Tiziano Terzani, il viaggio dentro e fuori di noi, per “I classici dentro e fuori”



La seconda edizione della rassegna “I Classici dentro e fuori”, appuntamento mensile di letture condivise dei capolavori della letteratura italiana e internazionale, arriva all’appuntamento pasquale con un titolo che oggi non si può, forse, definire “classico”, ma che potrebbe diventarlo negli anni: Un indovino mi disse (Tea Due), di Tiziano Terzani, il giornalista, scrittore, pensatore, scomparso quindici anni fa.
Nel libro si torna agli anni ’90 quando Terzani era ancora corrispondente in Asia, Un indovino mi disse è la cronaca di viaggi in treno ed in nave del giornalista, nei quali ebbe modo di riscoprire la vera Asia, non quella dei ministri, degli ambasciatori e delle grandi personalità, ma quella della gente comune.
Per il terzo appuntamento della rassegna “I Classici dentro e fuori” Maya Di Giulio, artista e viaggiatrice, incontrerà un gruppo di detenuti della Casa Circondariale di Como discutendo sul romanzo di Terzani e, insieme a Eletta Revelli e Katia Trinca Colonel, si raccoglieranno idee, valori, critiche, emozioni ed impressioni scaturite dalla lettura Il 19 aprile, alle 18, alla Libreria Feltrinelli di Como in un appuntamento a ingresso libero, tutto ciò che è emerso dal testo verrà condiviso con il pubblico, in un’ottica di scambio tra “dentro” e “fuori”.
“I Classici dentro e fuori” è proposto dall’associazione Bottega Volante, la Libreria Feltrinelli di Como e la Casa Circondariale di Como – in collaborazione con Associanimazione (Associazione nazionale per l’animazione sociale e culturale) e con il contributo della Fondazione Cariplo

Tiziano Terzani, il viaggio dentro e fuori di noi
“Tutto è diventato così facile oggi che non si prova più piacere per nulla. Il capire qualcosa è una gioia, ma solo se è legato a uno sforzo”.(T.T.)
Nella primavera del 1976, a Hong Kong, un vecchio indovino cinese avverte Tiziano Terzani: “Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell’anno non volare. Non volare mai”. Terzani non dimentica la profezia ma anzi la trasforma in un’occasione per guardare il mondo con occhi nuovi: decide infatti di non prendere aerei per tutto il 1993, senza tuttavia rinunciare al suo mestiere di corrispondente. Il risultato di quell’esperienza è un libro straordinario, che è insieme romanzo d’avventura, autobiografia, narrazione di viaggio e grande reportage. È la cronaca dell’anno in cui Terzani riscopre i viaggi in treno e in nave per l’Asia (Laos, Thailandia, Birmania, Cina, Singapore, isole Malesi, Indocina, Cina, Mongolia, Russia). È l’occasione per riscoprire la vera Asia, non quella dei ministri, degli ambasciatori e delle grandi personalità, ma quella della gente comune. In ogni luogo visitato, Terzani cerca “l’indovino locale, il mago più potente, il santone più stimato, il veggente, l’invasato o il matto del posto” per sapere qualcosa del suo destino. Dalle tante profezie, spesso strampalate, Terzani ricava riflessioni sulla vita e sulla morte che si legano alle storie dei personaggi che incontra lungo il cammino. E la sua storia si intreccia con la grande Storia e con le piccole avventure della quotidianità. Tra le numerose, divertenti e a volte sorprendenti profezie che Terzani registrò lungo il viaggio ci fu quella di una bizzarra “strega” che, in Mongolia, lo ammonì: “Nell’anno del Maiale… (il 1995 o
il 2007? si chiede Terzani) i tuoi libri avranno successo perché in passato le tue opere sono state soppresse e messe al bando. Ma ora c’è più libertà e più facilità di farle circolare”. Terzani ci scherza su, ragionando sul fatto che la profetessa si riferisca alla mancanza di libertà nel suo Paese. Sorprende invece pensare che la “strega” avesse visto lontano. Un indovino mi disse e tanti altri libri di Terzani (e pure il Premio a lui intitolato) sono controcorrente, sono un esempio di libertà e indipendenza di pensiero. Valori per cui, nel 2019, bisogna ancora lottare.
Tiziano Terzani invita a coltivare un viaggio autentico, profondo, incondizionato fuori e dentro di noi e le sue storie aprono finestre su mondi che sarà bello condividere.

Maya Di Giulio, viaggiatrice instancabile, scrittrice e artista, ha fatto della ricerca dell’avventura e della conoscenza di altre realtà la propria scelta di vita, immortalando su carta le proprie emozioni con il colore e il segno grafico. Da sempre viaggiatrice curiosa e instancabile, ha unito le sue due grandi passioni, il viaggio e il disegno, dedicandosi all’arte del “Carnet di viaggio”. Da vent’anni accompagna gruppi in giro per il mondo come coordinatrice della nota associazione “Avventure nel mondo”, visitando più di cinquanta Paesi. Prima organizzatrice assoluta di stage di carnet di viaggio, insegna questa attività artistica in corsi a Como e in viaggi dedicati in Marocco, In Nepal, a Bali, in Cambogia e in Giordania. Si occupa della diffusione di questo “genere letterario e artistico” con articoli, conferenze e mostre in biblioteche, librerie e in ambiti legati al viaggio.
Ha pubblicato Hong Kong (Casa Editrice FBE Milano) con testo di Marzia Orlandi.