Caglio, una gemma nascosta tra i monti del Lario




Tra le montagne lariane e il lago di Como, a meno di un’ora di auto da Milano, c’è un piccolo paese gioiello. E’ Caglio, 900 metri di altitudine, il paese a più alta quota nel raggio di 50 chilometri dal capoluogo lombardo. Per l’aria salubre e i paesaggi dolci, fin dall’Ottocento è stato meta di villeggiatura dei milanesi benestanti, che qui hanno costruito splendide ville circondate da grandi parchi, tra le quali spicca la villa Giuliani (fondatori della casa farmaceutica del mitico Amaro medicinale).
Dagli anni ‘50 sono arrivate in massa le famiglie milanesi e brianzole, che si accontentavano di affittare per tutta l’estate case anche modeste pur di sfuggire al caldo e allo smog delle città. L’economia del paese è cambiata e il turismo ha sostituito l’agricoltura, ma il paesino è stato risparmiato dalla speculazione edilizia che ha devastato altre zone montane della Lombardia, forse perché non era una meta sciistica. Oggi che il turismo è cambiato e le vacanze sono sempre più brevi, Caglio è il posto ideale anche solo per una gita giornaliera da Milano, in qualsiasi stagione, oppure per un momento di tranquillità se ci si trova sulle affollate rive del lago di Como in estate.
Il paese ha mantenuto una struttura architettonica armoniosa e rasserenante, intorno alla bella chiesa parrocchiale e al borgo antico in pietra, dove è stata realizzata la mostra permanente a cielo aperto “Percorso Segantini” in omaggio al maestro del Divisionismo che qui visse e lavorò per un anno. In pochi minuti di cammino si raggiunge poi il bosco di castagni, dove un sentiero accessibile a tutti conduce in un’ora alla Colma di Caglio e infine alla Colma di Sormano, dove ha sede il suggestivo Osservatorio astronomico.

ARCHITETTURA E STORIA: IL BORGO MEDIEVALE IN PIETRA
Uno dei più antichi mestieri praticati a Caglio nel passato è quello degli scalpellini. L’abilità dello scalpellino consisteva nel conoscere la vena del sasso, aprire una grossa pietra e successivamente sbozzarla e lavorarla con bocciarde, martelli e la forza e la creatività delle proprie mani. Sotto i colpi dello scalpello la pietra dura e grezza diventava malleabile, prendendo le forme più diverse: colonne, gradini, portali con fregi, archi. Passeggiando tra le vie di Caglio è facile scorgere le testimonianze di questa antica attività, immergendosi in un’atmosfera fuori dal tempo. Tra le più curiose lavorazioni in pietra c’è il gioco del mulinello, o filetto, un passatempo molto diffuso nell’antichità. Di solito lo si trova rappresentato sul retro delle damiere: tre quadrati concentrici, tagliati al centro dalle comuni linee mediane.
Altri luoghi suggestivi sono la nevera, il luogo dove veniva pressata e conservata la neve per rinfrescare l’acqua e i cibi in estate, e le edicole affrescate con le Madonnine.
IL PERCORSO SEGANTINI
Il grande pittore divisionista Giovanni Segantini visse a Caglio tra il 1885 e il 1886 e qui dipinse una delle sue opere più famose, “Alla stanga”. In omaggio al maestro è stata realizzata una mostra permanente a cielo aperto, collocando tra vicoli e piazzette del centro storico 16 pannelli con riprodotte a grandezza naturale le sue opere più importanti. Appena fuori paese, poi, si può ammirare la riproduzione di “Alla Stanga” sul belvedere che domina proprio il paesaggio agreste scelto da Segantini come sfondo dell’opera.
Periodicamente la Pro Caglio organizza visite guidate gratuite al Percorso Segantini; è possibile anche organizzarle su richiesta, per piccoli gruppi.

