Al festival Zelbio Cult Elisabetta Vergani in uno spettacolo dedicato alla poetessa Antonia Pozzi

11 luglio 2019 | 13:17
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Al festival Zelbio Cult Elisabetta Vergani in uno spettacolo dedicato alla poetessa Antonia Pozzi

Zelbio, un piccolo paese di grande fascino a 800 metri d’altezza sul ramo comasco del Lario, continua a richiamare ospiti prestigiosi per  il festival “Zelbio cult – Incontri d’autore su quell’altro ramo del lago di Como”: giunto alla dodicesima edizione. Sabato 13 luglio ore 21 la drammaturga Elisabetta Vergani ripercorrerà la vita e l’opera di Antonia Pozzi, una delle più importanti poetesse del Novecento, nel piccolo teatro di Zelbio con lo  spettacolo teatrale “L’infinita speranza di un ritorno. Vita e poesia di Antonia Pozzi”, musiche originali dal vivo di Filippo Fanò e regia di Maurizio Schmidt.

Figlia dell’avvocato Roberto Pozzi e della contessa Lina Cavagna Sangiuliani di Gualdana, Antonia cresce in un ambiente colto e raffinato. Frequenta il liceo Manzoni di Milano, per poi iscriversi all’Università Statale nella facoltà di Lettere e Filosofia assieme ad alcuni tra i futuri protagonisti della cultura del Novecento (Vittorio Serini, Remo Cantoni, Dino Formaggio, i Treves …).

In tutti questi anni di liceo e di università Antonia sembra condurre una vita normalissima, almeno per una giovane come lei, di rango alto-borghese. Questa normalità però si limita solo all’apparenza. In realtà Antonia Pozzi vive dentro di sé un incessante dramma esistenziale, che nessuna attività riesce a placare e che la porta all’estrema decisione di togliersi la vita nel 1938, a soli 26 anni.

Nella sua esperienza umana convissero l’immenso amore per la natura e la montagna e il difficile rapporto col mondo maschile ed intellettuale della propria epoca. Nella sua breve vita Antonia ha dato sfogo a un’importante produzione artistica tra poesia e fotografia, le sue due più grandi passioni. Si conoscono, infatti, più di trecento sue composizioni, anche se ancora non si ha ancora la sicurezza che tutto quello che abbia scritto sia stato pubblicato.

La sua è stata una (lenta) riscoperta avvenuta negli ultimi anni e che si è poi tramutata in film, pubblicazioni di libri e mostre fotografiche.

Elisabetta Vergani, curatrice di una raccolta di poesie di Pozzi intitolata “Desiderio di cose leggere” (Salani, 2018), è una drammaturga e attrice milanese. Ha fondato e diretto l’associazione teatrale Farneto Teatro, che ha lo scopo di dare voce alla poesia femminile ed alle eroine dei miti antichi.

PROSSIMI APPUNTAMENTI IN CALENDARIO:

Si prosegue venerdì 19 luglio con la conferenza per immagini “Leonardo e l’energia della natura”: lo storico dell’arte STEFANO ZUFFI torna a Zelbio, con una serata dedicata a Leonardo da Vinci, in concomitanza con la ricorrenza dei cinquecento anni della sua scomparsa. Tutti siamo abituati a considerare Leonardo “il genio” per antonomasia. Ma… le opere pittoriche sono poche e spesso incompiute o pasticciate, nemmeno uno dei molti trattati è stato pubblicato, le famose invenzioni non sempre funzionano… insomma, in cosa consiste la genialità dell’artista e scienziato? Il professor Zuffi, di recente autore di due testi molto diversi (la veloce autobiografia “Leonardo”, pubblicato da Feltrinelli Kids e l’illustratissimo “Leonardo in primo piano” edito da Rizzoli) propone una chiave di lettura legata alla profonda passione che ha legato Leonardo alla natura: una innovativa, e modernissima, visione dell’uomo immerso nell’universo, in un grandioso ritmo vitale, come un unico, meraviglioso organismo vivente.

