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Como, la tradizione che si ripete: tanti fedeli in coda per il bacio al Crocifisso

16 aprile 2019 | 11:39
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In esposizione da domenica: ecco la stria del miracolo datata 1529. Le immagini di stamane.

E’ iniziato domenica, va avanti tutta la settimana santa. E’ uno dei riti più antichi – ma anche più cari – a migliaia di comaschi: quello del bacio del santo Crocifisso del Miracolo nell’omonima basilica di viale Varese a Como. Anche stamane (video e foto) decine di persone presenti. Ai lati dell’altare anche le benedizioni dei fedeli.

All’esterno si stanno preparando transenne ed altri accorgimenti per la solenne processione del Venerdì santo con il vescovo Cantoni e le autorità cittadine. Quest’anno il percorso sarà quello più “corto” con rientro verso la Basilica di viale Varese dopo essere passati da viale Cattaneo, via Cadorna, via Milano, piazza Vittoria, viale Cattaneo e viale Varese con ingresso in Basilica.

LA STORIA ED IL SIGNIFICATO DEL CROCIFISSO DI COMO

Nel 1399 molti pellegrini del nord Europa si erano radunati a Parigi per prepararsi al viaggio a Roma in occasione del Giubileo del 1400. La tradizione narra che il gruppo di pellegrini alla partenza prelevò dalla basilica di san Dionigi tre immagini sacre, due Crocifissi e un quadro della Vergine, perché fossero di protezione e guida nel lungo viaggio.

Dopo aver compiuto a Roma le devozioni, i pellegrini ripresero il cammino di ritorno. Arrivati a Firenze non fu loro possibile entrare in città a causa della peste: accampati fuori dalla città furono assistiti materialmente e spiritualmente dai padri Celestini. In segno di riconoscenza donarono alla chiesa di san Pietro da Morone dei Celestini uno dei due Crocifissi. Giunti poi a Bologna lasciarono nella chiesa di santo Stefano il quadro della Madonna.

Nel 1401 i romei erano di passaggio da Como: la chiesetta dell’Annunciata dei Celestini ricordò loro il conforto che avevano ricevuto dai Padri dello stesso ordine in Firenze e vi lasciarono, in segno di riconoscenza, il secondo Crocifisso che li aveva guidati nel viaggio.

La grande devozione al Crocifisso di Como (‘Ul Signuur de Comm’, nella tradizione popolare) diffusa non solo nel comasco, ma anche in tutta la Lombardia, in altre regioni d’Italia e all’estero, in particolare nel Canton Ticino, si deve al miracolo avvenuto nel 1529.
La sera del giovedì santo che quell’anno ricorreva il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione a Maria, i Confratelli dell’Annunciata si recavano processionalmente, come tutti gli anni, guidati dal Crocifisso a visitare le ‘sette chiese’ dove era riposto il SS. Sacramento. Giunti al ponte di san Bartolomeo e diretti alle chiese di santa Chiara e di san Rocco, trovarono la strada sbarrata da due grosse catene sovrapposte, fatte apporre dal governatore spagnolo, le cui estremità attaccate ad anelloni di ferro, erano impiombate nei muri laterali.
Le catene avevano lo scopo di impedire l’entrata in città alle scorribande della cavalleria francese stanziata nel milanese.  Il capitano delle guardie negò ai confratelli il passaggio; non rimaneva altro da fare che passare sotto le catene. All’inchinarsi della croce, la catena superiore si strappò trascinando dietro di sé la pesante pietra  alla quale era infissa. I testimoni, nel processo canonico di riconoscimento del miracolo, dissero: ‘…cento paia di buoi non avrebbero tratto fuori detto anello…’ e ancora ‘…le pietre ove era infisso l’anello erano murate con calce stabile e ferma…’.