FuoriFiera del Libro: Sant’Abbondio e il Duomo raccontati da Gerardo Monizza

Dopo la passeggiata tra le architetture di Federico Frigerio, ecco altri due eventi FuoriFiera del Libro di Como:
DOMENICA 1° SETTEMBRE, ORE 21.00. presso Basilica di Sant’Abbondio
“Sant’Abbondio di Como. Gli affreschi trecenteschi”
Testo Gerardo Monizza (edizione NodoLibri)
Lettura Laura Negretti, Alessandro Baito
La basilica romanica di Sant’Abbondio in Como è tra le più importanti costruzioni dell’XI secolo; è a cinque navate ed è soprattutto conosciuta per la presenza di due campanili (uno interamente rifatto nell’Ottocento dopo un crollo), ma non è molto frequentata da comaschi e turisti. La sua posizione periferica (eppure, neanche un paio di chilometri dal centro), la vicinanza con la linea ferroviaria (dunque una sensazione di degrado ambientale), la mancanza di servizi ritenuti essenziali (come i parcheggi) la escludono dai tragitti consueti del turismo di massa che preferisce comode tappe e brevi tragitti. I comaschi tuttavia l’apprezzano per il suo fascino spirituale; per la luce mutevole che emoziona e coinvolge; gli appassionati di storia ed arte la frequentano per l’interesse che suscita la sua architettura (anche se più volte rimaneggiata e un poco semplificata) e molti – per fortuna – la visitano per ammirare lo stupendo ciclo di affreschi dedicato alle Storie di Cristo raccontate in venti scene. Molto ben conservato, il ciclo è tra i più importanti del Trecento lombardo.—
LUNEDì 2 SETTEMBRE, ORE 21.00 presso piazza del Duomo
“Il Duomo di Como. Il racconto della facciata”
Testo Gerardo Monizza (edizione NodoLibri)
Lettura Laura Negretti, Alessandro Baito
Architettura, storia, decorazione, arte, teologia attraggono per il loro valore estetico e formale e per la loro valenza simbolica. Sulla facciata del Duomo esistono allegorie, metafore, figure che – forse – erano d’immediata lettura nel Quattro-Cinquecento, ma che oggi richiedono spi
egazioni. Lo stesso vale per il catalogo dei santi anche se molti non appartengono più alla devozione quotidiana. Le immagini della facciata indicano soprattutto che la tradizione e la cultura di una comunità si mantengono legate alle origini anche quando si perde l’immediatezza del significato. Resta la bellezza delle opere e la forza intellettuale delle composizioni e dell’arte.