Socrate in riva al lago con Christian Poggioni e le musiche di Irene Solinas

Reduci dal Teatro Festival Valtellina dove hanno ottenuto un grande successo, Christian Poggioni e Irene Solinas proponfono il loro Socrate martedì 13 agosto a Torno, in una serata spettacolo gratuita in riva al lago con il patrocinio del Comune.
Lo spettacolo “Apologia di Socrate” è un nuovo allestimento diretto e interpretato in inglese da Poggioni con le musiche originali dalla Solinas eseguite dal vivo per 4 violoncelli. L’evento cui si riferisce l’Apologia è l’autodifesa che Socrate pronunciò davanti ai giudici di Atene nel 399 a.C., Platone ne fu testimone oculare e scrisse l’Apologia che è la più credibile fonte di informazioni sul processo a Socrate.
Socrate, vittima di una congiura politica, è accusato di empietà e di corrompere i giovani. Per questo è condannato a morte, ma al termine del processo porge ai propri accusatori un ultimo, fondamentale messaggio: “Se credete, col condannare a morte uomini, di impedire a qualcuno di rimproverarvi perché non vivete in modo retto, voi non pensate bene; a un uomo giusto, infatti, non può capitare nessun male, né in vita né in morte.”
È questo di Platone il dialogo politico per eccellenza, che vede di fronte un uomo e la sua comunità nel drammatico confronto sul senso di vivere personale e politico. La riduzione drammaturgica di Poggioni rispetta l’originalità del testo platonico e la messa in scena mira ad una comunicazione immediata e coinvolgente, affinché risuonino vivi e attuali il pensiero e la vita di Socrate così come la testimonianza diretta di Platone ce li tramanda. La rappresentazione ruota attorno al dialogo tra Socrate, i suoi accusatori e i 500 giudici della polis che, nello spettacolo, prendono simbolicamente vita grazie alla presenza del pubblico stesso.
L’Apologia, i cui toni drammatici sono costantemente stemperati dall’inesauribile ironia del filosofo ateniese, ripropone al pubblico contemporaneo lo stile della dialettica socratica, strumento indispensabile per la ricerca della conoscenza e la definizione dei valori. Il rapporto tra Socrate, i suoi accusatori e i giudici ateniesi, crea un contrasto drammatico tra l’attore e il pubblico, direttamente chiamato in causa dalle domande e dalle provocazioni del maestro, le cui parole risuonano attuali qui e oggi non meno che nell’aria corrotta dell’Atene di allora.
La domanda che rimane al termine dello spettacolo è: “La nostra Atene ha oggi un suo Socrate da ascoltare?”