Camera con Musica Oggi, la nuova rassegna di musica classica contemporanea. Primo appuntamento con opere di Sandro Cappelletto

6 ottobre 2019 | 13:36
Share0
Camera con Musica Oggi, la nuova rassegna di musica classica contemporanea. Primo appuntamento con opere di Sandro Cappelletto

Si chiama “Camera con Musica Oggi” ed è una nuova rassegna, all’interno della Stagione 2019/20 del Teatro Sociale,
interamente dedicata alla musica classica contemporanea. 4 appuntamenti in Sala Bianca, alle ore 18.30, ad ingresso libero, fino esaurimento posti disponibili da giovedì 10 ottobre fino al 5 dicembre

Si tratta di un esperimento che quest’anno abbiamo voluto tentare, per presentare agli habitués di Camera con Musica e agli spettatori che costantemente ci seguono in Sala Bianca, un programma alternativo – afferma Fedora Sorrentino, Presidente del Teatro Sociale di Como AsLiCo – la musica contemporanea è molto più vicina alle giovani generazioni, spesso è il punto di partenza per un pubblico che mai si è avvicinato alla musica classica. Questo perché nella musica classica contemporanea le tecniche compositive e di esecuzione presentano codici e approcci più familiari, talvolta immediati; sovente la sperimentazione rapisce il pubblico, suggerendo visioni nuove, mimesi di tutto ciò che viviamo quotidianamente, comprese le contraddizioni, accadimenti di vario tipo, eventi di cronaca, flash immaginifici, mosaici visivi e acustici, tra miti del passato e frame cinematografici“.

Si tratta di appuntamenti che permetteranno di scoprire nuovi percorsi, al di fuori della comfort zone del grande repertorio cameristico classico; una rassegna che sarà un viaggio, un’esplorazione a scoprire brani già noti, destinati a divenire la musica classica del futuro.
Ogni programma è stato scrupolosamente pensato per presentare al pubblico proposte diverse, un omaggio a compositori e interpreti italiani, già molto apprezzati dalla critica e dal pubblico internazionale. Il primo appuntamento è un omaggio a Sandro Cappelletto, seguono concerti dedicati ai compositori Fabrizio De Rossi Re, Andrea Mannucci e Nicola Campogrande.

camera con musica oggi

Camera Con Musica Oggi
Sala Bianca
Giovedì 10 ottobre – ore 18.30
OMAGGIO A SANDRO CAPPELLETTO

Marco Betta
Non voglio vederlo…voglio vederlo (Narciso, sei la mia ossessione)
Mito in musica per soprano, soprano in eco, voce narrante, ensemble
Testo di Sandro Cappelletto liberamente tratto dalla Metamorfosi di Ovidio

Daniele Carnini
La Filarmonica
Operina per attore, soprano, baritono, ensemble
Testo di Sandro Cappelletto

Ada Gentile
La giornata di un soprano isterico
Operina per soprano recitante e pianoforte
Testo di Sandro Cappelletto

New MADE Ensemble
Felicita Brusoni, soprano – Monika Lukacs, soprano
Davide Rocca, baritono – Enzo Giraldo, attore
Davide Rocca, regia
Alessandro Calcagnile, direttore

Marco Betta
Non voglio vederlo…voglio vederlo
(Narciso, sei la mia ossessione)
Mito in musica per soprano, soprano in eco, voce narrante, ensemble
Testo di Sandro Cappelletto liberamente tratto dalla Metamorfosi di Ovidio
Anno di composizione: 2013
Linee di canto, ipotesi di suoni ombre, fantasmi sonori in simbiosi con il testo. Un’opera- lettura che insegue il ritmo mentale, che dà vita e significato alle parole quando senso e suono si uniscono. Farsi due, dividersi, oppure moltiplicarsi. Essere, contemporaneamente, Narciso ed Eco, chi ama e chi è amato, chi parla per primo e chi può solo ripetere le parole altrui. Chi guarda e chi è guardato. Eco e Narciso, il più musicale dei miti: lei, la Ninfa, esiste soltanto come voce; lui, il sedicenne bellissimo e intangibile, si consumerà d’amore per sé stesso fino a farsi nient’altro che fiato. Due voci per una sola interprete: la doppiezza è la nostra natura.
Due anche le lingue, per questo racconto senza tempo, il latino delle Metamorfosi di Ovidio e l’italiano contemporaneo.
Uno, invece, il desiderio che avvampa e sfibra.
(Marco Betta e Sandro Cappelletto)

Ada Gentile
La giornata di un soprano isterico
Operina per soprano recitante e pianoforte
Testo di Sandro Cappelletto
Anno di composizione: 2013
La giornata di un soprano isterico è una pagina ricca di effetti ora esilaranti, ora onirici; vere e concise scene comiche con mescolanze linguistiche ed un mix di varie emissioni vocali dal semplice parlato al lirismo puro e molto altro ancora. L’ironia ne è il registro principale. L’opera annovera citazioni dalla canzoncina di Papageno del mozartiano Flauto magico, vocalizzi, arie d’opera da La Bohème etc. Si tratta di un lavoro scritto su commissione dell’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco dove è stata eseguita in 1^ assoluta il 3/10/2013 al “New Music Center” dal soprano Amy Foote e dal pianista Anthony Porter.

