Street food alla comasca

28 giugno 2019 | 15:54
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Street food alla comasca

Street food, che passione. Complice una nuova sensibilità nei confronti del cibo e i tanti programmi televisivi dedicati all’arte della cucina, il cibo di strada, quella parte della cultura enogastronomica italiana che propone e rivede piatti della tradizione in versione da passeggio, sta riscuotendo sempre più successo, al pari degli altri food trend del 2019.

Street food non significa però fast o, per meglio dire, lo street food si pone a una certa distanza dalla cultura del “fast food” inteso come cibo di qualità media e appiattimento dei menu. Al contrario, lo street food attinge a piene mani dalla tradizione, locale e internazionale, e spesso flirta con l’alta cucina, tanto da aver destato l’attenzione di tanti chef, anche di grande livello, che si sono dati al cibo di strada. Già nel 2016 il Gambero Rosso individuava ben 22 “campioni” dello street food all’italiana, che raccoglieva nella terza edizione della guida.

Anche Como conosce la realtà, anzi le realtà, dello street food, a cominciare dallo chef del Birrificio di Como Gianmario Carta, che lo scorso 20 giugno ha deliziato i corsisti del corso di cucina Tigros, a Busto Arsizio, con le sue specialità.

Lo chef ha presentato un delizioso cartoccio di polpo in tempura con patate, un piatto che, a detto dello stesso Carta, ha richiesto una lunga preparazione: tre ore di bollitura del polpo, una pastella realizzata con acqua fredda, farina e amido di mais e fatta riposare almeno mezz’ora e patate passate al coltello e impastellate. La cottura in olio bollente ha completato questo piatto succulento.

Altra specialità dello chef del Birrificio di Como, il risotto alla birra Roxanne con luganega nostrana. Il riso ha subito dapprima un processo di rosolatura nell’olio, poi è stato fatto sfumare con la birra (rossa) e infine cotto come un “normale” risotto utilizzando un brodo vegetale (ma senza il dado). A metà cottura, lo chef ha unito la salsiccia, tagliata al coltello e spellata.

Lo chef Carta ha anche presentanto un classico dello street food, il Chicken Club Sandwich, il tradizionale pane in cassetta unito a iceberg, maionese fatta artigianalmente, bacon, pollo e pomodoro fine fine. Il pollo, cotto prima a vapore e poi passato sulla piastra, è il mattatore di questo panino. È dai tempi di John Montagu, il conte di Sandwich, passato alla storia per i suoi panini divorati durante le sessioni di gioco, che il sandwich riveste un ruolo di primo piano nell’immaginario dello street food, compreso quello italiano.

A Como c’è anche chi ha fatto dello street food un veicolo di inclusione sociale. Lo scorso mercoledì 13 giugno, infatti, la Piccola Casa Federico Ozanam ha presentato il progetto Social Street Food, un’iniziativa con un duplice obiettivo: distribuire ai senzatetto pasti caldi e dare un’opportunità di formazione agli ospiti della casa, i quali aiuteranno i volontari nella distribuzione dello street food a bordo di un’Ape Car destinata al trasporto del cibo.

Nelle diverse tappe verranno offerti pietanze preparate dagli ospiti della Piccola Casa Federico Ozanam, allievi del corso di cucina tenuto in collaborazione con l’Associazione Cuochi di Como.
Iniziativa lodevole, in linea con l’attività della casa, che si offre di assistere i più bisognosi.

Infine, c’è un ragazzo che, partendo dall’idea di “cono”, ha lanciato una nuova attività legata allo street food: parliamo di Camillo Brivio, ideatore di Como Cono. Camillo propone un cono, fatto di un pane prodotto da un mastro fornaio di Carnobbio, riempito di quello che si vuole, a secondo dei gusti: quindi, può diventare un cono freddo, caldo, dolce o salato.

Camillo ha raccontato di aver dovuto realizzare appositamente teglie e contenitori per dare vita alla sua idea, che ha richiesto a sua volta una lunga progettazione a monte.
Como Cono si vuole contraddistinguere per la bontà del suo street food che, come tradizione vuole, punta sulla qualità artigianale.

Dunque lo street food è sempre più apprezzato da chef, pubblico e critica culinaria. Il successo di programmi come Unti e Bisunti, condotto dall’alfiere dello street food Chef Rubio (anche se lui non ama chiamarlo così), è lì a dimostrarlo. D’altro canto, lo street food non è un’invenzione dei nostri giorni, ma una tradizione della nostra cultura enogastronomica che si sta adattando ai tempi moderni.