Sabato 27 luglio si parla di Italia e di Italiani partendo dal saggio “La Penisola che non c’è – La realtà su misura degli italiani” (Mondadori): il sociologo e sondaggista NANDO PAGNONCELLI – presidente di Ipsos Italia, ospite della trasmissione tv “Di martedì” e firma del “Corriere della Sera” – ci racconta alcune incongruenze del nostro Paese. Partendo da una analisi precisa su cosa sia “l’opinione pubblica”, Pagnoncelli la tratteggia come “protagonista” indiscussa dei nostri tempi perché ottenerne il consenso è di vitale importanza per leader e partiti politici, che spesso modellano la propria azione solo in vista di questo obiettivo. Da qui la necessità di sapere cosa pensano, desiderano e sognano i cittadini, ossia i potenziali elettori, salvo scoprire che le loro opinioni sono profondamente contraddittorie e di rado, almeno nel nostro paese, rispecchiano la realtà. I dati parlano chiaro: secondo gli italiani il 26% dei residenti nel nostro Paese è composto da immigrati mentre il dato reale non supera il 9%, anche la percezione degli islamici in Italia non corrisponde alla realtà: dal 20% percepito ad un dato reale che oscilla dal 2% al 3,7%. I sondaggi – che Pagnoncelli ha utilizzato anche in occasioni delle recenti elezioni europee – rappresentano quindi uno strumento preziosissimo che, come uno specchio, dovrebbe riflettere l’immagine di una società̀ e che invece, nel caso dell’Italia – Paese “strabico”, ne svela inaspettatamente le mille incoerenze.

Sabato 3 agosto spazio per un racconto dedicato al Ticino con “Angeli, Arcangeli e demoni del Ticino”: il celebre architetto MARIO BOTTA, già ospite di Zelbio, narra le grandi bellezze della Svizzera Italiana e ci porta a riscoprire e valorizzare un grande patrimonio di tradizioni, cultura e arte presente sul territorio cantonale. Botta ha costruito edifici in tutto il mondo, dalle ville alle banche, dai musei ai casinò: sono però gli edifici di culto a stargli particolarmente a cuore, come spiega in questa serata. Rappresenta per molti estimatori “l’anima” di questa zona del Ticino, e lega il suo nome alle bellezze architettoniche che ha ideato, progettato e costruito, tra le quali troviamo: la Chiesa di Santa Maria degli Angeli sul Monte Tamaro, il rifugio “Fiore di Pietra” sul Monte Generoso, o il Teatro dell’Architettura di Mendrisio. Una serata che ripercorre le strade del Ticino alla ricerca dell’architettura e dell’arte sacra, affiancandole alle sue celebri bellezze naturali e alle località più note.

Sabato 10 agosto una serata di parole, immagini e musica che partono da Zelbio e volano in Spagna: Giuseppe Pizzala è “Uno zelbiese alla guerra di Spagna”, ebanista emigrato in Sud America, rimandato in Italia perché rivoluzionario e poi ripartito per la Spagna dove si arruolò come volontario per sostenere il governo repubblicano contro l’insurrezione militare sostenuta da Mussolini e da Hitler. Antifascista, partecipò alla guerra civile spagnola dal 1936 al 1939, fino alla totale sconfitta della Repubblica e all’inizio dei successivi 35 anni di dittatura franchista. Riparò poi in Francia, dove proseguì la difesa della democrazia contro i nazisti combattendo tutta la II guerra mondiale come volontario nell’esercito francese. CLAUDIO ROSSI – che ha vissuto lunghi anni in Spagna approfondendone la storia e che attualmente collabora con l’Istituto “Ferruccio Parri” di Milano (Ex Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia) – ha recuperato documenti e testimonianze di questa vita avventurosa, di cui è rimasta scarsa memoria. Negli archivi dell’Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti in Spagna (AICVAS), conservati nell’Istituto “Ferruccio Parri” ha seguito le tracce di questa storia lariana, con il supporto del Presidente dell’Associazione Italo Poma, presente alla serata. Una serata animata dalle canzoni dell’epoca che ascolteremo dalla splendida voce di Angeles Aguado Lopez, dedicata agli abitanti di Zelbio – che dovrebbero annoverare con orgoglio Giuseppe Pizzala tra i suoi concittadini più illustri – e a tutti coloro che amano la libertà ed il coraggio.

