Cinema on the road con Easy Rider versione restaurata al Gloria



Billy se n’è andato da tanto tempo e ora anche Wyatt “Capitan America” ha svoltato, con il suo chopper, sulla strada senza ritorno, è rimasto solo Jack Nicholson quale testimone dell’avventura on the road di Easy Rider, film simbolo di libertà. Che poi “Parlare di libertà e essere liberi sono due cose diverse. Tutti parlano di libertà. Ma quando vedono un individuo veramente libero, allora ne hanno paura” come dice Dennis Hopper, uno dei protagonisti insieme a Peter Fonda scomparso il 17 agosto scorso.
In occasione del 50° anniversario del film nato da un’idea dello stesso Fonda e di cui Hopper ha firmato la regia, solo domani, giovedì 26 settembre ore 21, torna restaurato sul grande schermo dello Spazio Gloria di via Varesina per la rassegna “Il cinema ritrovato” in collaborazione con la Cineteca di Bologna.
Prodotto con due soldi proprio da Peter Fonda, figlio d’arte che si ritagliò il ruolo del protagonista “Captain America” Wyatt, il film arrivò nelle sale il 14 luglio di un anno che infiammava Europa e America nel segno della rivolta giovanile, portò nelle sale legioni di giovani grazie al passaparola della controcultura hippy, nonostante quella fosse un’estate torrida da Los Angeles a New York. Sei giorni dopo, il 20 luglio, il primo americano sbarcava sulla luna e un mese dopo, il 15 agosto, Jimi Hendrix infiammava il popolo di Woodstock in uno dei concerti/raduni che hanno fatto la storia della gioventù ribelle. A ottobre se ne sarebbe andato Jack Kerouac il cui “Sulla strada” può a buon diritto essere citato come la Bibbia laica dei protagonisti di “Easy Rider”, da sempre riconosciuto come il film “on the road” per eccellenza.
Non è automatico spiegarsi il folgorante e immediato successo di una pellicola indipendente e senza attori famosi, apparentemente sfilacciata e quasi senza trama (la sceneggiatura del resto veniva volutamente improvvisata giorno per giorno), con un finale atroce e senza speranza, riflesso di una generazione che andava forzatamente a combattere in Vietnam e in pochi anni aveva visto cadere icone popolari e giovanili pur nelle profonde diversità come John Kennedy, Malcolm X e Martin Luther King. Eppure il miracolo accadde e fu tanto sfolgorante da cambiare per sempre l’atteggiamento delle grandi major verso una nuova generazione di autori.
Del resto il mondo del cinema fu rapido a capire l’importanza dell’opera prima di Dennis Hopper: gli europei lo scoprirono con il premio per il migliore esordio al Festival di Cannes; gli americani con due nomination all’Oscar e poi una serie infinita di riconoscimenti che oggi gli valgono un posto nella “hall of fame” dei 100 film più importanti nella storia del cinema a stelle e strisce. Quelle stesse “stars and stripes” che figurano sul casco di Wyatt e ne fanno un novello “Captain America”, ingenuamente patriottico ma distante anni luce dalla grettezza retriva dell’America profonda. Quelle stesse stelle e strisce che bruciano con la bandiera americana alla fine del viaggio, sigillo di una tragedia con cui il regista seppelliva il sogno americano delle grandi praterie e di una nazione benigna e generosa.
In effetti se si ripercorre la trama di “Easy Rider” si scopre subito l’intento di Dennis Hopper: i due moderni cowboy che attraversano le sconfinate distese dell’ovest e del sud, dalla California a New Orleans non sono certo santerellini (hanno comprato i loro leggendari “chopper” con un carico di cocaina importato dal Messico), ma sulla strada si imbattono nei veri mostri, portabandiera dei buoni sentimenti e dei probi comportamenti: poliziotti brutali, cittadini rancorosi e ubriaconi, autentici assassini protetti dall’anonimato. In alternativa ci sono solo un hippy inoffensivo e “fumato”, due allegre ragazze da bordello e un avvocaticchio figlio di papà (Jack Nicholson) che per poche ore assapora con i due “pards” il profumo della libertà e per questo morirà per primo.
EASY RIDER di Dennis Hopper (USA/1969, 95 minuti) nella nuova edizione restaurata da Sony Pictures in collaborazione con Cineteca di Bologna.
Ingressi: intero €7 – Ridotto €5 (under18, over65). Riservato ai soci ARCI