eichmann (1961), per il quale aveva coniato l’espressione di «banalità del male», Hannah Arendt concluse che «soltanto il bene ha profondità e può essere radicale», ripensando il nucleo di Le origini del totalitarismo (1948), ma non sviluppò questa sua intuizione. Cosa avrebbe potuto dire, la celebre pensatrice politica tedesca, la grande studiosa del nazismo, se avesse potuto leggere il Diario e le Lettere di Etty Hillesum, intellettuale ebrea morta a 29 anni ad Auschwitz, nel 1943, dopo un anno e mezzo trascorso nel campo di smistamento olandese di Westerbork?

parolario vera fisogni

Questo saggio intende mostrare come l’idea della “profondità del bene” trovi nella palpitante esperienza di vita di Hillesum una convincente risposta. A dare pienezza di senso all’esistere non è la felicità priva di spine, ma la sofferenza “sentita fino in fondo” e la capacità di “ospitare gli altri dentro di noi”, anche i propri aguzzini, come testimonia la vita breve di Etty, che sognava di viaggiare e scrivere romanzi. Andò verso la morte con lo zaino in spalla, cantando. Il suo pensiero, mai separabile dall’esperienza appassionata del vivere, viene qui esaminato in una prospettiva metafisica, come fonte di positum, positivum e bonum, tre passaggi decisivi per superare le aporie sollevate da quella arendtiana “profondità del bene” che sembra così in contrasto con le tragedie del Secolo Breve e, più in generale, con le miserie della condizione umana.

parolario vera fisogni

Primavera Fisogni, è giornalista del quotidiano La Provincia di Como e filosofa teoretica. Filologa, specialista in lingue semitiche e allieva di Adriano Bausola all’Università Cattolica di Milano, si è dottorata in metafisica sotto la direzione dello spagnolo Lluìs Clavell alla Pontificia Università della Croce a Roma, perfezionandosi a Boston e Parigi. Ha firmato la voce “Terrorismo. Implicazioni filosofiche e antropologiche” della Nuova Enciclopedia Filosofica Bompiani (2006). Tra le sue monografie sul jihadismo, ricordiamo: “Terroristi. La persona nell’agire eversivo” (Armando, 2004), “L’inaridimento dei terroristi” (Edusc, 2009, tesi di dottorato) e “Dehumanization and Human Fragility” (London, 2013).

Ha firmato decine di articoli scientifici in inglese e un capitolo del volume “Terrorism in a Global Village” (New York, 2016). Nel 2016 ha ricevuto la menzione d’onore degli psicologi americani per il saggio “Violence in the US”. Nel 2017 ha pubblicato “Cartoline dall’inferno. Fenomenologia del male nello Stato Islamico” (Tralerighe Libri, Premio Nabokov); con “La profondità del bene” ha vinto il secondo Premio «Città di Castello» per la saggistica inedita (2018).

Sta lavorando a un manuale sul pensiero egiziano antico, in uscita in Italia e negli Usa. In aprile, sempre negli Usa, uscirà un volume sul cyberterrorismo nel quale si è occupata dei lone wolves.