ARTE SACRA: LE TESTIMONIANZE
La testimonianza più antica di arte religiosa è la chiesetta di Santa Valeria, un piccolo gioiello di architettura romanica situato nello splendido parco privato di villa Giuliani, al confine tra Caglio e Sormano. La chiesa conserva al suo interno preziosi affreschi del 1300 con l’immagine della Madonna del Latte e di Santa Valeria che tiene in braccio i due gemelli Gervaso e Protaso.
Più recente e celebrato il famoso santuario della Madonna di Campoè, costruito dopo un miracolo avvenuto nel 1626 e rimasto tutt’ora oggetto di grande devozione popolare. Conserva al suo interno una bella raffigurazione della Madonna del Latte tra due angeli musicanti, datato 1508.
Anche la parrocchiale, dedicata ai Santi Gervaso e Protaso, ha antiche origini. Venne modificata tra il 1615 e il 1660 nel periodo barocco; ospita affreschi e quadri (non esposti) del noto pittore ottocentesco Andrea Appiani. Imponente l’alta facciata della chiesa, con il massiccio portale in pietra del 1728.
Altra testimonianza religiosa degna di nota è la Cappella della Beata Vergine del Carmine, detta anche dei Morti di Pianura. Questo lazzaretto, che servì come rifugio durante le epidemie della peste, riproduce in piccolo il famoso Lazzaretto di Milano.

IL SENTIERO BOTANICO 2 E 4 PASSI. UNA DELIZIOSA CAMMINATA NEL BOSCO
Tornerà agli antichi splendori il suggestivo sentiero naturalistico “Due Passi” che parte appena fuori Caglio e conduce in poco più di un’ora al santuario della Madonna di Campoé, oppure, nella versione più lunga “Quattro Passi”, si spinge fino al belvedere Segantini, dalla parte opposta del paese: un punto panoramico di grande fascino, immortalato dal celebre pittore ottocentesco nel quadro Alla stanga.
L’amministrazione comunale provvederà a mettere in sicurezza tutto il tracciato, a predisporre la nuova segnaletica e le indicazioni botaniche, a installare panchine per chi desidera riposarsi. Il percorso si snoda a quota circa 1000 metri, con un dislivello molto dolce. Quindi si può percorrere facilmente in tutte le stagioni dell’anno (salvo nevicate molto intense) ed è perfetto per i bambini.
Oltre a tantissime specie di alberi selvatici: noccioli, castagni, frassini, aceri, faggi, sambuco e felci, caratterizza questo sentiero la presenza di una vasta pineta “importata” negli anni ’30 del Novecento, quando il governo fascista realizzò una piantagione di conifere con l’idea di creare posti di lavoro nella zona, che già allora era a rischio spopolamento. Splendidi i giochi di luce tra i pini altissimi e i colori cangianti dei castagni e degli aceri in autunnoGioiello del sentiero è il faggio monumentale, vecchio almeno 200 anni, con un tronco di oltre sei metri di circonferenza, che troneggia sul sentiero poco prima della discesa verso il santuario. Alla fine della camminata, chi vuole può provare l’avventura al Jungle Raider Park (anche per bambini) e pranzare nel vicino ristorante Chalet Pian delle Noci.
NATURA: IL CASTAGNETO
Il castagneto di Caglio conta oggi alcune migliaia di piante, ma era molto più esteso fino a un passato ancora recente, quando la castagna rappresentava una fonte di sostentamento per molte famiglie. Nel bosco si notano ogni tanto alberi contrassegnati da un numero, che indicava la famiglia alla quale era stato dato in uso gratuito dal Comune. Gli affidatari avevano l’esclusiva del raccolto e in cambio si impegnavano ad avere cura degli alberi e a ripiantare quelli eventualmente tagliati. Nulla andava sprecato: persino le foglie venivano date agli animali come cibo.
Dagli anni ’70 queste attività si sono gradualmente perse e così molti castagni, non più curati, sono morti perché inglobati da altre piante o attaccati da malattie. La più recente è stata causata dal cinipide, un insetto asiatico che aveva fatto scendere la produzione di frutti a livelli minimi, non solo in Lombardia ma anche in altre regioni. Dopo quattro anni di lotte il cinipide è stato debellato con l’aiuto di un insetto antagonista, il torymus. Oggi dunque andar per castagne a Caglio è molto gratificante!

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