Como, in alto mare il regolamento di polizia locale: ancora dieci emendamenti



La definizione del documento ancora non c’è: discussione che prosegue a luglio con un paio di nuove sedute.
Ancora un nulla di fatto per l’approvazione del nuovo regolamento di polizia locale di Como. Niente di concreto anche nella seduta di ieri sera in COmune. A questo punto, inevitabile, lo spostamento a settimana prossima o forse a quella successiva per definire le nuove regole in materia di sicurezza urbana. Ieri è proseguita la discussione su parte dei 120 emendamenti al testo presentati dalle varie forze politiche, quelle di minoranza in particolare. Restano ancora una decina di emendamenti da affrontare nel dettaglio.
COMUNICATO STAMPA DI PATRIZIA LISSI (PD)
“Obblighiamo i negozi a tenere le porte chiuse durante il periodo di accensione degli impianti di riscaldamento e di climatizzazione”, lo ha chiesto un emendamento al Regolamento di Polizia locale, approvato in consiglio comunale a Como, presentato dal Gruppo comunale del Pd e illustrato da Patrizia Lissi, consigliera comunale del Pd. “Lo aveva già fatto la Giunta Lucini, con un’ordinanza, nell’estate del 2016. Ma il provvedimento era durato un anno e quindi dal 2017 in poi nessuno ci aveva più pensato. Invece, era strettamente necessario farlo diventare organico, per evitare l’inutile dispersione termica che comporta solo costi più alti e sprechi, nel nome della lotta al cambiamento climatico”, esulta Lissi.
Secondo la proposta del Pd, dal provvedimento sono esclusi gli esercizi commerciali dotati di dispositivi alternativi alle porte d’accesso per l’isolamento termico degli ambienti o quelli le cui porte non si affacciano direttamente verso l’esterno, come nei centri commerciali. “Ci sono città come Milano, Bologna, Perugia, Mantova che da anni hanno preso questa decisione con un’ordinanza antismog. E la questione non riguarda solo l’Italia, ma anche altri Paesi europei che da tempo hanno aperto un dibattito con una campagna che è stata chiamata ‘Closethedoor’ (‘Chiudi la porta’, ndr), lanciata proprio per sensibilizzare i commercianti contro lo spreco energetico – ha illustrato in Aula la consigliera Pd –. Secondo le stime della Cambridge University sono riusciti a ridurre i consumi anche del 50 per cento, mentre il risparmio complessivo in termini di emissioni è stato finora di oltre 10 tonnellate di Co2. Non ci sono prove, invece, di una presunta diminuzione di clienti, solo perché le porte sono chiuse”.