Bel successo per il 17° Tremezzina Music Festival che chiude con il blues di Watermelon Slim

14 agosto 2019 | 09:16
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Bel successo per il 17° Tremezzina Music Festival che chiude con il blues di Watermelon Slim
Bel successo per il 17° Tremezzina Music Festival che chiude con il blues di Watermelon Slim
Bel successo per il 17° Tremezzina Music Festival che chiude con il blues di Watermelon Slim

Dopo due sere in jazz il Tremezzina Music Festival si congeda, questa sera, spingendosi in “territori blues” con Veronica Sbergia & Max De Bernardi trio e, soprattutto, quel vecchio marpione di Watermelon Slim. I due concerti, gratuiti, nel parco Teresio Olivelli di Tremezzo con inizio alle ore 21.

La 17esima edizione del festival, tornato dopo un anno di stop, ha registrato un largo consenso di pubblico sia nelle due anteprime cernobbiesi (novità di questa edizione), che nelle precedenti serate nel bel parco sul lago in Tremezzina. Ieri sera la Monday Orchestra diretta da Luca Missiti, ha incantato tutti con una serie di brani da colonne sonore celebri rivisitati in jazz , accoglienza calda anche lunedì sera per lo storico gruppo di ricerca popolare est-europea Rhapsódija Trio. Soddisfazione per il direttore  artistico Marco Zanotta e per l’organizzatore Lele Gambardella dell’agenzia Music For Green che, da quest’anno, è il motore della manifestazione.

tremezzina music festival

Sarà dunque la musica in 4/4 a chiudere il Tremezzina Music Festival, non una novità assoluta in quanto il blues è sempre stato presente nel programma, ma mai un’intera serata è stata dedicata alla “musica del diavolo”. Speriamo che il suddetto non ci metta le corna e, anche questa sera, si possa svolgere completamente all’aperto (ricordiamo che il piccolo teatro di Tremezzo  è pronto in caso di necessità).

Aprono le danze Veronica Sbergia & Max De Bernardi trio con Dario Polerani al basso. La versatilità della  voce di Veronica l’ha in passato portata a proporre repertori dei piu’ disparati generi musicali, dal pop al folk passando per il soul il funk e il jazz ma e’ nel blues che trova la sua espressione ideale. Lei e Max suonano appassionatamente blues country e ragtime, hokum, jug band e musica rurale americana degli anni ’20 e ’30. A loro piace mantenere vivo questo prezioso patrimonio riproducendo fedelmente il suo suono originale, ma con un tocco moderno. Utilizzando strumenti rigorosamente acustici come ukulele, washboard, kazoo, chitarre resofoniche e contrabbasso, la loro passione per questa musica è perfettamente rappresentata nel loro  CD “OLD STORIES FOR MODERN TIMES”, che vede anche contributi di altri importanti musicisti e amici. 

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La star della serata sarà, comunque, Watermelon Slim, vero nome William P. Homans III, che chiama tutti alla “chiesa del blues”, come da titolo del suo ultimo album.

Avrà anche deciso di chiamarsi “anguria”, ma un cavallo di razza lo si riconosce anche dietro un nome così buffo, e non c’è bisogno di essere un cultore del blues. La familiarità con quei pochi ma sempre efficaci accordi permette facilmente di individuare tra una marea di proposte quel disco e quell’artista in possesso di una marcia in più. Sarà anche colpa o merito del trascorso personale di Watermelon Slim, ma da quasi vent’anni il bluesman nato a Boston dispensa album dal costante livello qualitativo.
Parte della sua fama si deve a un vecchio album del 1973, “Merry Airbrakes”, che è diventato un vero e proprio oggetto di culto per il tono militante e violentemente contrario alla guerra. Un progetto che il musicista ha realizzato dopo aver vissuto tra i militari in Vietnam, sotto l’egida dell’organizzazione no-profit Vietnam Veterans Against The War, nel quale ha descritto con toni aspri e crudi il travaglio spirituale e fisico dell’annoso conflitto.

Dopo aver contratto una malattia in Vietnam che lo ha bloccato per molto tempo in un ospedale militare, il giovane Homans ha lavorato come agricoltore e poi come camionista, per riabbracciare infine la mai sopita passione per il blues, unendosi a varie formazioni e alternando il ruolo di camionista a quello di bluesman.
Nel 2004, dopo un attacco cardiaco molto grave, ha definitivamente lasciato il lavoro, dedicandosi completamente alla musica e raccogliendo consensi e premi importanti, grazie a una serie di album prestigiosi (“Up Close And Personal” e “Watermelon Slim And The Workers”).

Con il nuovo disco “Church Of The Blues” il musicista ha conquistato anche le classifiche e consolidato un profilo artistico lodevole. L’album è composto da quattordici brani equamente divisi tra originali e cover. Ad accompagnarlo, oltre ai fidi compagni d’avventura Brain Wells e John Allouise, c’è un numero consistente di ospiti: Sherman Holmes, Albert Castiglia, Red Young, Nick Schnebelen, Joe Louis Walker, John Nemeth, Bob Margolin, Chris Hicks, Kevin Webb, Matt Blagg, Chris Hardwick.