Lunedì del Cinema: “Styx”, quando l’immigrazione diventa una questione personale

14 aprile 2019 | 18:09
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Lunedì del Cinema: “Styx”, quando l’immigrazione diventa una questione personale
Lunedì del Cinema: “Styx”, quando l’immigrazione diventa una questione personale
Lunedì del Cinema: “Styx”, quando l’immigrazione diventa una questione personale
Lunedì del Cinema: “Styx”, quando l’immigrazione diventa una questione personale
Lunedì del Cinema: “Styx”, quando l’immigrazione diventa una questione personale

Il regista tedesco Wolfgang Fischer costruisce una storia che, senza mezzi termini mette a fuoco la tragedia dei migranti, un dramma che  coinvolge tutti, in Styx, il film del 15 aprile allo Spazio Gloria per la rassegna i Lunedì del Cinema. 

Cosa fare se ti ritrovi sola in mezzo all’oceano con la tua piccola barca a vela e a poche decine di metri da te c’è un peschereccio carico di migranti che sta per colare a picco? Rieke è una dottoressa tedesca esperta di pronto soccorso che passa la sua vacanza in barca a vela. Va in solitaria su Asa Gray, un guscio di 12 metri a vela e motore, partendo da Gibilterra diretta verso l’isola Asuncion, situata nell’oceano Atlantico a nord di S. Elena: il fazzoletto di terra è un paradiso tropicale per un rimboschimento operato dalla Marina Britannica nella metà del 19mo secolo. Rieke sfoglia un libro con splendide immagini dell’isola e non si preoccupa più di tanto quando dalla radio di bordo il personale di un mercantile che l’ha avvistata, il Pulpca, le annuncia una tempesta in arrivo. Il fortunale passa senza  danni per la barca. Rieke continua il viaggio e avvista a poche centinaia di metri un battello in avaria, senza immaginare che la sua vita sta per cambiare. Getta un salvagente a un ragazzo che si è tuffato dal battello per nuotare verso di lei e lo tira a bordo: è un adolescente africano stremato, disidratato e in ipotermia, che presenta una grave ustione sulla schiena. Su un braccialetto c’è il nome, Wesley. Rieke lo cura e avverte via radio la Guardia Costiera della presenza del battello in avaria con persone che rischiano la vita: viene ammonita a non intervenire, perché i soccorsi – le si dice – arriveranno presto. E’ una bugia. Mentre attende i soccorsi, Wesley si rianima e cerca di convincere Rieke a dirigersi verso il battello dove c’è anche una sua sorella. Rieke, una dottoressa dedita a salvare vite, è in una grave incertezza: la legge del mare e la sua visione del mondo le imporrebbero di portare soccorso anche agli altri occupanti del battello, ma sarebbe un suicidio; Asa Gray non è in grado di accoglierli tutti. Va a vuoto anche il tentativo  di Rieke di convincere via radio il comandante del Pulpca a intervenire e i soccorsi promessi non arrivano. E’ furiosa quando le giunge la risposta “non posso intervenire”. Urla nel microfono: “Non potete? VOI DOVETE!”

lunedì del cinema styx

Styx mostra in un film ciò che sentiamo nei telegiornali, che leggiamo su internet: la migrazione di popoli che rischiano di morire in mare per un futuro migliore. Chiede allo spettatore di entrare nell’argomento da passivo (lettore) ad attivo (partecipe) in una situazione imprevista. Se infatti queste storie di cronaca le conosciamo solo da terzi è perché accadono in mare, lontano. Spesso, come ha ricordato il regista, iniziano ancor prima, nel deserto, dove neanche arrivano all’opinione pubblica, non essendoci telecamere e cronisti.

In questo modo lo spettatore viene interrogato su come si comporterebbe lui, non le autorità, le associazioni o i politici. Fischer affronta la questione dei morti in mare senza distanza, senza volerne dare una soluzione né un giudizio etico. Semplicemente la umanizza, mostra l’episodio in modo così naturale che appare reale. Invece l’informazione spesso ci allontana e noi abbiamo questa forte capacità di abituarci a tutto, a ogni male, fino ad assorbirlo. Siamo anche bravi a separare ciò che ci riguarda nel nostro piccolo recinto, da ciò che non lo fa, anche se incredibilmente vicino, anche se ne accusiamo le ripercussioni.

Allora Styx fa entrare il mondo nel nostro recinto attraverso la sua protagonista, in cui noi viviamo per quei ’94 minuti di film.

Spazio Gloria via Varesina – Como

15 aprile ore 21

STYX

di Wolfgang Fischer

Interpreti:  Susanne Wolff, Gedion Wekesa Oduor,Alexander Beyer, Inga Birkenfeld

GERMANIA, AUSTRIA 2018

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 Ingressi: Intero 7€ – Ridotto 5€ (under 18 – over 65)

Le proiezioni sono riservate ai soci ARCI

Spazio Gloria via Varesina, 72