L’arte di Enzo Salandin in mostra allo Spazio Natta

E’ stata inaugurata ieri allo Spazio Natta di via Natta a Como, la mostra dedicata a Enzo Salandin, esperto artista originario della Valle Intelvi dove vive e lavora da più di quarant’anni.
Ogni decennio del suo percorso è segnato da uno stile leggermente diverso sempre più tendente all’astrattismo e all’essenziale. In gioventù, indicativamente fino agli anni ’80, Salandin viaggia in Italia e all’estero dove ha la possibilità di confrontarsi con culture e gruppi di artisti diversi, fonte di ispirazione per i suoi lavori. Nel 1976 decide di spostarsi in Francia, a Parigi, dove frequenta “Art Plastiques” all’Università di Vincennes, Paris VII. Dopo questo periodo che gli permette di entrare in contatto diretto con il mondo dell’arte, nel 1978 espone la sua prima collezione di acquarelli a Londra.
Nei primi anni 80 invece, grazie all’influenza espressionista degli artisti tedeschi inizia a usare la tecnica a olio, che si porterà dietro fino ai suoi dipinti più recenti. Questo tipo di pittura che esaspera i colori accesi e sanguigni lo affascina tanto da portarlo, cinque anni dopo in India – paese dei colori – dove scopre i pigmenti e il loro uso.
Diverse sono le culture che hanno influito nel cambiamento dello stile pittorico di Enzo Salandin. Sotto l’influenza di civiltà extraeuropee in particolare del continente africano e dei movimenti artistici americani, come l’espressionismo astratto, il suo percorso artistico subisce un importante cambiamento per quanto riguarda la forma. I dipinti non sono più figurativi ma astratti, cercando di sintetizzare la forma concentrandosi sulla composizione e sull’equilibrio. A partire dalla metà degli anni ’80 i suoi dipinti ricordano i filamenti e le macchie di colore di Pollock, che riprenderanno poi una forma precisa e ben delineata a partire dagli anni ’90.
Se nei primi dipinti astratti la geometria lasciava spazio anche a forme più casuali e morbide, successivamente questa si impossessa completamente di tutta la superficie del quadro lasciando godere dell’ordine e dell’equilibrio di un percorso artistico incominciato parecchi anni prima. Quella dell’autore è una semplificazione, una ricerca del minimo comune denominatore delle forme, e come dice lui stesso, una «ricerca della semplicità».
La sua passione per l’architettura lo porta a strutturare il quadro con un rigore tale che alcuni suoi dipinti potrebbero essere quasi considerati degli studi architettonici tra le forme e i colori.
Attorno al 2005 sperimenta la spatola e il rullo, realizzando così una serie di lavori che giocano sulla trasparenza dei colori in contrapposizione con forme ben delineate date dall’utilizzo della spatola. Sempre in questo periodo la sua attenzione viene catturata da una mostra sull’arte aborigena, ed è così che un altro continente si fa spazio nei suoi quadri.
Per un periodo nel 2015 torna a dipingere per sottrazione. Il suo metodo di composizione del quadro consiste nel togliere il superfluo eliminando il dipinto sottostante tramite materiche spatolate di bianco, lasciando emergere solo delle forme che diventano protagoniste del quadro.
Enzo Salandin è inoltre un attento fotografo. Le sue fotografie richiamano le forme dei dipinti così come i dipinti sono ispirati dalle inquadrature fotografiche. Nei più recenti lavori del 2018-2019, l’eleganza e il contrasto sono i padroni delle tele.
La mostra, a ingresso libero, è aperta da martedì a venerdì dalle ore 15.00 alle ore 19.30; sabato e domenica dalle ore 10.30 alle ore 19.30.