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Interrogatori per le mazzette: parla solo il funzionario incastrato dal video

27 giugno 2019 | 18:26
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Stefano La Verde al giudice: risponde e chiarisce. E’ lui nelle immagini captate dalla finanza nello studio dei Pennestrì, entrambi in silenzio

Solo uno parla, gli altri restano in silenzio. Interrogatori terminati per i cinque arrestati nell’ambito dell’operazione per un presunto giro di mazzette ai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate in cambio di favori sulle pratiche fiscali. Quattro degli indagati hanno scelto di non parlare e di non rispondere davanti al giudice: si tratta del commercialista Antonio Pennestrì, in carcere a Milano, dell’ex direttore dell’Agenzia di Como Roberto Leoni, da alcuni mesi spostato a Varese e ora in carcere a Busto Arsizio, l’imprenditore Andrea Butti, ma anche Stefano Pennestrì, figlio di Antonio, detenuto nel penitenziario di Monza. Assistito dal legale Giuseppe Botta, come il padre ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere al giudice.

Diversa invece la scelta di Stefano La Verde, ex capo team dell’ufficio legale dell’Agenzia di Como, che ha deciso di rispondere alle domande del giudice Maria Luisa Lo Gatto, che lo ha raggiunto nel carcere del Bassone per l’interrogatorio di garanzia. Il suo Raffaella Leoni, al termine dell’interrogatorio, non ha presentato alcune richiesta al giudice. La Verde rimane in carcere: è lui quello ripreso dalle telecamere della guardia di finanza di Como mentre, nello studio dei commercialisti Antonio e Stefano Pennestrì, riceve una busta che per le fiamme gialle (video sopra) conterrebbe duemila euro, una mazzetta in cambio del suo impegno a favorire una pratica per un ricorso dell’imprenditore tessile Butti.