Mazzette per agevolare le pratiche fiscali, nessuno parla davanti al giudice
Restano in silenzio Antonio Pennestrì, l’imprenditore Butti e l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Como. Gli altri saranno sentiti venerdì.
Primi tre interrogatori oggi dopo gli arresti clamorosi di ieri per un presunto giro di mazzette ai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate di Como negli anni scorsi. Davanti al giudice delle indagini preliminari hanno scelto tutti la via del silenzio: il commercialista comasco Antonio Pennestrì, ex presidente della Comense basket, poi l’ex direttore dell’Agenzia Roberto Leoni ed anche l’imprenditore Andrea Butti, uno dei titolari della Tintoria Butti di Como, lui finito agli arresti domiciliari. Nessuna attenuazione delle misure cautelari, Pennestrì e Leoni rimangono in carcere, Butti ai domiciliari. Nessuno di loro, in sostanza, oggi ha parlato davanti al giudice.
Il figlio di Pennestrì, Stefano, 43 anni (sopra il video nel quale darebbe una mazzetta ad un funzionario dell’Agenzia nel suo studio), sarà interrogato venerdì: lui è rinchiuso a MOnza in carcere. Venerdì interrogatorio anche per il dirigente dell’Agenzia di Como delle Entrate – Stefano La Verde – finito anche lui in cella.