Si prosegue sabato 17 agosto con il ritorno di un affezionato amico del festival: GIANNI CLERICI racconta la sua straordinaria collezione di quadri e sculture, con la storica dell’arte MILENA NALDI. La serata “Dall’arte del tennis a il tennis nell’arte” prende spunto dalla recente pubblicazione “Il tennis nell’arte – Racconti di quadri e sculture dall’antichità ad oggi” (Mondadori), in cui il grande giornalista e scrittore traccia una storia divertita e inedita del tennis nell’arte. Molti sono infatti i grandi pittori che hanno raffigurato il tennis: da Desubleo a Tiepolo, da Chardin a Goya, da Boccioni a Campigli a Carrà a Hopper, per non parlare di scultori come Calder, Thayaht, Tongiani. I racconti dedicati alle opere di questi grandi artisti si intrecciano con la storia personale di Clerici che, dopo una vita spesa a commentare il tennis, ci accompagna per la prima volta a scoprire anche la sua ricca e ampia collezione familiare d’arte. Una serata in cui la storia del tennis si interseca alla storia dell’arte passando attraverso episodi di vita, di personaggi famosi e non.

Sabato 24 agosto protagonista è sempre l’attualità: in una serata intitolata “Ultimissime notizie”GIULIO ANSELMI riflette sulle problematiche dell’informazione attuale, analizzando le motivazioni dell’attuale crisi della carta stampata e le nuove frontiere dell’informazione digitale. È il Presidente dell’ANSA dall’aprile 2009. Nato a Valbrevenna nel 1945, si è laureato in giurisprudenza all’Università di Genova ed ha cominciato a collaborare da studente al Corriere Mercantile. Dopo la laurea e un breve periodo di pratica forense, inizia a collaborare con il Corriere Mercantile, per poi passare, nel 1969, a Stampa Sera e quindi a La Stampa, a Panorama – come inviato speciale – e al Secolo XIX. Dal 1984 direttore del settimanale Il Mondo, nel 1987 è passato al Corriere della Sera, dove è rimasto fino al 1993 come vicedirettore e poi condirettore; successivamente assume la guida de Il Messaggero, che condurrà fino al 1996.

Dopo un breve periodo da editorialista del Corriere della Sera, nel 1997 è direttore responsabile dell’ANSA; dal 1999 al 2002 direttore de L’Espresso, rimane successivamente editorialista del quotidiano del Gruppo, la Repubblica e vicepresidente di Finegil. È stato consulente della trasmissione televisiva di Rai 3 “Ballarò” e dal 2005 ha diretto La Stampa di Torino, per poi tornare all’ANSA nell’aprile del 2009 in veste di Presidente.

Presidente della FIEG (Federazione italiana Editori Giornali) dal 2011, e di Audipress (agenzia di raccolta e analisi dati sulla diffusione della stampa italiana) dal 2012, ha insegnato “Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico” all’Università LUISS Guido Carli. Con un saggio intitolato “I giornali non contano più nulla” ha partecipato al volume collettivo “Il pregiudizio universale: un catalogo d’autore di pregiudizi e luoghi comuni” (Laterza).

La serata conclusiva del Festival è sabato 31 agosto con lo scrittore svedese più noto in Italia, e che ama il Belpaese: BJÖRN LARSSON – scrittore, traduttore e appassionato velista – racconta della sua ultima pubblicazione “La lettera di Getrud” (Iperborea), un romanzo sulla storia e sull’identità, su come questa venga costruita e in parte imposta, sui limiti della libertà umana. Il romanziere che è diventato famoso a livello internazionale con “La vera storia del pirata Long John Silver” e “Il cerchio celtico” passa ad una nuova tematica, il dramma della persecuzione degli ebrei legato alla questione dell’identità. Larsson è docente di letteratura francese all’Università di Lund, filologo, traduttore, scrittore e appassionato velista: ama l’Italia e parla perfettamente italiano.