Daniele Carnini
La Filarmonica
Operina per attore, soprano, baritono, ensemble
Testo di Sandro Cappelletto
Anno di composizione: 2018
La filarmonica (libretto scritto congiuntamente da Sandro Cappelletto e Daniele Carnini, musica di quest’ultimo) nasce come pannello di un trittico (La guerra giusta) dedicato alla Prima guerra mondiale, di impronta fortemente antimilitarista ma di implicazioni universali. La prima opera, Un eroe (2015), libretto di Renata Molinari, denuncia le menzogne della propaganda attraverso la figura di un reduce.
Attorno alla scomparsa di un socio di una piccola società filarmonica ruota invece questa seconda opera, comica (2018), in cui si intessono le buffe invidie e le meschine storie personali di una cittadina di provincia alla fine della Grande guerra, svolte sotto gli occhi attoniti (e alla fine partecipi) del segretario dell’istituzione.

NEW MADE ENSEMBLE
Felicita Brusoni, soprano – Monika Lukacs, soprano
Davide Rocca, baritono – Enzo Giraldo, attore
Davide Rocca, regia
Alessandro Calcagnile, direttore

Mercoledì 6 novembre – ore 18.30
Fabrizio De Rossi Re
King Kong, amore mio
azione musicale grottesca e sentimentale in undici quadri liberamente ispirata al film di Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack
Libretto di Luis Gabriel Santiago

Rossella Spinosa
Due letti a due
Operina da camera in un atto per mezzosoprano, baritono, ensemble
da Novelle per un anno di Luigi Pirandello

NEW MADE ENSEMBLE
Allan Rizzetti, baritono – Paola Cacciatori, mezzosoprano

Alessandro Calcagnile, direttore
Fabrizio De Rossi Re
King Kong, amore mio
azione musicale grottesca e sentimentale in undici quadri
liberamente ispirata al film di Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack
Libretto di Luis Gabriel Santiago
Anno di composizione: 2011
Nuova versione: 2019
Il preludio e il preambolo scenico sono l’evocazione di un percorso darwiniano: una cellula si agita, cresce, si modifica, lotta nel tempo per diventare un meccanismo complesso fatto di carne e ossa, la storia della nostra origine. Da qui si passa alla trama: Viola Ann Darrow (è questo del personaggio femminile della pellicola del 1933) è una donna dei nostri giorni emancipata, annoiata al punto di affidarsi al responso di uno strano oracolo, che le appare in forma di Sfinge mostruosa e meccanica. La Sfinge la invita ad avventurarsi per mare alla ricerca del suo destino. Raggiunta l’Isola del Teschio, Viola incontra King Kong e, come da copione, dopo un primo attimo di terrore se ne ritrova innamorata. La dinamica hollywoodiana di questa sproporzionata love story è nota, l’anima selvaggia del titanico primate entra in contatto con la corruzione della società umana e finisce per morire sul tetto di un grattacielo, mentre l’epilogo di questa rilettura deborda dalla trama cinematografica di Edgar Wallace per rivelare un King Kong nietzschiano e psicopatico ma allo stesso tempo grottesco e divertente. A contatto con i sentimenti di Viola, infatti, l’evoluzione dell’ego del gigantesco gorilla subisce una mutazione inaspettata, il passaggio fulmineo da anello mancante ad amante tenebroso e poi ancora a superuomo farà intravedere scenari apocalittici in un finale da incubo alla Day After. L’amore purtroppo non riuscirà a sopravvivere alle lusinghe del progresso e delle ambizioni di potere del ventunesimo secolo e King Kong finirà per incarnare il demone autodistruttivo dell’umanità. L’interrogativo finale, che si tratti di sogno o realtà, verrà rivelato sul palcoscenico. (Luis Gabriel Santiago)

Rossella Spinosa

Due letti a due
Operina da camera in un atto per mezzosoprano, baritono, ensemble
da Novelle per un anno di Luigi Pirandello
Anno di composizione: 2018
Siamo di fronte ad un capolavoro in miniatura, creato dal genio umoristico di Pirandello, che ha voluto con questa novella mostrare un aspetto poco gratificante della donna. In realtà, viene da chiedersi se l’autore non stimasse un po’ troppo l’altro sesso, da prenderlo di mira tutte le volte che veniva soccorso dalla fantasia.
La morte; il cimitero; il matrimonio; la vedovanza sono stati temi che hanno stuzzicato sempre la sua arte ed hanno rappresentato un aspetto della realtà attraente ed intrigante ma sembrano nascondere anche tanta sofferenza.

