Giulio Montini, Au-dio-vi-si-vi Racconti d’Autore. Fermo Immagine
Quando le emozioni si mescolano come i mulinelli di una cascata, creano sempre qualcosa di spettacolare.
Questo è quello che mi accade quando scrivo; è quello che sto provando ora mentre sto scrivendo il mio primo articolo riguardante una mostra, mentre i ricordi di quello che ho visto Venerdì 13 Settembre si fanno sempre più vivi.
Venerdì 13 Settembre 2019, intorno alle 20, mi incammino per recarmi a una mostra fotografica presso l’Auditorium comunale di San Fermo della Battaglia; la musica mi accompagna durante il tragitto e già il mio cuore inizia a battere più forte per effetto delle note.
Una volta arrivata al parcheggio dell’Auditorium, inizio a chiedermi se sarei stata in grado di cogliere l’essenza dell’artista e di porre le giuste domande.
Quando ricevetti l’invito, decisi di indagare sull’artista ma non troppo sulla mostra in sé, di lasciarmi trascinare dalle opere e dalla struttura della mostra, nella immediatezza di quando le avrei viste per la prima volta.
Decisione azzeccata!
Alle 21, quando ognuno degli spettatori presenti ha preso posto, Paola Mascolo, giornalista e presentatrice della mostra, ci introduce l’artista, anzi, col senno di poi, ci accompagna letteralmente all’entrata di quello che da lì a poco si sarebbe rivelato un viaggio intimo tra fotografia e musica.

Giulio Montini.
Giulio ha preso per mano coloro che fin da subito si sono abbandonati al viaggio e affiancato e protetto chi si è aperto pian piano verso quello che stavamo vedendo, forse ancora increduli.
Ha accompagnato le sue opere fotografiche con la musica; un’arma a doppio taglio, perché un utilizzo superficiale e approssimativo della musica potrebbe portare altrove il pubblico, invece Giulio ci ha messo impegno e cuore.
Vivendo le sue fotografie attraverso la musica, mi sono sentita agli antipodi del mondo, in mezzo ai colori accesi e pieni di vita delle tribù, al cospetto delle nebbie notturne, azzurre e tossiche, respirate da uomini indonesiani dall’aspettativa di vita breve e faticosa perché estraggono zolfo per i popoli più industrializzati; mi sono sentita la nipote orgogliosa di un uomo col volto solcato dalla vita e i cappelli fatti argento dall’esperienza, mi sono sentita al cospetto delle cime montuose e solenni, immersa nei loro silenzi, in mezzo al clamore delle feste tribali, nei luoghi segnati dalle cicatrici della storia.

Tutto questo è stato possibile grazie Giulio Montini, fotografo comasco classe 1961, che è riuscito a passare dalla fotografia analogica, con cui scattò le prime fotografie negli anni ’80, alla fotografia digitale, senza intaccare la natura emozionale delle proprie fotografie e a Dino Silingardi, grande appassionato di fotografia, organizzatore di queste serate intitolate “Fermo Immagine”.
Ispirato al film di Michelangelo Antonioni “Blow Up”, Dino ha sentito il desiderio, se non addirittura l’esigenza, di accompagnarci in questo viaggio intimo col fotografo.
Giulio non ci ha toccato solo il cuore, spero, e penso, sia riuscito a darci confini nuovi, forse a farci addirittura infrangere ogni confine e a ricordarci che, davvero, Gaia, la nostra amata Terra, è una sola e preziosa e noi ne siamo, prima che abitanti, figli e fratelli.
Alla fine, tutte le emozioni si sono radunate in una, come se fossimo tutti un unico fantastico elemento proiettato nella sua fotografia.
E questa è stata la magia più grande di Giulio.
Dino, con la sua grande passione, ha organizzato per noi una seconda serata “Fermo Immagine” con il fotografo Gin Angri, il 22 Novembre 2019 alle 21 presso l’Auditorium di San Fermo della Battaglia.
di Paola Binda – La Scintilla