Humana risponde al Comune di Como sulla raccolta di abiti usati

Da qualche giorno la stampa sta dando spazio al tema dell’affidamento del servizio di raccolta degli abiti usati nella città di Como, e ha anche riportato la posizione del Comune, presentata dall’Assessore Marco Galli.
Su questo argomento HUMANA People to People Italia, organizzazione umanitaria di cooperazione internazionale attiva nella raccolta di indumenti usati, vuole fornire alcune precisazioni. La prima è relativa al bando di gara e alla compilazione dell’offerta tecnica. L’Assessore afferma che “Il bando è rimasto lo stesso perché nei due precedenti non si è potuto procedere per un errore tecnico dei partecipanti”.
HUMANA ci tiene a precisare di non aver commesso alcun errore nella presentazione della parte tecnica del bando. È altresì vero che è stata esclusa poiché aveva formulato un’offerta economica sotto soglia, ovvero più bassa di quella richiesta dal bando: questa è stata un’azione consapevole finalizzata a lanciare un chiaro segnale sul fatto che una base d’asta di 400 euro a contenitore da pagare al Comune non è sostenibile.
HUMANA ha voluto comunque partecipare alla gara, pur con una richiesta economica alta da parte del comune, proprio per evidenziare il rischio che la tendenza che hanno alcuni Comuni di mettere la raccolta vestiti usati all’asta rischia di escludere a priori operatori che operano nel rispetto delle regole e con un mandato solidale.
La raccolta degli abiti usati non è uguale alle altre raccolte differenziate perché gli operatori dipendono economicamente dalla frazione riutilizzabile, in particolare gli operatori che agiscono con finalità solidali. Ma le stazioni appaltanti sempre più spesso applicano la logica del massimo rialzo per affidare il servizio. Questo rende davvero difficile l’affidamento a soggetti no profit. L’esistenza di un fattore economico rigido, come quello delle gare al massimo rialzo, oltre a determinare la minore competitività dei soggetti con mission solidale, rischia anche di favorire filiere opache gestite da operatori che sono disposti ad abbattere illecitamente i loro costi per avere i margini da offrire ai Comuni. Quando la competizione tra gli operatori del settore viene portata all’estremo, c’è chi ricorre a qualsiasi mezzo pur di rimanere sul mercato.
Ciò che sta accadendo a Como rispecchia questa tendenza negativa, tanto che la prossima gara è identica a quella precedente, compresa la richiesta di 400 euro di contributo economico a contenitore. Massimiliano Marin, Unit Manager di HUMANA People to People per la sede di Pregnana Milanese chiede: “In base a quali dati l’assessore Galli afferma che la cifra richiesta dal comune sia nella media nazionale? A noi risulta che richieste economiche esagerate siano sempre più frequenti, ma se chi affida il servizio si comportasse mediamente come il Comune di Como il settore sarebbe o estinto o completamente in mano a soggetti torbidi. Noi di HUMANA” aggiunge Marin “siamo da tempo impegnati in un lavoro di trasparenza perché, soprattutto quando la proposta degli operatori è solidale, bisogna far sapere ai cittadini qual è il percorso dei vestiti e del denaro lungo tutta la filiera. I progetti solidali devono essere sottoposti a serie rendicontazioni e i punteggi nelle gare dovrebbero dipendere da questo tipo di cose, oltre che dalla qualità tecnica del servizio.”