Mercoledì 20 novembre – ore 18.30
Andrea Mannucci
Moro- opera tragica in un atto in 11 scene
Operina per baritono, 2 soprani, coro e ensemble (flauto, clarinetto, corno, percussioni, violini 1 e 2, viola,
violoncello)
Testo di Marco Ongaro
NEW MADE ENSEMBLE
Dario Giorgelè, baritono – Carlotta Bellotto, soprano
Enrico Frigo, tenore – Nadina Calistru, soprano – Piero Facci, basso
Andrea Mannucci, direttore
Compositore: Andrea Mannucci

L’opera tragica si svolge nello spazio simbolico dei giorni di prigionia di Aldo Moro. Dall’agguato di Via Fani alla morte del Presidente, il canto narra l’intimo travaglio di chi era uomo di potere e del potere è stato deprivato, di chi ha lavorato all’edificazione della convivenza civile e si è visto privato della libertà. Il travaglio intimo di chi prende coscienza dell’ineluttabilità del proprio destino, il destino che tutti accomuna: la morte.
Nel corso di tale tragitto, l’immagine dell’uomo politico trasfigura in una dimensione spirituale che trascende non solo gli opposti schieramenti della cosa pubblica, ma anche le diverse concezioni confessionali, raggiungendo al culmine l’universalità che lega Cristo a Socrate e i massimi valori classici a quelli della cristianità. La forma di tragedia classica assunta dal testo teatrale persegue questo spunto unificatore.
L’Angelo e Cassandra, unici personaggi a dialogare con Moro nel suo angusto carcere, rappresentano tale dualità e tale identità sostanziale. La morte non è una questione politica né di confessione, la morte riguarda tutti e tutti ci si trova al suo cospetto, alla fine, con maggiore o minore dignità. Nella tragedia, classica o moderna, non c’è spazio per le polemiche. È qui che la figura di Moro diventa modello simbolico, emblema del passaggio umano dalla prigionia corporale all’infinita libertà dell’essere. Nell’accettazione di tale passaggio, dopo la sofferenza dell’immancabile bilancio di una vita e del distacco dagli affetti, l’Essere, il suo intelletto e la sua spiritualità escono rafforzati ben oltre i vacui destini del mondo materiale. Una lettera non spedita e l’ultima lettera di Moro compaiono, parafrasate poeticamente, in due diverse scene del testo, che in generale è espressione lirica di una riflessione umana sull’immanenza e la trascendenza cui l’arte da sempre s’ispira e cui sempre tende. Non una discesa agli inferi, ma un viaggio verso l’alto, che vede nell’Amore, proprio come recita l’ultima missiva del Presidente, l’unico elemento davvero importante.

Giovedì 5 dicembre – ore 18.30
Nicola Campogrande
Tempi burrascosi
Operina per percussioni, pianoforte e voce recitante
NEW MADE ENSEMBLE
Marco Cacciola, attore
Simone Beneventi, percussioni
Rossella Spinosa, pianoforte
Live painting
Una favola musicale per un errore di Dio
«Insieme a Dario Voltolini, l’autore del testo di questa favola, ci siamo domandati: ma Dio può commettere un errore? Se è l’essere perfettissimo, come fa a sbagliarsi? Come ha fatto a creare un pesciolino sopra un ulivo, invece di metterlo per benino nel mare insieme agli altri? Vi sembrano cose da fare? Ebbene, in Tempi burrascosi tutto questo accade, e al povero pesciolino succedono molti altri fatti strani, terribili e meravigliosi; tanto che ci è voluta tutta questa favola musicale per raccontarlo.
Per non essere da meno, ho commesso qualche errore anche io: ho provato a immaginare una musica che facesse ascoltare la creazione del mondo, il che è assurdo e irriverente; ho cercato una musica per il Diluvio Universale anche se molti altri compositori l’avevano già fatto benissimo prima di me, e anche questo è folle e un po’ sgarbato; ho lavorato per molti mesi inseguendo l’idea di un lavoro che arrivasse alle orecchie dei grandi e dei bambini, e naturalmente questa è un’idea balzana che prima o poi devo togliermi dalla testa;
insomma: ho messo insieme un mucchio di sbagli, uno in fila all’altro, ma – confesso – mi sono divertito un mondo.
Perché continuo a pensare che il mestiere di compositore consista in questo: inventare musica che possa far rimbalzare su chi l’ascolta delle emozioni, grandi o piccole, forti o leggere, ma sempre figlie della passione,
della dedizione, del lavoro, della fatica, dell’allegria di chi tutti i santi giorni si mette lì a riempire i pentagrammi. E dunque anche questa volta confido che la somma dei miei errori possa aver generato qualcosa di vitale: per me sarebbe la soddisfazione più bella»